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Perquisizione Contrada, presentato un esposto in Procura

REGGIO CALABRIA L’avvocato Stefano Giordano, legale di Bruno Contrada, ha depositato alla Procura della Repubblica di Palermo un esposto per quanto successo la mattina del 29 luglio quando agenti del…

Pubblicato il: 03/08/2017 – 14:56
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Perquisizione Contrada, presentato un esposto in Procura

REGGIO CALABRIA L’avvocato Stefano Giordano, legale di Bruno Contrada, ha depositato alla Procura della Repubblica di Palermo un esposto per quanto successo la mattina del 29 luglio quando agenti della squadra mobile di Reggio Calabria si sono presentati a casa dell’ex numero due del Sisde per quella che il suo avvocato ha definito una «irruzione senza titolo». L’avvocato ha anche presentato alla procura calabrese una dichiarazione del suo assistito di disponibilità a riferire qualsiasi elemento e a fornire qualunque tipo di documento che possano essere determinanti per le indagini in corso sui legami fra ‘ndrangheta e Cosa nostra durante la stagione delle stragi. «Ancora non sappiamo neanche se Contrada sia indagato o no – spiega all’Adnkronos l’avvocato Giordano – ma abbiamo comunque rassegnato la nostra disponibilità a fornire la nostra collaborazione». Su quanto avvenuto il 29 luglio, il legale ribadisce che si è trattato di una perquisizione fatta senza alcun titolo. «Si sono presentati alle 8 del mattino e hanno detto di volere fare quattro chiacchiere fra colleghi – racconta –. In realtà però è stato un interrogatorio, con tanto di verbale che ho fotografato, e hanno anche chiesto al mio assistito di mostrargli la sua agenda personale».
La Questura di Reggio Calabria aveva smentito che si trattasse di una perquisizione – una prima era già stata effettuata il 26 luglio – e parlato di «un’attività di verifica e di approfondimento» nell’ambito delle indagini sui legami fra ‘ndrangheta e Cosa nostra nella stagione delle stragi. «Quando gli ho chiesto un titolo che li autorizzasse ad essere lì – prosegue l’avvocato – mi hanno risposto che avevano una “delega orale del magistrato” e per farli andare via sono stato costretto a chiamare i carabinieri».

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