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Speranza: «Sacal? Volevamo cambiare ma…»

LAMEZIA TERME «Non solo ho votato alle primarie del centrosinistra, sono stato costretto a farle anche io, anche se non ero convinto. Per come era la situazione allora non mi pento, ma se avessi sa…

Pubblicato il: 26/04/2017 – 10:00
Speranza: «Sacal? Volevamo cambiare ma…»

LAMEZIA TERME «Non solo ho votato alle primarie del centrosinistra, sono stato costretto a farle anche io, anche se non ero convinto. Per come era la situazione allora non mi pento, ma se avessi saputo come andava a finire…». Gianni Speranza, ad Hashtag (in onda mercoledì su Rtc, canale 17 del digitale terrestre, alle 21) parla del suo complicato rapporto con il governo regionale. Iniziato sotto i migliori auspici e finito il giorno dopo la vittoria di Mario Oliverio. «C’era una spinta, anche della sinistra nazionale, di Vendola a rappresentare le tante cose fatte come sindaco di Lamezia. Se avessi saputo che il giorno dopo il presidente della Regione andava in continuità con l’esperienza precedente e si metteva d’accordo con i Gentile e con gli altri non avrei partecipato alle primarie e non mi sarei candidato alla Regione». 
Eppure, Giovanni Nucera rappresenta Sinistra italiana nel consiglio regionale. Ed è anche delegato a occuparsi di turismo senza sedere nella giunta regionale. Alla domanda del direttore del Corriere della Calabria Paolo Pollichieni, Speranza risponde senza cercare mediazioni: «È del tutto evidente che Nucera non ha nulla a che vedere con il mio modo di pensare. Chi è di sinistra in Calabria è all’opposizione di questo governo dal primo giorno. Poi, si sa, il consiglio regionale è una grande famiglia, io però sono tornato a lavorare a scuola. Dal maggio 2015 faccio unicamente l’insegnante e non partecipo a famiglie politiche». 
Un’interruzione brusca, quella dei rapporti con la giunta regionale. Mario Oliverio? «L’ultima volta che gli ho parlato ero ancora sindaco», dice l’ex primo cittadino nell’intervista realizzata negli studi di Newsandcom. 
Poi riassume in poche frasi la storia della relazione con il governo regionale: «Si fece una coalizione di centrosinistra che sarebbe dovuta continuare dopo le elezioni. Avremmo dovuto partecipare al governo dopo il voto. Ma quando vedo che c’è continuità con le persone che sono al governo da sempre in questa regione e, contemporaneamente, si tronca ogni rapporto con la sinistra, mi spiega di cosa avrei dovuto parlare con Oliverio?».
Magari della Sacal, altro capitolo corposo nella sindacatura Speranza. «Non ho mai avuto rapporti facili con la Sacal. Sono diventato sindaco di Lamezia nel 2005. Appena diventai sindaco, posi la questione del rinnovamento, della discontinuità». E la discontinuità arrivò: «Il rappresentante del comune di Lamezia, l’ex presidente della Corte d’Appello Vitale, fu presidente della Sacal. Restò per un breve periodo nel quale fu costretto ad annullare due appalti molto grossi. Ma il bilancio di esercizio del 2006 si chiuse in attivo e si poté fare un accordo con i lavoratori che avanzavano delle cose da molto tempo». Duro poco: «Quella breve parentesi, anziché diventare un modello – spiega Speranza – è stata subito interrotta. Non entro nelle vicende di questi giorni, però ci tengo a mettere in evidenza che quello della Sacal è stato per noi un terreno di sofferenza e di scontro. Ma non solo con gli imprenditori, anche con le massime istituzioni calabresi. Per me è stato difficile con Regione Calabria, sia con il centrosinistra che con il centrodestra. È stato uno scontro continuo. Abbiamo cercato di difendere l’autonomia dell’aeroporto e la dignità della città». E «il sindaco di Lamezia oggi dovrebbe darci atto di quello che abbiamo fatto. Invece attacca noi perché, dopo l’operazione Perseo chiedemmo di azzerare il cda e per 7 mesi non partecipammo alle riunioni. Oggi il sindaco utilizza questa circostanza per attaccarci».  

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