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SCANDALO SACAL | Storie d’amore e peculato

LAMEZIA TERME Le liaison clandestine sui posti di lavoro sono all’ordine del giorno. Così come i tentativi, a volte goffi, di nasconderle. E le cattiverie che le riguardano. Il guaio, alla Sacal, è…

Pubblicato il: 14/04/2017 – 16:31
SCANDALO SACAL | Storie d’amore e peculato

LAMEZIA TERME Le liaison clandestine sui posti di lavoro sono all’ordine del giorno. Così come i tentativi, a volte goffi, di nasconderle. E le cattiverie che le riguardano. Il guaio, alla Sacal, è che le parole (velenose) e quei comportamenti ordinari diventano fatture. E le fatture rimborsi. E i rimborsi denaro pubblico con il quale sono state pagate trasferte molto private. Al centro di queste chiacchiere, ma soprattutto di un’accusa di peculato, finiscono il presidente della Sacal Massimo Colosimo ed Ester Michienzi, responsabile dell’area Legale della società di gestione dell’aeroporto di Lamezia Terme.
Prima gli investigatori intercettano i colloqui tra dipendenti. «Adesso chissà stasera in che cena, in quale ristorante di lusso… te lo dico io», dice uno dei lavoratori. E un altro risponde: «La cosa che dispiace, che con i soldi della Sacal, se non devono fare cose di riunioni, guarda… veramente è uno spreco alla miseria». Che quelle spese siano quantomeno strane lo certificano non tanto le parole dei dipendenti, quanto il fatto che sulle specifiche «non c’è la motivazione». Si parla di un viaggio a Milano, con soggiorno nel lussuoso hotel Bulgari e spostamenti in limousine.
Due donne, in una conversazione riportata nella richiesta di misura cautelare, vanno oltre e confidano involontariamente agli inquirenti che quel modus operandi non è una novità. Succedeva «anche all’epoca in cui il presidente della Sacal era Vincenzo Speziali».
«Ma pure con Speziali partivano?», chiede una. «Sì, a Milano pure, sì. Sempre a Milano, non su Roma, perché Roma è sempre più frequentata da gente che li può conoscere». Seguono risatine. E considerazioni sul ruolo del dg Pierluigi Mancuso: «Ma il direttore generale lo ha commentato questo viaggio?». «Niente, per questo ti dico che gli tiene il sacco».
Quando intervengono gli uomini della Guardia di finanza, le risatine lasciano il posto alla preoccupazione. La perquisizione del 7 agosto 2015 segna un punto di svolta. Saltano fuori le carte dei rimborsi versati a Colosimo. Una cena da 166 euro, servizio limousine da 850. Una notte ciascuno per lui e Michienzi al costo di 830 euro più Iva. «Senza nulla farsi mancare», annotano i magistrati. «Spese come quelle oggetto di esame – riferisce una dipendente sentita dalla Guardia di finanza –, sostenute per una missione di due giorni da due persone, è la prima volta che mi accade di vederne».
Ma sono i commenti delle «due persone» a convincere i finanzieri (e la Procura di Lamezia) che si sia trattato di un viaggio di piacere. Di un week end da ricordare. «Te ne voli così, senza un bacio… – dice Colosimo –. Un harakiri faccio, io posso staccarmi da te dopo due giorni passati con te in questo modo?». «Era meglio stare là», dice Michienzi qualche minuto dopo. Là, con la cenetta, «il ritornello» e «tante cose belle». Una storia come tante. Non si fosse trasformata in rimborsi non ci si dovrebbe neppure stupire.

Pablo Petrasso
p.petrasso@corrierecal.it

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