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JONNY | I soldi dello Stato nella "bacinella" del clan

CROTONE I soldi destinati dallo Stato per l’accoglienza dei migranti finivano dritti dritti nella “bacinella” del clan Arena. Cifre da capogiro: su 103 milioni stanziati in meno di dieci anni, alme…

Pubblicato il: 15/05/2017 – 10:20
JONNY | I soldi dello Stato nella "bacinella" del clan

CROTONE I soldi destinati dallo Stato per l’accoglienza dei migranti finivano dritti dritti nella “bacinella” del clan Arena. Cifre da capogiro: su 103 milioni stanziati in meno di dieci anni, almeno 36 sono stati distratti in un modo tanto semplice quanto ingegnoso. I protagonisti di questo vorticoso giro di denaro sono il governatore delle Misericordie, Leonardo Sacco, e don Edoardo Scordio, parroco della chiesa di Maria Assunta di Isola Capo Rizzuto. Entrambi sono finiti in carcere, con l’accusa di associazione mafiosa, nell’ambito dell’operazione “Jonny” condotta dalla Dda di Catanzaro, che ha svelato gli interessi del clan Arena nel Cara crotonese. Sono loro i veri promotori di un business illecito che in un solo anno, il 2009, ha permesso di stornare qualcosa come 6 milioni di euro, sul totale dei 13 a disposizione della Fraternita di Misericordia di Isola in virtù di convenzioni stipulate con il ministero dell’Interno per la gestione dei centri per l’accoglienza. In quell’anno Sacco avrebbe distratto, «con il concorso morale e materiale del prete don Edoardo Scordio, beneficiario della condotta», somme pari a 3 milioni di euro: 528mila destinati proprio alla parrocchia per non meglio precisati prestiti e saldi di note di debito; 432mila attraverso prelievi in contanti dai conti della Fraternita; 2 milioni per mezzo di investimenti immobiliari.

LA VECCHIA LOCANDA Ma Sacco, secondo gli inquirenti, poteva contare anche su Stefania Muraca, titolare della ditta “La vecchia locanda”, che gestiva l’appalto di catering per la fornitura di pasti nel centro di accoglienza Sant’Anna, e sui suoi soci Angelo Muraca e Antonio e Fernando Poerio. Gli investigatori hanno annotato voce per voce le somme destinate a finalità che con l’accoglienza c’entravano poco: ci sono 105mila euro prelevati in contanti per fini non chiariti, altri 180mila distratti a favore di Stefania Muraca, 385mila ad Antonio Poerio, 234mila a Fernando Poerio, 209mila e Silvia Muraca, 386mila e Maria Lanatà. Il totale fa 2,8 milioni. Nel solo 2009, annotano ancora gli inquirenti, le somme non destinate alle finalità di pubblico interesse sono state pari a 5,8 milioni, «con la circostanza aggravante dell’avere agito al fine di agevolare le illecite attività consortili della locale di ‘ndrangheta (gli Arena, ndr)», destinando quindi parte dei proventi illeciti alla «bacinella» della cosca, «in tal modo concorrendo all’acquisizione di maggiori profitti e di fatto incrementando le capacità economiche di quest’ultima».
Stesso canovaccio illegale nel 2010, quando il “sistema” messo in piedi da Sacco e Scordio ha “ingoiato” circa 3 milioni di euro, tramite prelievi in contanti, acquisto di immobili, finanziamenti e pagamenti di fatture alla società Sea Lounge srl, di fatto riconducibile a Sacco e ad Antonio e Fernando Poerio. Così la bacinella cresceva sempre più.

Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it