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AMMINISTRATIVE | Catanzaro, per Ciconte la mazzata del voto disgiunto

CATANZARO Si schianta la gioiosa armata di Enzo Ciconte, compressa tra l’usato sicuro Sergio Abramo e il cambiamento di metodo e linguaggio politico proposto da Nicola Fiorita. Così alla fine sarà …

Pubblicato il: 12/06/2017 – 6:51
AMMINISTRATIVE | Catanzaro, per Ciconte la mazzata del voto disgiunto

CATANZARO Si schianta la gioiosa armata di Enzo Ciconte, compressa tra l’usato sicuro Sergio Abramo e il cambiamento di metodo e linguaggio politico proposto da Nicola Fiorita. Così alla fine sarà il sindaco uscente a guidare il ballottaggio, inseguito, con affanno, proprio da Ciconte che per poco non cede il passo a Fiorita. Non pervenuto, o quasi, il Movimento 5 Stelle, sulla scia della debacle vista in tutti gli altri Comuni al voto domenica. 
Manca ancora l’ufficialità dei dati, ma se quello numerico premia Abramo (39%) e Fiorita (24%), quello politico porta con sé un fardello pesante sulle spalle di Ciconte e dello stesso Partito Democratico: la larga alleanza costituita dall’ex vicepresidente della giunta regionale non solo raccoglie cinquemila voti in meno rispetto alle attese, ma in più il divario tra i voti di lista (44%) e quelli al sindaco (31%) è enorme. Più del 13% di voto disgiunto: suona come una bocciatura per il candidato e – l’ennesima – per la classe dirigente del Partito democratico. 
I nodi, nella lunga notte di conteggi e verifiche, alla fine sono venuti al pettine: Ciconte non ha scaldato l’animo dei democratici dopo l’esperienza di Salvatore Scalzo e la città lo ha dimostrato in maniera insindacabile. Sette punti percentuali sopra Fiorita nonostante il vantaggio numerico delle liste fosse impressionante (11 a 3 per Ciconte): ce n’è abbastanza per spiegare come mail tra i due il “vincitore”, nelle ore successive al primo responso delle urne, sembri il docente Unical, assieme ai movimenti civici che lo hanno sostenuto. 
E il futuro è ancora meno roseo: andare al ballottaggio da secondo classificato, con dieci punti percentuali di svantaggio da Abramo e senza il traino delle liste non mette certo il primario nella migliore delle condizioni possibili. Servirà un’impresa. Risultato: le strategie del centrosinistra rischiano di sortire l’effetto opposto a quello sperato. Il Pd voleva spodestare Abramo, ma il sindaco uscente arriva al secondo turno con un robusto bottino di voti di vantaggio.  
Il dato ora è ben visibile ma già era ipotizzabile nel momento in cui, anche dietro la spinta di Ciconte, il polo centrista, che si era formato attorno alla figura di Tonino De Marco candidato sindaco e che annoverava tra le proprie fila Ap, si era sciolto per sostenere il candidato del Pd. Proprio Ap in quella occasione si era smarcato, tornando a sostenere Sergio Abramo. Oggi, Ap, numero alla mano, è risultata determinante nel risultato del sindaco uscente.

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