Fallimento della Nord Hotel, Barile patteggia 2 anni e 10 mesi

COSENZA Nessuna fase dibattimentale per l’imprenditore cosentino Mimmo Barile. Dinnanzi al giudice del tribunale di Cosenza ha patteggiato la pena per 2 anni e 10 mesi per il reato di bancarotta fraudolenta che gli venne contestato al termine delle indagini condotte dalla guardia di finanza e coordinate dalla procura. L’imprenditore ha optato per il “congelamento” del processo evitando dunque l’ultima tappa processuale per il fallimento della “Nord Hotel”. Aver patteggiato la pena ha significato anche fornire una serie di indicazioni utili a ricostruire tutta una catena di attività finanziarie che hanno permesso, seppur in parte, di capire l’andamento degli affari sociali nel periodo in cui era amministratore. Molte imprese, incastrate come pezzi di un puzzle, alcune delle quali, note in città. Basti pensare alla società “Hotel Centrale Srl”, alla “Ebi Srl” o alla “Ticson Srl”. L’imprenditore, che per anni è stato anche impegnato in politica militando nel centro destra, è stato il principale indagato di tutta la vicenda. Insieme a lui nel registro degli indagati finirono il fratello Ercole Barile, Gianfranco Tenuta e Giovanni Battista Guzzo. Terminate le operazioni delle fiamme gialle per Mimmo Barile la misura cautelare del carcere durò solo pochi giorni. Gli avvocati Roberto Le Pera e Francesco Gelsomino riuscirono a far scagionare il loro assistito dimostrando come per la società spagnola Ticson, Mimmo Barile, non ebbe ruoli societari nel periodo antecedente ai fatti contestati dal pubblico ministero.

mi.pr.