Processo “Camice bianco”, 21 condanne in primo grado
COSENZA Medici, infermieri, dirigenti e dipendenti dell’Asp di Cosenza. Sono state queste le figure coinvolte nell’inchiesta “Camice Bianco” poi trasformato in processo e che oggi vede chiusa la fase…


COSENZA Medici, infermieri, dirigenti e dipendenti dell’Asp di Cosenza. Sono state queste le figure coinvolte nell’inchiesta “Camice Bianco” poi trasformato in processo e che oggi vede chiusa la fase del primo grado di giudizio. Il giudice Marco Bilotta del Tribunale di Cosenza ha condannato: Mario Avellino (1 anno e 6 mesi 600 euro di multa), Anna Maria Conforti (1 anno e 500 euro multa), Francesca Zinno (1 anno 2 mesi 500 euro di multa), Angela Campolongo (1 anno e 2 mesi 500 euro multa), Romeo Perri (1 anno e 500 euro di multa), Anna Turano (1 anno e 2 mesi e 500 euro di multa), Ippolito Spagnuolo (1 anno e 2 mesi e 500 euro di multa), Pasquale Morrone (1 anno e 6 mesi e 500 euro multa), Marina Sammarra (1 anno e 6 mesi e 500 euro di multa), Giulia Manna (1 anno e 6 mesi e 600 euro di multa ), Pia Pignataro (1 anno e 500 euro di multa), Katja De Rose (1 anno e 6 mesi e 600 euro di multa), Annarita Salvo (8 mesi e 400 euro di multa), Carla Caputo (1 anno e 6 mesi e 600 euro di multa), Giovanna Trimarchi (1 anno e 6 mesi e 600 euro di multa), Pieraldo Russo (8 mesi e 300 euro di multa), Gisella Rizzuti (1 anno e 4 mesi e 500 euro multa), Asclepiade Felicioli ( 9mesi 500 euro di multa), Naccarato Claudio e Eugenio Presta (9 mesi e 500 euro di multa), Orlando Spizzirri (1 anno 850 euro di multa). Tutti gli indagati al termine delle indagini all’epoca dei fatti, coordinate dal procuratore Dario Granieri, furono iscritti nel registro degli indagati e successivamente rinviati a giudizio con l’accusa di reato di truffa aggravata e continuata perpetrata ai danni dell’Asp di Cosenza. Oltre alla condanna in carcere (di cui si dispone la sospensione condizionale), alla multa e al pagamento delle spese processuali, il giudice ha disposto la risoluzione del contratto di lavoro per i condannati. Assolti Elvira Vigna e Alberto Bevilacqua, difesi dall’avvocato Guido Siciliano, perché il fatto non sussiste. Assolto dal reato di truffa perché il fatto non sussiste Pieraldo Russo difeso dall’avvocato Francesco Chiaia. Perché il fatto non costituisce reato sono stati assolti anche Maria Naccarato, Luigi Carelli e Bice Cassazone.
I FATTI Secondo l’accusa, le persone coinvolte e in servizio all’ospedale civile o nelle varie sedi dell’Asp, durante l’orario di servizio, regolarmente retribuito, anche con prestazioni extra di straordinario, «con sistematicità e abitualità», hanno posto in essere condotte di truffa in danno dell’amministrazione di appartenenza attraverso la falsificazione degli orari di presenza e di uscita, mediante l’infedele timbratura del cartellino marcatempo. In una circostanza, secondo quanto reso noto, è stata accertata l’effrazione di un distributore automatico di alimenti e bevande con la conseguente asportazione del denaro contenuto da parte di due indagati.
Michele Presta
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