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Il malaffare che avanza e la “giustizia giusta” (e veloce) – VIDEO

COSENZA Esiste davvero una giustizia giusta e che valore ha, oggi, questo aggettivo? A queste domande hanno cercato di rispondere magistrati, rappresentanti istituzionali ed esperti di diritto. L’obi…

Pubblicato il: 12/05/2017 – 12:44
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Il malaffare che avanza e la “giustizia giusta” (e veloce) – VIDEO

COSENZA Esiste davvero una giustizia giusta e che valore ha, oggi, questo aggettivo? A queste domande hanno cercato di rispondere magistrati, rappresentanti istituzionali ed esperti di diritto. L’obiettivo era quello di spiegarlo anche e soprattutto agli studenti del liceo “Lucrezia Della Valle” di Cosenza che hanno partecipato a un convegno sul tema “Giustizia giusta e legalità”, che si è svolto nella sala del Coni della città dei Bruzi. Un dibattito al quale hanno partecipato il membro laico del Csm Pierantonio Zanettin; i procuratori capo di Cosenza e Castrovillari, Mario Spagnuolo ed Eugenio Facciolla; la componente della Commissione Giustizia Jole Santelli che è anche vicesindaco del Comune di Cosenza; il presidente della Camera penale cosentina Ninì Feraco. Un dibattito moderato dal direttore della Corriere della Calabria, Paolo Pollichieni che ha sottolineato come sia importante parlare nel concreto di legalità, praticarla e soprattutto stare lontani dall’antimafia con la partita Iva. Prima di entrare nel vivo del dibattito, i lavori sono stati introdotti dagli organizzatori: Gianfranco Bonofiglio, presidente dell’Osservatorio sulla legalità del Comune, e il sociologo Mario Campanella. Bonofiglio ha spiegato perché sia utile avere un Osservatorio sulla legalità. Per Campanella «delegando tutto alla magistratura, la politica viene meno al compito di selezionare i suoi rappresentanti». 
Nel sistema giustizia c’è però qualcosa che non funziona. E che finora non ha funzionato, ha sottolineato più volte Jole Santelli. Il vicesindaco di Cosenza ha portato i saluti del sindaco Mario Occhiuto, assente per motivi istituzionali, e ha poi affrontato la questione giustizia «nel concreto». Ha parlato dei «fallimenti del Parlamento». «Abbiamo una confusione legislativa – ha detto Santelli – enorme. Quando siamo arrivati in Parlamento, io e Zanettin abbiamo incontrato comunque funzionari molto efficienti. Ma ci troviamo di fronte a leggi affastellate dall’800. Ogni volta che si vuole agire per cambiare, falliamo per mancanza di scelte».  Alle sue parole fa eco il direttore Pollichieni perché «non bisogna delegare tutto alla magistratura». Il rapporto tra giustizia e leggi è stato poi affrontato dal presidente Feraco, che si è rivolto soprattutto ai ragazzi delle scuole, presenti nella sala, per far capire loro che cosa significa “giustizia giusta”. «Il potere e la forza – ha aggiunto – valgono quando si esplicitano in nome della legge. C’è bisogno di una legalità granitica e di una giustizia giusta. E il cittadino va inteso come popolo e non come singolo. Oggi, di fronte a una crisi seria delle istituzioni, la politica, la magistratura e l’avvocatura avvertono echi biblici». 
Il tema è stato affrontato poi «dall’altra parte», ha detto Pollichieni presentando gli interventi dei procuratori Spagnuolo e Facciolla e ha aggiunto: «Con questo Csm in Calabria siamo tornati ad avere quasi ovunque un giudice naturale e i procuratori Spagnuolo e Facciolla ne sono una importante testimonianza». Il procuratore capo di Castrovillari ha sottolineato l’importanza di parlare ai ragazzi: a loro si deve far toccare con mano la legalità. «Bisogna non solo mostrarsi al di sopra di ogni sospetto – ha detto – ma esserlo veramente. È questa la chiave di volta necessaria in Calabria nel 2017. Oggi stiamo scoprendo che il malaffare è anche in luoghi insospettabili. La gente adesso  ha bisogno più che mai di avere fiducia nelle istituzioni. Nel territorio di Corigliano, ad esempio, sto scoprendo una miriade di reati dai più svariati. Questo non vuol dire che non c’è la ‘ndrangheta, che non solo esiste ma che rappresenta uno zoccolo durissimo. Serve un cambio di rotta che non chiedo solo alla politica ma a tutta la società civile». Facciolla non ha poi tralasciato il problema dell’esecuzione della pena e ha fatto un esempio concreto: «Nel mio territorio ci sono 980 immobili abusivi confiscati che gli enti per vari motivi – tra cui quello economico – non demoliscono e che continuano ad essere usati». 
Il procuratore Mario Spagnuolo ha focalizzato la sua attenzione sugli studenti e ha trasformato il suo intervento in un percorso di studio da sviluppare con i loro insegnanti. Una fotografia del sistema giustizia partendo da alcuni cambiamenti ormai cristallizzati. «Lo Stato – ha spiegato  il procuratore di Cosenza – è qualcosa di diverso da quello a cui faceva riferimento il nostro padre costituzionale. E allora la magistratura è cambiata? Alcune decisioni che ci riguardano non vengono prese in Italia ma altrove e allora la magistratura si deve adeguare». Poi ha fatto alcuni esempi concreti riferiti alla sua esperienza di procuratore capo a Vibo: «A Vibo non c’erano rapine perché la rapina è un reato antitetico all’associazione mafiosa. Come si è trasformata oggi la criminalità organizzata? È diventata un’agenzia che eroga servizi e si riappropria di un consenso sociale che si traduce in un governo del territorio. È solo studiando che si può contrastare tutto ciò». 
A tirare le fila del discorso è stato il consigliere del Csm Zanettin, che ha salutato prima di tutto il «sindaco Occhiuto che stimo molto perché sta lavorando molto bene». Poi ha riassunto un po’ la sua carriera e il suo approdo al Csm.  «Non bastano due ore – ha detto – per affrontare il tema del dibattito. Alla questione della “giustizia giusta” è legata poi quella della giustizia celere. Abbiamo processi che durano tantissimi anni. Come Csm ci stiamo muovendo per applicare i criteri di una giustizia celere. Il processo telematico va in questa direzione: bisogna lavorare molto sull’aspetto organizzativo e sul coordinamento tra le Procure. Oggi abbiamo troppi processi. Con Jole Santelli abbiamo presentato diversi disegni di legge in Parlamento. Non dimentichiamo, però – come ha detto il procuratore Spagnuolo – che in questa terrà il problema della legalità si sposa con quello economico. Su questo non dobbiamo abbassare la guardia». 

Mirella Molinaro
m.molinaro@corrierecal.it