Legambiente: «Pronti alle barricate contro “Grassettopoli”»
CATANZARO Grassettopoli, la “città” da 300 alloggi che sorgerà tra le colline di Caraffa (ve ne abbiamo parlato qui), preoccupa gli ambientalisti. Legambiente Calabria, infatti, definisce «inquieta…


CATANZARO Grassettopoli, la “città” da 300 alloggi che sorgerà tra le colline di Caraffa (ve ne abbiamo parlato qui), preoccupa gli ambientalisti. Legambiente Calabria, infatti, definisce «inquietante quanto sta accadendo in merito alle notizie riguardanti la realizzazione di un maxi insediamento abitativo a Caraffa, in provincia di Catanzaro ed in prossimità della Cittadella regionale, che sarebbe stato autorizzato prima di acquisire il parere dei tecnici». La pratica edilizia, nata al crepuscolo del governo regionale targato Scopelliti, è stata approvata con un decreto del presidente della giunta regionale il 4 dicembre 2015 (il governatore Oliverio era in carica da circa un anno). Il gruppo di tecnici chiamati ad analizzare il progetto ha espresso il proprio parere soltanto nel 2017, bocciando l’idea ma senza poter incidere su un iter già troppo avanzato.
«La relazione dei tecnici – scrive Legambiente – avrebbe, di fatto, bloccato il progetto poiché gli impatti sono significativi e porterebbero alla riduzione o alla perdita delle funzioni del suolo, alla minore disponibilità di aree per l’attuale e le future generazioni, a impatti negativi sui servizi ecosistemici e sulla biodiversità, alla frammentazione del paesaggio, al possibile peggioramento della qualità della vita».
Il progetto, che rientra nel programma straordinario di edilizia residenziale da concedere in locazione o godimento ai dipendenti delle amministrazioni dello Stato impegnati nella lotta alla criminalità organizzata, prevede una vera e propria colata di cemento: 140.000 metri cubi per 300 alloggi e oltre 33mila per la volumetria destinata al terziario.
«Un intervento enorme – continua la nota di Legambiente – che impatta negativamente e inevitabilmente sull’ambiente. Molto negativo è stato infatti il Parere motivato di Valutazione ambientale strategica tanto da scuotere anche il Presidente Oliverio che in una nota stampa ha fatto sapere di aver invitato il Comune di Caraffa a chiarire, entro venti giorni, quali azioni intenda attivare per scongiurare le criticità ambientali rilevate e proporre una diversa soluzione localizzativa».
Legambiente lancia un appello a Oliverio «affinché revochi, in autotutela, la concessione. Diversamente, Legambiente Calabria si dice pronta ad avviare una battaglia per difendere il suolo dall’ennesima ed inutile colata di cemento».
Un progetto, quello su Caraffa, che secondo Legambiente «non ha neanche ragion d’essere visto che ci si trova in una realtà dove non vi è domanda abitativa nonostante l’offerta e alcune aree e buona parte del centro storico di Catanzaro perdono abitanti. Di sicuro, la realizzazione di un tale progetto sarebbe in netto contrasto con il concetto di “consumo di suolo zero” contenuto nel “quadro territoriale regionale a valenza paesaggistica” proposto dalla giunta regionale e approvato dopo i passaggi istituzionali nella IV Commissione consiliare dal Consiglio stesso».
Un concetto «più volte evocato dalla giunta regionale e del professore Rossi (assessore all’Urbanistica, ndr). Non si può parlare di difesa del suolo solo in relazione a eventi di dissesto o di pericolo: è necessario che la programmazione e la visione dello sviluppo del nostro territorio passi attraverso un approccio di sostenibilità ambientale. Non emergenziale, ma sistemico».
«I dati sul consumo di suolo, in Italia e in Calabria – chiosa Legambiente –, parlano di un aumento, seppure lieve, soprattutto nei comuni costieri dove si registra una media di 600 edifici per chilometro quadrato. Di seguito riportiamo le tabelle estratte dal rapporto Ispra che afferiscono al consumo di suolo in Calabria, da cui emerge un aumento di consumo di suolo a livello regionale di 143 ettari dal 2015 al 2016, mentre in provincia di Catanzaro l’aumento è di 27 ettari».
