Aeroporti, l’«ultima chiamata» dei Cinquestelle
CROTONE Il M5S si mobilita per l’aeroporto di Crotone, chiuso ormai dallo scorso novembre. Nella sala consiliare del Comune si è svolta la conferenza stampa del Movimento sul futuro dello scalo pitag…

CROTONE Il M5S si mobilita per l’aeroporto di Crotone, chiuso ormai dallo scorso novembre. Nella sala consiliare del Comune si è svolta la conferenza stampa del Movimento sul futuro dello scalo pitagorico e anche di quello di Reggio Calabria. Presenti le deputate Federica Dieni e Dalila Nesci e i consiglieri comunali di Crotone Ilario Sorgiovanni e Andrea Correggia. Sorgiovanni, in particolare, ha anticipato che «se Sacal ritarderà ancora l’apertura dello scalo, il Movimento 5stelle interrogherà il governo sulla grave inadempienza della società di gestione». Correggia ha aggiunto che «il Movimento proporrà subito alla Regione Calabria di attivare un servizio di trasporto dalla provincia crotonese all’aeroporto di Lamezia Terme, al fine di agevolare i passeggeri in questo momento». La deputata Nesci ha annunciato che il Movimento 5stelle «premerà per un incontro con il presidente di Sacal, Arturo de Felice, e con il governatore regionale, Mario Oliverio».
Dieni ha infine parlato dell’«elaborazione di un documento unitario, su impulso del Movimento 5stelle ma senza pretesa di paternità politica, da stilare insieme ai comitati per gli aeroporti di Crotone e Reggio Calabria e sottoporre alla rappresentanza parlamentare calabrese, al ministro Marco Minniti e ai sottosegretari Dorina Bianchi e Antonio Gentile, con l’obiettivo di avviare un’efficace concertazione istituzionale».
Dieni ha poi affrontato la questione dell’aeroporto di Reggio: «Nonostante le differenze storiche, geografiche e infrastrutturali, i problemi del Tito Minniti e del Sant’Anna sono per certi versi sovrapponibili. E, se anche non dovessimo guardare al passato, com’è noto la società di gestione è la medesima, quindi è inevitabile che i due scali siano legati a un destino comune. Non esiste un lieto fine a Reggio se non c’è per Crotone; non c’è un lieto fine per Crotone se non c’è per Reggio. Questo approccio tanto semplice non è così banale: ciò che è mancato in passato, e che troppe volte manca anche nel presente, è stata proprio questa visione comune della sorte di noi calabresi. Siamo stati troppo occupati a cercare di strappare qualcosa dai nostri vicini per fare fronte comune e rivendicare condizioni migliori per tutti. E così oggi c’è ancora il rischio di guardare alle sorti migliori dell’aeroporto di Lamezia con un filo di invidia, pensando che l’unico sistema per far ripartire i nostri aeroporti sia quello di togliere qualcosa al maggiore scalo regionale. Non è così. Siamo abituati a pietire una ciotola di lenticchie dalla nostra classe politica e non ci fermiamo a ragionare sul fatto che l’unico approccio che ci salverà non è nella regalia del signorotto di turno, ma nella nostra capacità di programmare un destino per il nostro territorio».
TUTTI ASSIEME «Dobbiamo cominciare a comprendere che Lamezia, Crotone e Reggio – ha aggiunto Dieni –possono crescere tutti assieme, ma per fare questo occorre fare sistema. È stato citato il modello della Sardegna, che è una regione a Statuto speciale e può applicare un regime di continuità territoriale. Le misure previste all’articolo 16 del regolamento (Ce) numero 1008/2008, stabiliscono infatti che i collegamenti in regime di continuità territoriale devono in particolare servire aeroporti situati in regioni periferiche o in via di sviluppo, oppure devono essere relativi a rotte a bassa densità di traffico verso qualsiasi aeroporto regionale se essenziale per lo sviluppo economico e sociale della regione: le rotte da e per il Sant’Anna e per il Tito Minniti rientrano appieno in queste fattispecie. Dunque viene da chiedersi perché oggi stiamo parlando di due aeroporti in una delle zone più belle – e nel contempo più povere – d’Italia che vengono tenuti nella situazione che tutti noi conosciamo». «La risposta – spiega la deputata – è la solita: la politica. Potremmo sfruttare questo incontro per interessi di bottega, incolpare la maggioranza, magari Renzi e Delrio. Sarebbe facile, scontato. La verità è che nessuno a livello statale riesce a far sentire la sua voce se non è in grado di fare massa critica sul territorio. Se quindi cerchiamo dei colpevoli non abbiamo che da guardare molto più vicino, al governo locale, e più precisamente alla Regione Calabria. Oliverio non è un facile capro espiatorio, il colpevole designato. È, più semplicemente, un ignavo, un non pervenuto, è il medico che vuole curare le fratture coi cerotti. Tira a campare e fa tirar le cuoia agli altri. Come più volte ho ricordato, ancora nulla si sa del milione e ottocentomila euro che la Calabria deve ad Alitalia: difficile fare rivendicazioni quando non si pagano i debiti. Noi siamo qui per dire che se non c’è un cambio di passo per tutta la Calabria non avremo presto più posizioni da perdere per evitare un declino già scritto. Non ci sarà più alcuna bandiera da difendere, perché la crisi economica se le porterà via tutte assieme. Il Tito Minniti e il Sant’Anna hanno bisogno di tornare a fare il loro lavoro, ma per rimettersi in moto serve un’iniezione di benzina. Servono soldi e devono essere pretesi sbattendo i pugni in Italia e anche in Europa se sarà necessario. In caso contrario non si capisce che l’abbia inaugurata a fare proprio Oliverio una sede a Bruxelles».
«Purtroppo – conclude Dieni – dobbiamo prendere atto della realtà: siamo orfani delle istituzioni. Perciò ancora una volta il Movimento 5 Stelle, riprendendo la mission per la quale è nato, cioè raccogliere i cittadini attorno a progetti per il territorio in cui vivono, si propone di agire in supplenza. Tutto ciò in uno spirito di servizio e non per finalità di bottega. Per questo intendiamo avanzare in questa sede una proposta: quella di unire i comitati, quelli di Crotone e di Reggio, attorno a una petizione comune, una piattaforma attorno alla quale tutti questi soggetti possano raccogliersi al fine di spostare la battaglia a livello nazionale. Ciò per cui vogliamo lavorare è un documento su cui siamo disposti anche a rinunciare alla paternità, che provenga dai gruppi dei lavoratori e a seguito degli incontri che ci proponiamo tenere sia con la società di gestione, sia col mondo imprenditoriale e politico locale, per proporla a tutti i parlamentari calabresi di ogni colore politico in modo da trasformarla in richiesta del territorio nei confronti del governo. Vista la presenza di soggetti tanto autorevoli in posizioni di rilievo nell’attuale esecutivo, come il ministro Minniti e il sottosegretario Gentile, ci aspettiamo di trovare una voce attenta e di fare blocco come l’urgenza della situazione richiede. Non siamo più disposti a tollerare l’inerzia: perciò cercheremo un’interlocuzione anche con Oliverio. Ma questa è davvero l’ultima chiamata, perché la Calabria non si può permettere di continuare ad aspettare che qualcuno si ricordi delle promesse fatte».