«Dal Mef inutile colpo di scena finale»
Egregio direttore, in relazione all’articolo pubblicato sul suo giornale nella giornata di ieri, 23 marzo, a firma di Pietro Bellantoni, dal titolo “Mef, irregolarità ‘sanate’ da una commissione…

Egregio direttore,
in relazione all’articolo pubblicato sul suo giornale nella giornata di ieri, 23 marzo, a firma di Pietro Bellantoni, dal titolo “Mef, irregolarità ‘sanate’ da una commissione irregolare”, mi corre l’obbligo di precisare quanto segue:
1) La Commissione che ha redatto le c.d. controdeduzione è stata composta (DGR 440/2015) dai Segretari Generali del Consiglio e della Giunta, dai Dirigenti generali dei Dipartimenti Personale e Bilancio, dal Coordinatore dell’Avvocatura e dal Presidente del Collegio dei revisori dei conti; ai tre docenti esterni è stato chiesto di affiancare i predetti dirigenti interni nel loro lavoro, dal momento che le questioni rilevate dal Mef presentano il più delle volte profili interpretativi opinabili; pertanto,
nessun profilo di irregolarità inficia la composizione della commissione.
2) La citata Dgr 40/2015prevede un “compenso complessivo lordo dei consulenti” pari a 3.500 euro, comprensivo degli oneri gravanti su ciascun consulente, in ragione del diverso profilo fiscale posseduto. Di fronte alla chiara lettera della Dgr, appare veramente strana la diversa lettura che ne fanno gli estensori della nota del Mef: nella delibera regionale c’è scritto che il compenso di 3.500 è da dividere in tre, ma il Mef interpreta che lo stesso compenso è da moltiplicare per tre.
3) I contratti non sono pubblicati e non lo saranno perché non sono mai stati stipulati, dal momento che i docenti interessati hanno fin da subito preferito rinunciare al compenso previsto (alla fine, non più di 500 euro nette a testa) e lavorare gratis. Sarà strano, ma c’è ancora qualcuno disposto a lavorare gratis nell’interesse generale e della Regione Calabria in particolare. E non ci sono neppure rimborsi spese, dal momento che le modalità telematiche consentono di lavorare senza spostarsi dal proprio
posto di residenza.
Detto ciò, è difficile sottrarsi ad una duplice sensazione. La prima è che chi ha redatto la nota del Mef ha evidentemente ceduto alla tentazione del colpo di scena finale, inutile, esagerato e soprattutto sbagliato tecnicamente: sia perché non corrispondente al vero, sia perché formulato senza prima aver ascoltato in contraddittorio l’interessato. Ciò capita in genere quando ci si considera giudici di ultima istanza, ma il Mef non lo è, tant’è che nei tribunali italiani pendono diversi giudizi contro le sue relazioni ispettive. La seconda è che proprio questa circostanza conferma che i rilievi del Mef – che coprono un periodo che va dal 1997 al 2013 – non sempre sono fondati e vanno letti con attenzione: per quanto riguarda la Regione Calabria, alcuni sono già stati ritirati, per altri sono stati chiesti delle evidenze documentali, per altri ancora approfondimenti interpretativi che saranno dati nei tempi
previsti, ed altri sono stati invece confermati.
Ciò non toglie che negli ultimi diciotto mesi la giunta regionale ha messo in atto una serie di misure per riordinare le materie trattate dalla stessa relazione ispettiva: dalla riduzione della retribuzione per i dirigenti, alla pesatura delle fasce secondo quanto previsto dalle norme contrattuali e con un processo validato dall’Oiv (che il Mef disconosce solo perché le controdeduzioni sono state inviate prima la riorganizzazione fosse conclusa), alla stipulazione dei contratti decentrati solo a seguito del parere dei revisori, all’introduzione di criteri di selettività delle progressioni economiche, alla inderogabilità della preventiva definizione degli obiettivi e alla successiva verifica dei risultati per i compensi incentivanti, all’introduzione di un nuovo regolamento sulle alte professionalità che impone il possesso di titoli di studio per l’accesso, alla previsione di procedure selettive per l’attribuzione degli incarichi dirigenziali, alla previsione di una banca data online dei contratti flessibili e all’imposizione della certificazione della pesa per poterne stipulare uno, alla definizione completa e tempestiva del ciclo della performance per l’erogazione della retribuzione incentivante, alla
definizione dei fondi contrattuali in tempo utile per la contrattazione, al mantenimento di un piano di rientro quinquennale per il superamento dei limiti del fondo degli anni passati, all’adozione del regolamento per le propine degli avvocati e di quello connesso agli incentivi professionali, al controllo più attento delle risorse per lavoro straordinario, turnazione e reperibilità e altre cose ancora
che qui non si ha la possibilità di segnalare. Insomma, Direttore, è necessario imparare dagli errori del passato e correggere le storture esistenti. Quello che però veramente importa è che i cittadini abbiano la possibilità di comprendere che i tempi e le cose stanno cambiando e che il rispetto delle regole rappresenta la stella polare nella gestione delle spese per il personale.
*Direttore generale dipartimento Personale Regione Calabria