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«Soriero non è un turista del Pd, ma fra i responsabili della sconfitta»

CATANZARO Il richiamo all’autocritica, all’urgenza di nuove basi e nuovi temi per il Pd – espresso da Soriero – sarebbe anche condivisibile se ad esprimerlo non fosse chi dalla politica e da questo p…

Pubblicato il: 19/03/2018 – 22:12
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«Soriero non è un turista del Pd, ma fra i responsabili della sconfitta»

CATANZARO Il richiamo all’autocritica, all’urgenza di nuove basi e nuovi temi per il Pd – espresso da Soriero – sarebbe anche condivisibile se ad esprimerlo non fosse chi dalla politica e da questo partito ha avuto tutto ma ha sempre e ostinatamente agito a salvaguardia di se stesso. Ricordo con un tantino di amarezza, per esempio, le elezioni comunali di Catanzaro di qualche anno addietro, oppure, fra “dentro e fuori”, le ultime elezioni. Non è sfuggito a nessuno. Lo abbiamo osservato impegnato e molto attivo nella fase di composizione delle liste, con dichiarate e legittime ambizioni. Una volta presentate le liste senza il suo nome, il suo attivismo si è spento per poi riaccendersi a urne chiuse. Non c’è di che sorprendersi, sia chiaro. Di queste “giocate” i fuoriclasse delle liturgie ci hanno abituato nel tempo. Una volta dentro e una volta fuori dal partito. Come la roulette. Una volta rosso, una volta nero…Dispiace. Un dirigente della sua storia e della sua formazione dovrebbe sapere quanto sia importante in una fase così delicata e cruciale per il Pd e la vita democratica di questo Paese remare tutti dalla stessa parte e non già alimentare contrapposizioni interne pericolose e utili solo a irrigidire gli animi. Ma tant’è. Ne prendo atto.

Di certo, senza tema di smentita alcuna, non mi pare proprio che Soriero sia stato un turista all’interno del PD. Anzi.
Ora che annusa la possibilità di vivacchiare per qualche altro annetto sulle macerie di una sconfitta elettorale di cui porta responsabilità evidenti, pensa di poterci dare lezioni di politica applicata e di strategia da war game. Eppure quando c’era da chiedere lo strapuntino non mi pare si sia mai tirato indietro. Non ha badato all’arroganza e all’ignoranza presunta di chi adesso, e a posteriori, critica aspramente. Si lamenta di correntismo e ne capeggia una; si erge a fustigatore del meridionalismo e porta responsabilità acclarate del sottosviluppo calabrese pur avendo rivestito ruoli apicali nelle istituzioni e rivestendo ancora importanti ruoli in organismi para-istituzionali.
Ora i turisti del 4 marzo si rifanno vivi, auspicando accordi governativi con chi ha denigrato l’essenza dell’essere democratici. Certo non per assonanza ideale o programmatica ma, evidentemente, per bulimismo di potere o per parvenza di esso.
Ma anche basta con i vecchi soloni pronti sempre a fare passi avanti e mai un mezzo passo di lato.
Ma anche basta di chi almeno avesse la decenza di avere rispetto dei tanti militanti che lo hanno votato davvero il nostro partito.
A loro, ai militanti dem, che continuano a rifiutare accordi governativi e sono disposti a ripartire facendo ciò che gli italiani hanno deciso, l’opposizione, voglio solo dedicare un vecchio detto arabo. «Sul cadavere dei leoni festeggiano i cani. Ma i cani restano cani e i leoni restano per sempre leoni».

*Assemblea Regionale PD e Tesoriere PD Federazione di Catanzaro

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