Rimpasto e partito, la solitudine di Oliverio
CATANZARO La verità su tempi e modi del rimpasto la sa solo lui, Mario Oliverio. Il governatore ha sì sottolineato la necessità di rilanciare l’esecutivo regionale – anche in virtù dell’elezione al P…

CATANZARO La verità su tempi e modi del rimpasto la sa solo lui, Mario Oliverio. Il governatore ha sì sottolineato la necessità di rilanciare l’esecutivo regionale – anche in virtù dell’elezione al Parlamento del vice Viscomi e la defenestrazione delle “assessore” Barbalace e Roccisano –, ma non ha detto come e, soprattutto, chi saranno gli uomini o le donne che subentreranno agli uscenti. Una delle poche certezze è che Oliverio non cederà a tentativi di moral suasion o a logiche di partito. Lui stesso ha ribadito la sua volontà di fare scelte in autonomia e di voler assumere su di sé tutte le responsabilità conseguenti. Il Pd e i suoi vertici, per farla breve, potrebbero non avere alcuna voce in capitolo nella formazione del nuovo governo. Anche perché, in questa fase, dopo il tracollo elettorale i rapporti con l’ormai ex segretario Ernesto Magorno sono ai minimi termini.
CENSORE OUT? E dunque Oliverio potrebbe non avere obblighi di sorta nei confronti di chi chiede un risarcimento politico. Il riferimento è ai candidati che non sono riusciti a entrare in Parlamento. In questi giorni diversi “allibratori” quotano Bruno Censore, sconfitto nel collegio di Vibo, come possibile nuovo vicepresidente. Dall’entourage del governatore non trapelano conferme né smentite, anche se qualche membro del cerchio magico si produce in una domanda tutt’altro che retorica: «Se mette dentro Censore, allora perché tenere fuori altri sconfitti come Ferdinando Aiello, Nicodemo Oliverio o Stefania Covello?». Come dire: accontentarne uno per provocare le reazioni turbolente di altri non è affatto conveniente.
Così come non è per niente scontato l’ingresso in giunta dei consiglieri regionali. Dopo aver annunciato il rimpasto, Oliverio ha dovuto arginare le pressioni dei possibili pretendenti, «ma lui, tendenzialmente, preferirebbe mantenere una distinzione tra esecutivo e Palazzo Campanella», confessa un altro collaboratore del presidente. Si vedrà.
Quel che è certo – assicurano i bene informati – è che il governatore informerà i consiglieri per tempo. «Nessuno di loro conoscerà le sue scelte dopo aver letto i giornali». Il che significa che, molto probabilmente, Oliverio terrà un vertice con la maggioranza per ottenere un via libera politico alle sue decisioni.
TENSIONI CON MAGORNO Ma quello della giunta non è l’unico fronte caldo. Fonti qualificate riferiscono l’irritazione del governatore nei confronti di Magorno, che da giorni va ripetendo la necessità che la giunta «cambi passo». Una critica nemmeno troppo velata che avrebbe provocato le ire di Oliverio e complicato nettamente i rapporti con il segretario uscente. E gli effetti potrebbero riverberarsi anche sui futuri appuntamenti del partito.
ASSEMBLEA CONVOCATA PER IL 26 MARZO Intanto l’assemblea regionale che dovrebbe dare il via all’iter congressuale del Pd calabrese è stata convocata per il prossimo 26 marzo a Lamezia Terme. «La scelta della data del 26, rispetto a quella inizialmente indicata del 19 – spiega Peppino Vallone, presidente dell’assemblea – nasce dalla necessità di garantire la più ampia partecipazione a un appuntamento di grande importanza per il futuro del Pd Calabria. Numerosi circoli della regione sono impegnati in riunioni e assemblee, così come sollecitato dal segretario reggente Maurizio Martina in direzione nazionale; la prossima settimana inoltre coincide con l’inizio dei lavori parlamentari e, su tutto, giudico importante accogliere le precise sollecitazioni che da più parti mi sono pervenute a garantire una congrua tempistica che consenta a tutti i componenti dell’assemblea di effettuare le giuste e necessarie valutazioni politiche, in funzione dell’importante ordine del giorno che sarà discusso. L’assemblea, infatti, dovrà procedere alla convocazione del congresso. Nei giorni successivi, invece, toccherà alla direzione regionale – conclude Vallone – procedere, nel rispetto delle diverse sensibilità del partito e in modo collegiale, alla nomina di una commissione che stili le regole congressuali e accompagni il partito alla celebrazione del congresso».
Pietro Bellantoni
p.bellantoni@corrierecal.it