Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 22:51
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

«La 'ndrangheta è un problema di tutti»

LOCRI «Dobbiamo essere ancora più forti e ancora più convinti». Così, dopo le scritte ingiuriose apparse sui muri di Locri, aveva chiesto don Ciotti ieri e così è stato. In 25mila sono arrivati…

Pubblicato il: 21/03/2017 – 14:53
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
«La 'ndrangheta è un problema di tutti»

LOCRI «Dobbiamo essere ancora più forti e ancora più convinti». Così, dopo le scritte ingiuriose apparse sui muri di Locri, aveva chiesto don Ciotti ieri e così è stato. In 25mila sono arrivati questa mattina in paese per sfilare insieme a Libera nella XXIII Giornata nazionale della memoria e dell’impegno. Un corteo festoso e partecipato che per ore ha sfilato per le vie di Locri, riempita di bandiere, striscioni, canti. Nella terra dei Cataldo e dei Cordì, troppo spesso insanguinata dalle loro faide, le strade si sono riempite di giovani e non, che a viso aperto hanno voluto dire no alla mafia e alla sua subcultura. Quella che ha spinto mani anonime a sporcare di scritte ingiuriose le pareti del centro di aggregazione giovanile, dell’arcivescovado, di uno stabile adibito a bacheca elettorale. Quella che oggi ha spinto a nascondersi nei bar, nei crocicchi ai vicoli, dietro le tende i troppi ancora che nelle ‘ndrine credono e sperano. Ma a Locri oggi molte finestre erano aperte e sui balconi erano in tanti a salutare ed applaudire la marea umana colorata che sciamava lungo le vie.

{youtube}mhzMhvkXeTA|640|360|{/youtube}
(Video di Alessandro Tarantino)

In testa, Don Ciotti, il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, il presidente del Senato, Pietro Grasso, e i familiari delle vittime di mafia, con il loro fardello di dolore, ricordi e spesso rabbia per una giustizia ancora negata. Al collo portano una foto dei loro familiari caduti per mano mafiosa, negli occhi il ricordo addolorato di quello che è stato, ma anche la determinazione a combattere perché non sia più.

IMG 0800

Dietro di loro, una grande bandiera della pace portata dai minori migranti giunti in Calabria a bordo di barconi e oggi inseriti in vari centri della regione, fa da testa ad un corteo composto da studenti di ogni dove. Sono arrivati dalla Locride, dalla Piana e dal Reggino, come da paesi e città di tutta la regione, ma ci sono anche quelli che hanno viaggiato buona parte della notte per essere oggi a Locri. Arrivano dalla Sicilia, dalla Puglia, dalla Campania e persino da più su. Accompagnati da insegnanti, e spesso anche da presidi, hanno deciso di «metterci la faccia», dice una studentessa di Bisceglie, «perché la mafia non è un problema solo della Calabria, della Sicilia o della Campania. È un problema di tutti».

IMG 0799

Lo sanno bene anche i ragazzi dello Spraar di Gioiosa Jonica, gestito dalla cooperativa Recosol, oggi in corteo insieme al coordinatore Giovanni Maiolo, a un educatore e a molte insegnanti. «Era giusto e necessario», dice Lamil, 26enne del Gambia. Ancor più giovani, tutti fra i 15 e i 17 anni, sono i ragazzi della comunità per minori Luna Rossa di Lamezia Terme. «La nostra comunità è in un bene confiscato, dunque siamo partiti da qui per spiegare loro cosa sia la ‘ndrangheta – dice il coordinatore Nicola Emanuele – noi con i clan siamo costretti a dividere il cortile ed in quartiere, per questo è bene che i ragazzi capiscano subito e bene la differenza. E fino ad ora non è stato difficile, così come non è stato difficile innescare in loro la voglia di reagire alle ingiustizie».

IMG 0803

Oggi sfilano orgogliosi e consapevoli dietro lo striscione della loro comunità, insieme a sindacati, associazioni, movimenti, comitati. In mezzo alla folla ci sono anche politici, amministratori, sindaci armati di gonfaloni. Dalla Regione si fanno vedere il governatore Mario Oliverio, il vicepresidente Antonio Viscomi, il presidente della commissione antimafia, Arturo Bova, il presidente del consiglio regionale, Nicola Irto. Insieme a loro, sfila il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà.

IMG 0793

A lui si è rivolto don Ciotti con un appello, «costruiamo la città educativa». Un progetto un tempo condiviso con il sindaco Italo Falcomatà, che un’ostinata malattia ha portato via prima che potesse impegnarsi per realizzarlo. Ma alla politica don Ciotti ha voluto anche lanciare un duro monito. «La politica è etica. Una politica asservita al potere ruba speranza. Ci sono quelli che non lo hanno capito, ma non si può sempre aspettare che sia la magistratura a beccare i politici collusi o corrotti, sappiate fare le selezioni».

{youtube}9_iblwuRWxo|640|360{/youtube}
(Video di Alessandro Tarantino)

Parole che strappano applausi scroscianti ad una piazza quasi troppo piccola per contenere la marea umana di gente che si è assiepata per ascoltare le parole del presidente di Libera, spesso interrotto come una rockstar ai concerti. Ma durante la lettura del lungo elenco delle 950 vittime delle mafie nessuno ha emesso fiato. La piazza intera si è fermata ad ascoltare in silenzio.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

Argomenti
Categorie collegate

x

x