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«Il bando Autoimpiego si smentisce da sé»

Sembra proprio destino che i calabresi non possano essere messi nelle condizioni ottimali  per utilizzare le risorse del Por Calabria. Sul bando Autoimpiego, oltre le contraddizioni opportunamente …

Pubblicato il: 19/05/2017 – 14:08
«Il bando Autoimpiego si smentisce da sé»

Sembra proprio destino che i calabresi non possano essere messi nelle condizioni ottimali  per utilizzare le risorse del Por Calabria. Sul bando Autoimpiego, oltre le contraddizioni opportunamente evidenziate da Antonio Cusimano su questa autorevole testata (se un giovane fabbro, dopo tanti anni trascorsi a fare l’apprendista, decide di mettersi in proprio potrà investire  solo 4 mila euro per acquistare i macchinari e le attrezzature nel caso debba adeguare anche la sede, mentre potrà investirne 24 mila per utenze, affitto, spese promozionali) presenta incongruenze che, se non modificate, potranno certamente essere oggetto di contenziosi e ricorsi che rallenterebbero l’iter del bando e, di conseguenza, la reale fruizione delle risorse economiche disponibili.
Quando viene pubblicato un avviso pubblico che prevede forme di sostegno per chi intende intraprendere (ma lo stesso vale per quei bandi rivolti alle imprese già esistenti) si va a guardare immediatamente chi sono i possibili beneficiari, i settori ammissibili, le spese ammissibili ed i loro importi, il dato temporale rispetto all’ammissibilità della spesa.
Orbene, rispetto a quest’ultimo aspetto l’art. 7 del bando inizia con la dicitura «le spese considerate ammissibili sono quelle sostenute successivamente alla data di ammissione alle agevolazioni e non alla data di presentazione della domanda».  Il concetto è chiarissimo, non ha bisogno di alcuna interpretazione e peraltro viene ribadito in un comma successivo dello stesso articolo, laddove si legge che «le spese saranno ammesse alle agevolazioni se risultano effettuate nel periodo intercorrente tra la data di ammissione a finanziamento e il termine ultimo per il completamento del programma di spesa approvato». 
Senonché nel penultimo comma del punto B) dello stesso art. 7 è scritto che «le spese devono essere sostenute e pagate a partire dalla data di pubblicazione del presente Avviso Pubblico sul Burc, fino alla data prevista per la conclusione del progetto». Esattamente il contrario di quanto affermato nei commi precedenti.
Ci si chiede: come è possibile che vengano pubblicati bandi con tale superficialità ed approssimazione? Il 21 aprile vi è stato un decreto a firma del dirigente generale e dirigente del Settore, rispettivamente Fortunato Varone e Roberto Cosentino, con oggetto «differimento dei termini  per la presenta delle domande» (non è un mio errore, è scritto proprio così). Ci si sarebbe aspettati, con l’occasione, che venissero modificate queste incongruenze e contraddizioni, peraltro evidenziate a voce dal sottoscritto. Invece nulla, si continua imperterriti. 
Concludo dicendo che queste fasi di avvio nell’utilizzo delle risorse della Programmazione Comunitaria non sono state delle più felici. Il bando cosiddetto “macchinari”, per esempio, è stato annullato a procedura di presentazione già aperta, a causa di imperfezioni tecniche della piattaforma informatica. Se il buon giorno di vede dal mattino.

*Cooperatore sociale, agente per lo sviluppo locale

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