CATANZARO L’interruzione dei servizi sanitari in Calabria? Colpa del dg Fatarella. Che Massimo Scura non amasse il mellifluo eloquio della diplomazia era cosa nota da tempo, ma forse il commissario alla Sanità non era mai passato al contrattacco con la stessa virulenza verbale usata nell’ultima lettera (che pubblichiamo integralmente) inviata al dg del dipartimento Salute scelto dal governatore Oliverio. Una comunicazione in cui Scura, senza perifrasi o formule di rito, accusa Fatarella di aver fatto sprofondare nel caos le aziende sanitarie regionali per via della mancata pubblicazione dell’ormai famigerato “decreto 50”. Quello che autorizza l’assunzione a tempo inderterminato di 600 figure professionali in tutto il sistema regionale; quello che, malgrado sia stato firmato dallo stesso Fatarella il 14 marzo scorso, non è ancora stato pubblicato sul portale web della Regione Calabria, dove ci sono tutti gli altri decreti.
Scura, pur confermando la validità dell’atto, non sembra intenzionato a far passare sotto silenzio un’anomalia che potrebbe anche avere i tratti del reato penale. Il commissario ne sarebbe convinto al punto da andare a denunciare tutto in Procura, paventando l’abuso d’ufficio e fors’anche il possibile danno erariale per la mancata attuazione di una direttiva europea, che comporterebbe multe a carico della Regione.
«Come ho avuto modo di dire e fatto mettere a verbale martedì 28 al tavolo dei ministeri affiancanti – scrive Scura –, lei (Fatarella, ndr) presente, il Dca 50/17 è perfettamente valido e operante, essendo firmato dal commissario ad acta, giusto quanto previsto dalla delibera di nomina del commissario del 12 marzo 2015, la quale prevede per il sub-commissario esclusivamente un ruolo, per quanto importante, di affiancamento nella predisposizione degli atti, che nella fattispecie è stato esercitato». Già, perché nel decreto incriminato manca la firma del vice di Scura, Andrea Urbani, che ha così rotto una prassi di sottoscrizione congiunta che dura dall’inizio del commissariamento della Regione Calabria. Perché Urbani, da poco nominato al vertice della programmazione sanitaria del ministero, non ha firmato l’atto? Domanda che, secondo Scura, lascia il tempo che trova, dal momento che «la mancanza della firma del sub-commissario, nel caso specifico, è stata oggetto di chiarimenti ai ministeri affiancanti, ai quali ho relazionato sulle motivazioni che mi hanno indotto ad adottare comunque il decreto, ma nessuno ne ha messo in dubbio la validità, né tanto meno può ostacolarlo il dirigente generale del dipartimento Tutela della salute (Fatarella, ancora; ndr) nominato dalla giunta regionale, che peraltro lo ha proposto e sottoscritto».
LE ASSUNZIONI Il 50 non è un decreto come un altro: in ballo c’è la tenuta del sistema Sanità, la qualità dei servizi offerti ai pazienti e il futuro professionale di 600 precari. E quindi «è superfluo, ma forse è bene ricordarle – dice Scura a Fatarella –, che le assunzioni di personale autorizzate con il decreto citato, sono vitali all’erogazione ai cittadini calabresi dei servizi ospedalieri esistenti e necessarie all’attivazione di nuovi servizi previsti dal Dca 64/2016 per migliorare l’offerta e quindi i livelli essenziali di assistenza e ridurre la mobilità passiva; in buona sostanza ad uscire dal piano di rientro nei tempi che ci siamo prefissati».
E inoltre, sottolinea ancora il commissario, il personale autorizzato con il decreto 50 «è stato richiesto dai dg/commissari delle Aziende con i quali la struttura commissariale nella sua interezza e il dipartimento Tutela della salute, da lei diretto, si sono confrontati più volte (tre incontri per ognuna delle nove aziende e tre in forma collegiale). Il fatto, poi, che, come detto, lei stesso abbia proposto e sottoscritto il decreto, rende difficilmente comprensibile il suo successivo diniego alla pubblicazione dello stesso».
CONFUSIONE Scura pare convinto dell’efficacia del decreto della discordia, tuttavia «la sua mancata pubblicazione sta creando confusione tra i dg/commissari delle aziende. Alcuni di loro stanno correttamente procedendo alle assunzioni, altri rimangono interdetti». Insomma, per il commissario la decisione di Fatarella avrebbe scatenato il caos. Da qui, l’invito al dg a pubblicare il decreto 50, al fine di «evitare le disfunzioni e/o l’interruzione di pubblici servizi che si stanno creando per l’incertezza che, per causa sua, rischia di regnare tra i vertici delle aziende sanitarie, i cittadini e gli operatori della sanità, che vedono compromesse le proprie legittime aspettative di assunzione, di stabilizzazione e di mobilità, nonché per consentire la trasparenza del lavoro di chi opera nella pubblica amministrazione».
La lettera si chiude così. Ma pare solo l’inizio di una lunga battaglia a colpi di carte bollate e di accuse al vetriolo.
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it
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