CATANZARO «Non faremo accordi con nessuno. E rifiuteremo qualunque tipo di posizione di governo o sottogoverno. Per quanto mi riguarda dichiaro già l’indisponibilità assoluta a qualsiasi ruolo che non sia quello del semplice consigliere d’opposizione». Firmato Nicola Fiorita. La lettera pubblica inviata dalla piazza di Palazzo Fazzari dal candidato sindaco di Cambiavento ha un destinatario, Vincenzo Ciconte, ma per conoscenza arriva anche a Sergio Abramo. Sono loro due, infatti, che si giocheranno al ballottaggio il governo di Catanzaro. Fiorita rimarrà, volontariamente, sugli spalti.
L’ormai ex candidato sindaco getta quindi acqua sul fuoco delle speranze di Ciconte di ottenere da lui tanto un apparentamento vero e proprio (nel qual caso le liste che sostenevano Fiorita sarebbero state maggiormente rappresentate in consiglio comunale, in caso di vittoria di Ciconte) quanto un semplice endorsement pubblico. Abramo, invece, al massimo aveva provato a chiedere ai sostenitori di Fiorita di votare per il suo programma anziché per quello di Ciconte, senza di fatto mai proporre a Fiorita un appoggio formale.
Il popolo del 24% che lo ha premiato alle urne è in piazza lì con lui per l’evento organizzato appositamente per dire grazie a tutti i sostenitori e ufficializzare la sua posizione. E Fiorita, a chi gli chiede chiarezza e coerenza con quanto detto e fatto in campagna elettorale, risponde con dovizia di particolari e spiega: «Non faremo accordi perché non ci sono le condizioni politiche per farlo. Ciò che non era possibile fare ieri, infatti, non è possibile che si faccia oggi. In questi mesi di lavoro abbiamo dato vita ad un modo di fare politica diverso dagli altri, puntando sulle persone e partendo dal basso».
Il boato di soddisfazione che accompagna le parole di Fiorita, quasi oscura il prosieguo del discorso: «Il cambiamento non si promette – dice il docente Unical – il cambiamento si pratica e si mostra. Staremo all’opposizione, dunque, ma non saremo indifferenti a ciò che accade nella nostra città. E poi, perdonate la franchezza, pensare che tutti i candidati siano uguali è una boiata pazzesca: i due candidati non sono uguali e per questo, io, il 25 giugno andrò a votare». Riferimento neanche tanto velato a chi in queste ore ha provato a mettere sullo stesso piano un sindaco uscente con tre consiliature già concluse alle spalle e un consigliere regionale che sarebbe al suo primo banco di prova a Palazzo De Nobili.
A chi, però, ieri aveva provato ad intestare un’eventuale sconfitta in caso di mancato apparentamento, Fiorita risponde con vigore: «L’esito finale non dipende da noi. Nessuno si permetta mai di darci responsabilità senza prima aver fatto i conti con le proprie di responsabilità. C’è stato tempo e modo per fare tutte le scelte possibili. Abbiamo parlato con tutti e manifestato disponibilità. Chi ha scelto altre strade non ci chieda qual è la fine di questa storia».
Prima di congedarsi dalla piazza gremita, Fiorita rilancia: «Alle centinaia di persone che mi hanno scritto chiedendomi di non mollare, rispondo: “Non mollate voi, noi abbiamo appena iniziato!”. E staremo li dove il risultato ci ha collocato: all’opposizione. Intransigente quando servirà e ragionevole quando sarà possibile. Una forza attenta e dialogante. Con una sola stella polare da seguire: il bene della città».
Sulle note de “Il meglio deve ancora venire”, Fiorita si concede un attimo di commozione, stretto nell’abbraccio dei suoi compagni di avventura, dei rappresentati delle tre liste che lo hanno sostenuto, dei suoi elettori e della sua famiglia.
Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it
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