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Il dialogo tra le religioni passa (anche) da Tropea

TROPEA Il vicepresidente della giunta regionale, Antonio Viscomi, ha partecipato all’incontro interculturale e interreligioso promosso nell’ambito del festival “Culture a confronto” che si è svolto a…

Pubblicato il: 22/08/2017 – 6:15
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Il dialogo tra le religioni passa (anche) da Tropea

TROPEA Il vicepresidente della giunta regionale, Antonio Viscomi, ha partecipato all’incontro interculturale e interreligioso promosso nell’ambito del festival “Culture a confronto” che si è svolto a Tropea nello scorso fine settimana. Nel suggestivo e rinnovato scenario del santuario di Santa Maria dell’Isola si sono incontrati per riaffermare una comune volontà di dialogo e il rifiuto incondizionato della violenza, Barbara Aiello (la prima rabbina donna riformata d’Italia), Hajib Mohamed (Imam di Udine), Ven. Miao Hong (monaca buddista), Enzo Petrolino (segretario regionale Cec per l’ecumenismo e membro della Consulta dell’ufficio nazionale della Cei per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso) e don Gaetano Currà (delegato del Vescovo di Mileto). Hanno inoltre condiviso con il pubblico presente la loro peculiare esperienza anche Farhad Bitani (cofondatore del Global Afghan Forum per la promozione dell’educazione dei giovani e dello sviluppo del suo Paese) nonché Maria Letizia Del Vecchio che ha descritto il programma dell’Istituto Superiore “Pasquale Galluppi”, diretto da Beatrice Lento, per sensibilizzare gli allievi sui temi del dialogo multiculturale.
«In un momento segnato dai gravissimi fatti di terrorismo in Europa, dagli scontri militari nel vicino Oriente, dalle tragedie che stanno tormentando i paesi del Centro Africa e che originano le catene migratorie che portano fino alle nostre coste – ha dichiarato Viscomi – l’occasione offerta dall’iniziativa di Tropea è veramente preziosa: essa sembra suggerire a tutti noi di riscoprire oggi, proprio oggi, il senso profondo del nostro essere collocati al centro del Mediterraneo, di riappropriarci di quel crocevia di identità, culture e popoli che è la nostra stessa storia comune, e di operare affinché il Mediterraneo torni ad essere lo spazio dell’incontro possibile tra identità e culture differenti. Per fare questo, la politica deve tornare ad essere il luogo alto del confronto e della sintesi di visioni diverse, deve abituarsi al pensiero lungo dei cicli storici rinunciando al pensiero breve, e spesso miope, dei cicli elettorali».
Nel suo intervento il professore Viscomi ha segnalato in particolare due elementi. Ricordando che «il sonno della ragione genera mostri», ha sottolineato, in primo luogo, la necessità di differenziare e specificare sempre le situazioni e i fenomeni sociali e culturali evitando generalizzazioni emotive; queste, infatti, dicono più delle paure dell’osservatore e meno della realtà osservata. In secondo luogo, ha evidenziato che identità diverse richiedo regole comuni e condivise di convivenza civile: «Accettare le differenze non vuol dire che tutto è possibile o tutto è da considerare come valido; il pluralismo delle identità, infatti, proprio per assicurare condizioni di reciproco rispetto, richiede dei valori comuni in cui innestare regole condivise. Per noi, questi valori e queste regole sono scritte nella Costituzione e si radicano nella dignità della persona da essa consacrata. Su questi temi la discussione pubblica nel nostro paese è veramente in ritardo, anche perché è più facile scrivere o leggere un post su Facebook che mettersi a studiare e ad approfondire per meglio conoscere le diversità religiose o culturali e capire come risolvere i problemi di convivenza di culture differenti». Tenendo conto dell’urgenza e dell’utilità di una discussione di tal genere, il vicepresidente Viscomi ha auspicato la nascita di una Calabria consapevole della propria identità e capace di porsi come luogo di incontro e confronto tra le culture e le religioni del Mediterraneo. «Nell’anno che abbiamo davanti bisogna riuscire a organizzare in Calabria un meeting delle culture e delle religioni del Mediterraneo, coniugando momenti di studio e di festa, riflessioni sul passato e analisi sul presente, incontri culturali e imprenditoriali. Sono sicuro che nella prospettiva della sicurezza integrata fatta propria recentemente dal Ministro degli Interno – di una sicurezza cioè che non si risolve solo nell’ordine pubblico ma si integra con le esigenze di integrazione e coesione sociale – una iniziativa del genere possa risultare di interesse nazionale e riportare la Calabria al centro di una azione politica alta, urgente e oggi ancor più necessaria». 

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