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La Calabria è ancora vittima della maladepurazione – LE FOTO

CATANZARO Non c’è pace per il mare calabrese e le brutte notizie arrivano proprio mentre la stagione estiva sta pian piano prendendo il via. A fare luce sulle condizioni delle acque attorno alla no…

Pubblicato il: 20/07/2017 – 14:21
La Calabria è ancora vittima della maladepurazione – LE FOTO

CATANZARO Non c’è pace per il mare calabrese e le brutte notizie arrivano proprio mentre la stagione estiva sta pian piano prendendo il via. A fare luce sulle condizioni delle acque attorno alla nostra regione è, come ogni anno, Legambiente che, grazie alle analisi condotte da Goletta Verde, restituisce la fotografia dello stato di salute dei mari italiani.
Per la Calabria, come detto, non ci sono buone notizie. Nove dei ventiquattro punti monitorati lungo le coste calabresi presentano cariche batteriche elevate, in prossimità di foci di fiumi e torrenti dove molto spesso gli ignari bagnanti continuano a fare il bagno, visto che sono molto rari se non inesistenti i cartelli di divieto di balneazione e quelli obbligatori per legge sulla qualità delle acque. Con situazioni critiche ormai non più sostenibili che si ripetono anche da sette anni.

I risultati del monitoraggio sono stati presentati stamani, a Catanzaro, da Mariateresa Imparato, portavoce di Goletta Verde, Andrea Dominijanni, vicepresidente Legambiente Calabria, Luigi Sabatini, direttore regionale Legambiente, Aldo Perrotta, presidente del comitato scientifico Legambiente Calabria, e alla presenza di Francesco Esposito, segretario regionale  del sindacato medici italiani. L’incontro è stato moderato da Daniela Amatruda, della segreteria regionale di Legambiente.
Le analisi sono state effettuate in 24 punti sensibili come foci di fiumi e torrenti e gli scarichi e i piccoli canali che spesso si vedono affiorare lungo le coste calabresi. In provincia di Reggio Calabria dei sei punti monitorati tre presentano cariche batteriche oltre i limiti di legge e ricevono un giudizio di «fortemente inquinato»: alla foce del torrente Caserta, al lido comunale e alla foce del fiume Menga in località Sabbie bianche oltre che alla foce del fiume Mesima a San Ferdinando.


Reggio Calabria

In provincia di Vibo Valentia, bocciati due dei cinque campionamenti. Fortemente inquinato il prelievo effettuato alla foce del torrente Ruffa a Ricadi; inquinato poi quello alla foce del torrente Britto a Marina di Nicotera.

Marina di Nicotera 

Cinque i punti campionati anche in provincia di Cosenza, di cui uno fortemente inquinato, quello alla foce del canale del Pescatore a Villapiana Lido. Nel prelievo effettuato alla foce del fiume Crati, a Cassano allo Jonio, i parametri monitorati rientrano nei limiti di legge per un soffio.
Quattro i punti campionati in provincia di Catanzaro: per uno di questi è stato evidenziato un carico inquinante superiore a quello consentito, con un giudizio di inquinato alla foce del torrente Spilinga.
Quattro, infine, anche i prelievi effettuati in provincia di Crotone, due dei quali con cariche batteriche oltre i limiti: fortemente inquinati, come già detto, quello alla spiaggia libera a destra del castello, in località Le Castella, del Comune di Isola di Capo Rizzuto, e quello alla foce del torrente Passovecchio a Crotone.

Pizzo

Inoltre, soltanto in sette punti rispetto ai ventiquattro monitorati, i tecnici di Legambiente non hanno trovato rifiuti. Soprattutto plastica, presente nel 90% dei campionamenti effettuati.
I dati, secondo quanto spiegato da Luigi Sabatini, potrebbero però addirittura essere peggiori: «I nostri monitoraggi sono stati sicuramente condizionati dalle condizioni metereologiche, visto che molti dei punti critici, foci di fiumare e torrenti, erano a secco a causa della siccità. Il carico inquinante che di solito arriva da queste acque quindi non veniva riversato a mare come normalmente avviene».
Dura anche l’analisi di Mariateresa Imparato, che sugli spot in cui sono stati eseguiti i campionamenti ha detto: «Parliamo di malati cronici, situazioni che segnaliamo addirittura da otto anni, ma per le quali evidentemente nulla è stato fatto. Un problema, quello della cattiva depurazione che affligge purtroppo tantissime zone dell’Italia, visto che nel nostro Paese circa il 25% delle acque di fognatura viene scaricato in mare, nei laghi e nei fiumi senza essere opportunamente depurato, nonostante siano passati oltre dieci anni dal termine ultimo che l’Unione Europea ci aveva imposto per mettere a norma i sistemi fognari e depurativi. Ritardi che si ripercuoto anche sulle tasche dei cittadini, visto che le inadempienze dell’Italia nell’attuazione della direttiva comunitaria hanno portato a procedure di infrazione, in alcuni casi seguite da condanne che si tramutano in multe salatissime».Tra i problemi riscontrati da Goletta Verde, poi, anche l’assenza sistematica di cartelli in grado di avvisare i bagnanti sulla qualità dell’acqua: in nessuno dei 24 punti campionati, i tecnici di Goletta Verde hanno trovato i cartelli informativi previsti dalla normativa, che hanno la funzione di divulgare al pubblico la classe di qualità del mare (in base alla media dei prelievi degli ultimi 4 anni), i dati delle ultime analisi e le eventuali criticità della spiaggia stessa. Anche quelli di divieto di balneazione sono merce rara: solo in un caso rispetto ai nove dove non vengono eseguiti campionamenti da parte delle autorità competenti, o è stato disposto il divieto temporaneo alla balneazione, sono presenti cartelli per informare i bagnanti.
Mancanze così evidenti che in molti punti giudicati critici dai tecnici di Goletta Verde, infatti, i tecnici hanno spesso registrato la presenza di bagnanti proprio durante le operazioni di misurazione.

Alessandro Tarantino
a.tarantino@corrierecal.it

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