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«Sull'acqua a Cosenza si gioca una partita ambigua»

Nelle scorse settimane abbiamo seguito con interesse “il Cantiere Calabria”, ovvero le giornate tematiche relative all’attività della Regione Calabria, svoltesi all’Unical. La giornata del 15 sette…

Pubblicato il: 30/09/2017 – 7:08
«Sull'acqua a Cosenza si gioca una partita ambigua»

Nelle scorse settimane abbiamo seguito con interesse “il Cantiere Calabria”, ovvero le giornate tematiche relative all’attività della Regione Calabria, svoltesi all’Unical. 
La giornata del 15 settembre è stata dedicata, in particolare, all’acqua come bene pubblico. Il tema era: “Acqua pubblica e ciclo integrato, più qualità con meno costi”. Un titolo emblematico che ha suscitato molto interesse. Dagli interventi dei relatori si è potuto intendere che la Regione Calabria ha in mente un modello fondato sulla gestione interamente pubblica. Questo darebbe seguito a quanto sancito dal referendum del 2011, quando 780 mila calabresi si sono espressi chiaramente contro la privatizzazione del servizio idrico.
Nel corso dell’evento è stato ribadito più volte che il ciclo delle acque, dalla captazione sino alla depurazione, deve essere in capo ad un unico gestore. Poi però, guardando ai fatti, ci si imbatte per esempio nella vicenda del Consorzio Valle Crati. Un ente i cui membri hanno avuto la capacità di distruggere il concetto di cooperazione. I sindaci dell’area urbana cosentina dibattono da più anni su un progetto di project financing con un privato. Se l’affidamento dovesse andare a buon fine, ovviamente il ciclo delle acque in provincia di Cosenza verrebbe privatizzato, verrebbe frammentato, contrariamente a quanto stabilito dalla Regione.
Per tale motivo siamo perplessi per come si sta conducendo l’intera partita. Gli stessi sindaci che si riuniscono in Assemblea alla Provincia per aderire alla costituzione dell’Aic, vanno in Prefettura per l’affidamento ad un privato del servizio idrico. Tutto nella migliore tradizione calabrese.
I comuni di Cosenza, Castrolibero,  Montalto Uffugo e Rende dopo aver affossato l’Azienda e il Consorzio dal punto di vista finanziario, continuano con politiche ambigue, che rischiano di vanificare un nuovo ed importante processo.
Riteniamo, a questo punto, che la Regione in tempi brevi debba fare chiarezza sull’intera vicenda, superando l’anomalia che si è venuta a creare nella provincia di Cosenza.
Per quanto ci riguarda tale servizio deve essere totalmente pubblico. Bisogna dare seguito alla volontà dei cittadini calabresi, per garantire che il diritto ad una risorsa fondamentale e il suo prezzo non siano subordinati ad alcuni interessi di parte.

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