Coppia gay cacciata da un locale a Catanzaro, insorge la comunità lgbt
CATANZARO Niente baci o effusioni, tra omosessuali non si può. A Catanzaro, perlomeno. Le tenerezze tra gay sono vietate dalla “morale”, trasgredire equivale a scatenare una reazione, cioè una lite…

CATANZARO Niente baci o effusioni, tra omosessuali non si può. A Catanzaro, perlomeno. Le tenerezze tra gay sono vietate dalla “morale”, trasgredire equivale a scatenare una reazione, cioè una lite: menar le mani come risposta all’amore non etero. No, Catanzaro non è Il Greenwich Village di New York o lo Schöneberg di Berlino, per chi non se ne fosse accorto. La storia è già stata raccontata pochi giorni fa: Davide e il suo ragazzo vanno a ballare con in una discoteca del catanzarese. Si baciano, non ostentano, semplicemente stanno insieme come una coppia normale. Ma normali non sono, da quelle parti. Qualcuno inizia a guardarli di traverso, ed è il “buttafuori” a prendere la situazione in mano, invitando la coppia ad allontanarsi. Sarà poi il titolare del locale a spiegare i motivi della decisione: li hanno messi alla porta per evitare che il loro amore provocasse liti ed esacerbasse gli animi dei presenti.
La reazione di diverse associazione lgbt – Certi Diritti, Comitato Arcigay Fenice di Catanzaro, Comitato Diversi Uguali – non è tardata ad arrivare. «A noi – spiegano i referenti – risulta incomprensibile questo atteggiamento perché o il locale ha problemi con la sicurezza e cioè se una coppia gay si scambia un bacio c’è il rischio che gli avventori del locale montino una lite a sfondo omofobo; oppure nel locale non sono gradite effusioni che non siano di avventori evidentemente eterosessuali. O forse tutt’è due… chissà…».
I due ragazzi, tra l’altro, non avrebbero fatto nulla per farsi notare. «A noi risulta da alcuni testimoni che frequentano il locale e non conoscono la coppia che è stata invitata ad allontanarsi – aggiungono i rappresentanti delle tre sigle, Marco Marchese, Antonio Migliazza e Salvatore Belfiore –, che non è stato oltrepassato nessun “limite del buongusto, della decenza” o come la si vuole chiamare; che hanno assistito “all’invito ad allontanarsi”, che loro stessi sono rimasti indignati dall’accaduto, decidendo immediatamente di abbandonare il locale».
La questione pare abbastanza semplice, semplice e desolante: «A dover fare il “passo indietro”, come sempre, è la parte debole, invece di essere adeguatamente tutelata». E quindi, paradossalmente, «a essere tutelati sono i violenti e gli omofobi». Ed è abbastanza significativo, secondo le associazioni lgbt, «che quanto accaduto sia avvenuto a poche ore dal Pride che si è celebrato nel pomeriggio di sabato a Cosenza: questo ci indica che c’è ancora molto da fare contro l’omofobia e tutti quegli atteggiamenti che partono in buona fede, ma finiscono con una “pezza che è peggio del buco”».
Da qui, la speranza: «Auspichiamo vivamente che i dirigenti del locale riflettano; non sarebbe male se si scusassero per l’accaduto, ma soprattutto se migliorassero la policy del locale con adeguate direttive al personale dedicato alla sicurezza. A Davide, questo il ragazzo che ha dovuto allontanarsi dal locale perché baciare il proprio partner poteva scatenare una lite, tutta la nostra solidarietà».