Le «inesattezze» su Villa Aurora e i documenti del “Corriere”
Riceviamo e pubblichiamo: In questi giorni molte sono le voci e le preoccupazioni che girano intorno a “Villa Aurora” e al suo futuro, e molti spesso si lanciano in giudizi o teorie, ma quando è un o…

Riceviamo e pubblichiamo:
In questi giorni molte sono le voci e le preoccupazioni che girano intorno a “Villa Aurora” e al suo futuro, e molti spesso si lanciano in giudizi o teorie, ma quando è un organo di stampa a diffondere pettegolezzi, inesattezze e veri e propri stravolgimenti della realtà, allora non è più comprensibile, non è più accettabile.
Scrivo queste poche righe allo scopo di confutare ciò che è stato pubblicato dal “Corriere della Calabria” il 18 maggio. L’articolo parte da un presupposto, ossia che le quote di Villa Aurora srl, detenute fino a pochi giorni fa dalla Grs srl fossero pignorate. In effetti così non è e in particolare se la giornalista avesse utilizzato la stessa solerzia utilizzata per reperire informazioni circa la intervenuta cessione, sarebbe venuta a conoscenza che alla società Grs non è mai stato notificato alcun atto che le quote per statuto sono liberamente trasferibili.
Anche riguardo al famoso finanziamento di Villa Aurora alla sua controllante, vengono scambiate le società e gli amministratori, in particolare si confondono compagini societarie e amministratori. Per chiarezza il Gruppo Sant’Alessandro spa è di proprietà di Alessandro Casinelli, l’amministratore di Villa Aurora era Pietro Domenico Mangiapelo, la Grs è di mia proprietà e della quale sono anche amministratore. Il finanziamento di 1 milione e 242mila euro fu fatto da Villa Aurora al Gruppo Sant’Alessandro spa, guidato da Alessandro Casinelli che a tutt’oggi è debitore di tale importo nei confronti di Villa Aurora, mentre Grs srl non solo non è stata finanziata da Villa Aurora, ma anzi quando ha assunto la proprietà del 95% delle quote ha versato nelle casse di Villa Aurora oltre 400 mila euro sia per ripararne le perdite che per garantire un futuro.
Giorgio Rea
Prima di inviare risentite repliche, sarebbe il caso di leggere con attenzione gli articoli che si pretende di smentire.
Riguardo la prima lagnanza di Rea, ci sono vari appunti da fare.
Come correttamente riportato nel pezzo e documentato, l’avviso è stato notificato l’8 maggio scorso a Villa Aurora, società allora detenuta per il 95% dalla GRS. Proprietario ed amministratore della Grs è – come lui stesso afferma – Giorgio Rea.
Delle due l’una: o Rea ha scelto come amministratore di Villa Aurora un soggetto che lo tiene all’oscuro di un atto così importante come il pignoramento delle quote, oppure era a conoscenza dell’atto di pignoramento. Non è dato sapere quale delle due circostanze si sia concretizzata, per questo nel pezzo ci si chiede «Possibile che Rea non lo sapesse, dunque che il suo amministratore non glielo abbia comunicato?».
Ora, pur ipotizzando che Rea non fosse a conoscenza di quell’atto, di certo non è plausibile pensare che fosse all’oscuro del debito contratto con il Gruppo Sant’Alessandro, perché il pignoramento è stato preceduto da una serie di atti.
Primo, una comunicazione del 4 gennaio 2017 con cui la Grs è stata informata di essere decaduta dal beneficio del termine (cioè il limite di tutela concesso al debitore per onorare le rate previste dalla scrittura privata siglata da Rea e Casinelli il 18 ottobre 2016). Secondo, un atto di intimazione che – si legge nell’avviso di pignoramento – «la Gruppo Sant’Alessandro spa in data 7-13 febbraio ha provveduto a notificare sia alla Grs unipersonale, sia alla Villa Aurora spa». Terzo, un atto di precetto congiuntamente alla copia del contratto di vendita di azioni sottoscritto davanti al notaio dott.ssa Simona Iorio del 13 ottobre 2016 e registrato in Avezzano il 18 ottobre 2016 al n.3660 alla serie 1T, con apposta la formula esecutiva, per un importo di 1.301.331,59, oltre interessi fino al saldo e le successive spese occorrende, oltre ancora quelle eventuali per l’esecuzione forzata.
Altrettanto certo è che nel contratto di cessione di quote in favore di Petricca, Rea – quale amministratore di GRS – ha dichiarato «che la quota ceduta è di sua piena ed esclusiva proprietà, libera da pesi, sequestri, pignoramenti ed altri vincoli di sorta».
Riguardo la seconda lagnanza di Rea, anche qui sono necessarie varie specificazioni. L’amministratore di Grs sembra infatti giocare su un banale refuso nelle sigle – Gsa è stata erroneamente indicata come Grs – per tentare di prendere le distanze da una realtà di cui era perfettamente a conoscenza, perché all’epoca lui non solo era comproprietario di Gsa al 50%, ma anche deputato ad occuparsene.
Dunque, è vero, è stata la capogruppo, cioè la Gsa (e non la Grs) a disporre i dodici finanziamenti infragruppo (cioè da Villa Aurora alla Gsa) ma quando sono stati disposti Rea era presidente del consiglio di amministrazione della Gsa, dunque – da facoltà previste da statuto – necessariamente a conoscenza di tali operazioni.
Nel dicembre 2015, a chiusura di bilancio, quei finanziamenti sono stati segnalati con allarme anche dall’allora amministratore di Villa Aurora spa, avvocato Domenico Mangiapelo, che li ha indicati come una delle cause delle «criticità» registrate nel corso dell’anno. Medesima segnalazione è arrivata dal collegio sindacale. Tutti documenti prodromici alla convocazione dell’assemblea dei soci per l’approvazione del bilancio tenutasi il 18 novembre 2016. Nello specifico, all’epoca i soci erano la dottoressa Adele Briatico, proprietaria del 5% delle quote, e la Grs detenuta e amministrata da Giorgio Rea, che all’epoca controllava il restante 95%. I due soci però hanno avuto reazioni opposte in relazione a quanto segnalato nella relazioni illustrative.
Nel corso di quella cruciale assemblea, la dottoressa Briatico ha espresso voto sfavorevole all’approvazione del bilancio, motivando il proprio dissenso con l’”improvvida gestione finanziaria sfociata nella concessione dei finanziamenti pari a €. 1.242.010,00 in favore dell’allora socio di maggioranza Gruppo sant’Alessandro […] a fronte dell’incontestabile stato di crisi di Villa Aurora SPA”. Giorgio Rea, proprietario della GRS, forte del 95% delle quote della clinica, ha invece approvato – a maggioranza – il bilancio, senza porre questioni. Possibile che Rea non si sia posto il problema di oltre un milione di euro fluiti via? (ac)