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L’allarme degli industriali reggini sul porto di Gioia Tauro

REGGIO CALABRIA «Esprimiamo forti preoccupazioni in merito alla drammatica situazione del porto di Gioia Tauro, con particolare riferimento alle pesanti incertezze che gravano sul suo futuro, sia s…

Pubblicato il: 03/04/2017 – 13:44
L’allarme degli industriali reggini sul porto di Gioia Tauro

REGGIO CALABRIA «Esprimiamo forti preoccupazioni in merito alla drammatica situazione del porto di Gioia Tauro, con particolare riferimento alle pesanti incertezze che gravano sul suo futuro, sia sotto il profilo occupazionale che dal più complessivo punto di vista economico, gestionale e infrastrutturale. E crediamo che nessun problema potrà essere avviato a soluzione fino a quando non sarà restituita una governance piena all’Autorità portuale. Nonostante il lodevole lavoro del commissario Agostinelli, crediamo che non sia rinviabile la scelta di una guida stabile e non straordinaria di questo ente». È quanto afferma il direttivo di Confindustria Reggio Calabria il cui presidente, Andrea Cuzzocrea, è anche il rappresentante della stessa associazione in seno al Comitato dell’Autorità portuale di Gioia Tauro. «Come imprenditori – prosegue Confindustria Reggio Calabria – stiamo vivendo con grande inquietudine questa fase, delicatissima, che vede il principale sito industriale della Calabria lontano da una strategia di sviluppo capace di rilanciarne le sue enormi potenzialità. L’insostenibilità della situazione per la società terminalista ha generato conseguenze che gravano sull’azienda stessa e sui lavoratori cui rivolgiamo in questo momento il nostro pensiero perché questa è una battaglia che deve vedere tutti dalla stessa parte. Le radici di questa vertenza – afferma – sono riconducibili alla pesante crisi scaturita dal netto calo dei volumi registrato a partire dal 2011: senza transhipment non esiste Gioia Tauro ma perché transhipment ci sia occorre rendere competitivo il sistema locale».
In questo quadro, evidenziano gli industriali reggini, «regna la più totale incertezza. La stessa Agenzia portuale del lavoro, quale soluzione tampone e comunque di natura soltanto provvisoria, rischia di rimanere uno strumento inefficace e privo di effettiva capacità operativa se non verrà fatta, in tempi brevissimi, piena e totale chiarezza in merito alla governance del porto da cui lo stesso organo per il lavoro dovrebbe dipendere. Ma anche su questo fronte, purtroppo, i segnali che stiamo ricevendo non sono affatto incoraggianti. La proroga, annunciata solo qualche giorno fa dal ministro Delrio, dell’Autorità portuale di Messina fino al prossimo dicembre oltre a paralizzare per nove mesi uno dei punti cruciali dell’intera vicenda Gioia Tauro, sembra prefigurare in modo inquietante la mancanza di una visione strategica concreta da parte del governo centrale per lo scalo reggino. Ci chiediamo, a questo punto – affermano gli imprenditori reggini – se esista davvero la volontà politica, tanto a livello nazionale quanto locale, di affrontare questo punto, partendo in primis dal nodo dirimente, ovvero la nomina del presidente che dovrà guidare l’Autorità di sistema portuale dello Stretto». «Al contempo, chiediamo con forza chiarezza al governo e alla Regione Calabria sullo stato dell’arte della situazione per quanto riguarda la Zes, il gateway ferroviario e, da ultimo, il bacino di carenaggio sul quale sarebbe davvero drammatico se fosse confermato il rischio di uno “stop” ai finanziamenti da parte dell’Unione europea, che lo considererebbe un aiuto di Stato. Tutto questo – concludono gli industriali – getta una luce inquietante sul porto di Gioia Tauro che è la nostra ultima chance. Dopodiché potremo dichiarare la Calabria chiusa per fallimento. Politico, prima ancora che economico».

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