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Provvidenza, chiuse le indagini sui Piromalli

REGGIO CALABRIA Chiuse le indagini su capi, gregari e professionisti del clan Piromalli finiti al centro dell’inchiesta Provvidenza. Coordinata dai pm di Reggio Calabria Roberto Di Palma, Matteo Ce…

Pubblicato il: 19/07/2017 – 18:56
Provvidenza, chiuse le indagini sui Piromalli

REGGIO CALABRIA Chiuse le indagini su capi, gregari e professionisti del clan Piromalli finiti al centro dell’inchiesta Provvidenza. Coordinata dai pm di Reggio Calabria Roberto Di Palma, Matteo Centini, Luca Miceli e Giulia Pantano, l’indagine ha svelato le nuove proiezioni imprenditoriali e criminali del potentissimo casato mafioso della Piana, in grado di infettare la grande distribuzione statunitense con olio contraffatto, e continuare a governare Gioia Tauro con pugno di ferro e armi che non ha mai abbandonato.

NUOVE STRATEGIE, VECCHI METODI A guidarlo, Antonio Piromalli, rampollo dell’omonimo casato di ‘ndrangheta, assurto al ruolo di reggente per ordine del padre, Pino “Facciazza”, da tempo detenuto al 41 bis. Un regime carcerario che non gli ha impedito di dettare le strategie economiche, imprenditoriali e criminali del clan, diligentemente messe in pratica dal figlio, che per ordine del padre si è trasferito a Milano. E sotto la Madonnina, i Piromalli hanno costruito la nuova base logistico- strategica del loro impero dilatatosi ad est, fino a Timisoara ed Oarja, lungo le rotte commerciali degli agrumi, e ad Ovest fino agli scaffali statunitensi dei Walmart, la più grande rete della distribuzione alimentare al dettaglio, e dei Costco, il gigante dell’ingrosso a stelle e strisce. 

LA HOLDING PIROMALLI Grazie ad una galassia di società intestate a prestanome, ma che di fatto governava, Antonio Piromalli gestiva un impero in grado di investire nei più diversi settori commerciali, dall’ortofrutta, all’edilizia, dalla distribuzione alimentare, al turismo, dai grandi centri commerciali, all’abbigliamento. Interessi diversi che il rampollo dei Piromalli, insieme al cognato e luogotenente Francesco Cordì, ha saputo distribuire fra cognati e fedelissimi, come Nicola Rucireta, che è riuscito a strappare commesse a gruppi come Club Med, Valtour e Alpitour, e Pasquale Guerrisi, incaricato del coordinamento delle attività del clan nell’edilizia e delle “pubbliche relazioni” con gli altri clan della Piana di Gioia Tauro. Francesco Pronestì si occupava invece tanto del settore abbigliamento, permettendo al clan di aprire in diversi centri commerciali punti vendita di noti marchi come Celio e Jennifer, come della commercializzazione degli agrumi tanto all’ortomercato di Milano, come nell’est Europa.

TESTA DI PONTE L’uomo dei Piromalli a New York invece era Rosario Vizzari, amico d’infanzia di Antonio Piromalli, diventato il suo braccio economico negli Usa e tuttora irreperibile. Figlio della Gioia Tauro bene, ma fin dall’infanzia vicino a Piromalli, Vizzari era stato spedito dalla famiglia negli Stati Uniti per evitare che facesse una brutta fine. Obiettivo non raggiunto, perché è stato lui – sostengono gli inquirenti – a curare i contatti con la Olive oil company, come con le mafie del New Jersey, di Detroit, di Chicago e di Boston.

IL FIUME D’ORO Proprio sull’olio i Piromalli hanno messo in piedi una delle più gigantesche (e remunerative) truffe scoperchiate da inquirenti e investigatori. Grazie ad una galassia di società in cui Vizzari figura come titolare, socio o amministratore i Piromalli esportavano olio venduto come extravergine d’oliva. In realtà si trattava di olio di sansa, comprato a prezzi stracciati in Grecia, Turchia e Siria, lavorato a Gioia Tauro e poi spedito negli Usa, dove passava la dogana come olio di sansa, per poi essere rietichettato come olio “Bel Frantoio”, extravergine di origine italiana.

IL CUORE NELLA PIANA Affari internazionali che non hanno mai distratto il clan dal feudo della Piana, dove ha continuato a battere il cuore dei Piromalli grazie ad affiliati storici e di rango come Girolamo e Teodoro Mazzaferro, Pasquale Guerrisi e Paolo D’Elia.

Alessia Candito
a.candito@corrierecal.it

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