I guai delle Province ad "Hashtag"
LAMEZIA TERME Le Province sono il buco nero della pubblica amministrazione. Tra il loro annullamento (virtuale) e i balletti sulle competenze, il quadro è piuttosto confuso. Per fare un po’ di chiare…

LAMEZIA TERME Le Province sono il buco nero della pubblica amministrazione. Tra il loro annullamento (virtuale) e i balletti sulle competenze, il quadro è piuttosto confuso. Per fare un po’ di chiarezza, il direttore del Corriere della Calabria ha intervistato nell’ultima puntata di Hashtag (andrà in onda mercoledì alle 21 su Rtc, canale 17 del digitale terrestre) Enzo Bruno, presidente della Provincia di Catanzaro e dell’Upi Calabria.
Bruno esordisce spiegando che, sì, le Province esistono e «dal 4 dicembre (dopo la sconfitta del Pd nel referendum sulle riforme costituzionali, ndr) tornano a essere enti costitutivi della nazione». Risultato: «Siamo rimasti con forti competenze e nessun finanziamento». La strada per tornare alla normalità è ancora lunga: «Dobbiamo gestire strade, scuole, ambiente e trasporti e anche le funzioni residuali – spiega negli studi di Newsandcom». Seguono esempi: «I Centri per l’impiego: erano nostri, la legge li ha dati alla Regione che non riesce a gestirli. Ce li ha ridati, ma aspettiamo un decreto che ci assegni anche le risorse. E poi Catanzaro c’è uno dei più bei parchi d’Italia, forse d’Europa (il Parco della biodiversità, ndr). Se non ci danno le risorse, come lo gestiamo? Ci vuole un milione di euro, oggi lo facciamo con 60 mila euro. Se non ci riconoscono le funzioni, dobbiamo chiuderlo». I problemi ci sono sia con l’antipolitica («Non bisogna continuare a delegittimare questi enti») che con la politica: «In due anni abbiamo costituito un tavolo, assieme alla Regione, che si è riunito l’ultima volta a luglio. Da allora ho cercato un incontro con il presidente Oliverio e finalmente ci siamo visti: mi ha ascoltato e ha capito che parliamo di una materia vitale per la Regione».
Però l’emergenza resta: «In due anni la Provincia di Catanzaro ha avuto 40 milioni di tagli su 70 complessivi di Bilancio. È chiaro che così non si possono più garantire i servizi, e questo significa anche non poter garantire la sicurezza della gente».