Il futuro della Regione si decide a tavola
RENDE Si progetta il futuro mangiando pesce e bevendo vino di Cirò di alta qualità. Il governatore della Calabria, Mario Oliverio, nella notte cambia il luogo e il ristorante per tenere la riunione d…

RENDE Si progetta il futuro mangiando pesce e bevendo vino di Cirò di alta qualità. Il governatore della Calabria, Mario Oliverio, nella notte cambia il luogo e il ristorante per tenere la riunione dei capigruppo di maggioranza, che in un primo momento era stata convocata a Falerna. La riunione si è tenuta oggi, ma nella zona di Quattromiglia a Rende. Il menù è di pesce scelto, è un Cirò Dop biologico. Oliverio ha stabilito il menu e Flora Sculco, l’unica rappresentante femminile, il vino. Il pranzo si svolge in un clima disteso. Non poteva che essere così, perché gli scontri non pagano e il costo sinora è stato molto salato. Lo sanno anche i capigruppo di maggioranza che al voto del 4 marzo scorso va data anche una chiave di lettura regionale: il centrosinistra soccombe per la considerazione negativa che i calabresi hanno sull’operato dell’amministrazione regionale. Non si può, quindi, più litigare se si pensa di restare alla guida della Regione. Oliverio lo pensa e i capigruppo di maggioranza presenti al pranzo di Quattromiglia hanno questa consapevolezza. Il Pd, che tre anni fa ha candidato proprio Oliverio, naviga in acque agitate e il futuro non si può costruire con un gruppo dirigente allo sbando. Ecco perché a parlare di futuro sono i capigruppo di maggioranza, che già tre anni fa hanno portato Oliverio alla vittoria. Il futuro si costruisce riaccendendo il motore dell’amministrazione regionale ingolfato e balbettante. C’è bisogno di fare il tagliando e i capigruppo danno il mandato ad Oliverio di iniziare le operazioni per rifare il trucco alla giunta regionale. Il pasto leggero e il vino di qualità aiutano il ragionamento, anche se non tutti credono in un recupero. La missione è di quelle che al cinema definiscono impossibile, ma il tentativo si deve fare. La speranza è l’ultima a morire. Non si sa mai.
Gaetano Megna
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