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«Non vi fate corrompere dalle promesse elettorali»

REGGIO CALABRIA «Con il voto noi ipotechiamo il nostro futuro. Spesso, però, nella pratica qualcosa non torna. Vi invito, pertanto, ad andare a votare». Lo afferma l’arcivescovo di Reggio Calabria, m…

Pubblicato il: 27/02/2018 – 17:31
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«Non vi fate corrompere dalle promesse elettorali»

REGGIO CALABRIA «Con il voto noi ipotechiamo il nostro futuro. Spesso, però, nella pratica qualcosa non torna. Vi invito, pertanto, ad andare a votare». Lo afferma l’arcivescovo di Reggio Calabria, monsignor Giuseppe Morosini, in un messaggio ai fedeli a pochi giorni dalle elezioni politiche del 4 marzo prossimo. L’appello al voto tiene conto, così come scrive l’arcivescovo, del fatto che «è nostro dovere morale farlo, perché astenersi significa lasciare decidere ad altri il nostro futuro», ma anche perché «è nostro dovere farlo con coscienza e responsabilità, non lasciandoci ingannare da false promesse: diciamo, pertanto, un no forte al voto di scambio», e inoltre perché «è nostro dovere farlo con oculatezza: diciamo perciò no ad un voto istintivo di protesta generalizzata, che condanna il passato, ma non costruisce il futuro».
Nella riflessione di monsignore Morosini, arcivescovo in una realtà particolarmente complessa quale quella della Locride, si evidenzia che «votiamo con uno sguardo volto al passato e uno al futuro. Non rinnoviamo la nostra fiducia a chi non l’ha usata bene nel passato. Promuoviamo, invece, chi ci garantisce, per moralità e competenza, lo sviluppo futuro, soprattutto quello della nostra Regione e della nostra città metropolitana».
Il giudizio per la classe politica non è roseo: «Finora la politica – scrive Morosini – non è riuscita a risolvere gran parte dei problemi della nostra Regione, anzi ne ha creati di nuovi, contribuendo allo spopolamento di uomini e alla perdita di risorse. Diciamo no, pertanto, ai saccheggi perpetrati nella nostra Regione negli ultimi decenni. Votiamo chi potrà garantirci veramente i diritti sanciti dalla Costituzione per tutti i cittadini italiani».
L’arcivescovo propone anche alcune soluzioni: «Chiediamo il lavoro per i giovani: basta con l’emigrazione delle forze migliori. Le imprese – spiega – vanno incentivate ad assumere con opportune politiche di detassazione del mercato del lavoro. Siano utilizzati appieno i fondi strutturali e i finanziamenti europei. Nessuno ci spiega mai perché ciò non avvenga, anche a discapito di settori così delicati, quali i trasporti e la sanità. Chiediamo, ai fini anche dell’occupazione, di supportare e di attrezzare in maniera adeguata le università, rendendole vere fucine di talenti, appetibili agli occhi dei giovani, che sognano legittimamente un futuro professionalmente gratificante. Anche la scuola – dichiara ancora Morosini – merita un’adeguata considerazione: è troppo elevato il tasso di dispersione scolastica ed è troppo il tempo che intercorre tra la conclusione degli studi e l’inserimento occupazionale. Vengano fornite ai giovani le competenze richieste dall’economia emergente, attraverso l’alternanza scuola lavoro, l’apprendistato e la formazione professionale». Sostegno è stato chiesto anche nei confronti delle famiglie e per le politiche sociali, oltre all’accoglienza che non deve più essere vista «con la logica dell’emergenza». Passando alla realtà locale della provincia di Reggio Calabria, l’arcivescovo Morosini ha posto «all’attenzione di tutti l’urgenza della questione morale che interessa politica, istituzioni e cittadinanza. Viviamo in un contesto di illegalità diffusa che si riverbera soprattutto nel mondo del lavoro, creando una frattura sempre più profonda tra popolazione e istituzioni, alimentando, a volte involontariamente, la subcultura mafiosa che vede nello Stato un nemico piuttosto che uno strumento di realizzazione della persona». Riflessioni rivolte anche alla «vocazione di città metropolitana, migliorando la rete ferroviaria e stradale, custodendo come bene prezioso il nostro aeroporto e tutte quelle infrastrutture necessarie al retto funzionamento di una città: nuovi asili ed edifici scolastici, nuove strutture aggregative e ricreative». In questo contesto, l’appello elettorale è chiaro: «Il nostro voto – scrive l’arcivescovo – sia ben ponderato e soprattutto abbia le caratteristiche della moralità. Nei limiti in cui questa legge elettorale ce lo consentirà, evitiamo di votare persone, che non danno affidamento soprattutto in riferimento alla questione morale. Non lasciamoci corrompere da promesse, che sono solo connivenze con la corruzione». Infine, l’appello «a chi ci governerà», affinché «facciano ogni sforzo per sconfiggere la criminalità organizzata, ma lo facciano pure con un buon governo e una retta amministrazione della cosa pubblica».

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