CATANZARO «Il commissario Scura sulla giustificazione ai tagli ai laboratori privati accreditati mente. E lo spiegheremo in termini semplici e chiari, quasi elementari, auspicando che il commissario alla Sanità della nostra Regione possa finalmente comprendere». Francesco Bilotta (Associazione strutture ambulatoriali private accreditate Calabria) ed Edoardo Macino (Associazione nazionale istituzioni sanitarie ambulatoriali private accreditate) rispondono al commissario al Piano di rientro (qui la sua nota). E cercano di spiegare quali siano i tagli subiti dalle strutture: «Dunque: esiste un Piano sanitario regionale triennale (2016/2018) in cui è stata fissata una spesa per le prestazioni sanitarie presso strutture private accreditate. Questi importi sono stati stabiliti dall’ingegnere Scura e approvati dal tavolo “Adduce” (ex “Massicci”), cioè i ministeri di Finanze e Sanità. Si tratta di 194 milioni di euro all’anno per le case di cura private accreditate; 63 milioni sono stati attribuiti ai laboratori privati accreditati. Il totale fa 257 milioni di euro. Il commissario Scura nel 2016 rispetta questo piano. L’anno dopo, con un suo decreto, sposta 11 milioni di euro dai laboratori verso le case di cura. Noi ci appelliamo al Tar, che si pronuncerà il 12 aprile prossimo. Intanto Scura, nonostante la vertenza in corso, con due decreti emanati proprio in questi giorni, rincara la dose e porta a circa 20 milioni lo spostamento delle risorse sempre dai laboratori verso le case di cura». Riepilogando: i tagli lamentati dalle associazioni di categoria toccano i 20 milioni. «Scura – aggiungono Bilotta e Macino – giustifica questi spostamenti adducendo la necessità di finanziare prestazioni di maggiore complessità a dispetto di quelle a minore complessità, come le analisi di laboratorio, per ridurre l’emigrazione sanitaria. Scura mente. Mente sull’emigrazione sanitaria che continua a crescere. Scura mente anche sulla necessità di finanziare prestazioni più complesse, e vi spieghiamo perché. Alle case di cura la Regione dà soldi per i ricoveri (quindi prestazioni sanitarie considerate complesse), e in questa cifra all’inizio era compreso tutto, cioè dall’intervento più complicato e fino all’unghia incarnita. Scura che fa, decide che l’unghia incarnita diventa un capitolo di spesa a parte per le case di cura, e per finanziarlo sottrae soldi ai laboratori privati». «Il punto qual è – si chiedono i rappresentanti di Asa e Anisap? Così facendo Scura finanzia quelle prestazioni sanitarie minori nelle case di cura così come sono quelle a cui sottrae risorse per i laboratori privati. E questo è un fatto incontrovertibile. Scura mente anche sulle accuse che ci muove circa il non avere attuato la rete in cui, dice il commissario, la sanità pubblica è stata più brava». «Ciò che omette di dire Scura – continua la nota – è che mentre accorpando varie strutture e facendo rete nel pubblico i dipendenti in esubero vengono assorbiti dal servizio sanitario pubblico, se noi facessimo rete (e garantiamo al commissario che saremmo in grado, nonostante il suo dileggio nei nostri confronti) dovremmo licenziare il personale in esubero, cioè oltre 400 persone perderebbero il posto di lavoro. A meno che il commissario Scura prenda pubblicamente l’impegno di assumere tutti nelle strutture pubbliche». «Scura, poi, con evidente atteggiamento masochistico – proseguono Bilotta e Macino –, allude a presunti “sabotaggi” a Tac e Risonanze delle pubbliche per favorire i privati. Deve, il commissario, provare proprio un grande piacere nel farsi del male denunciando queste cose, perché la domanda che sorge spontanea è: “Ma non è lui il commissario ad acta alla sanità calabrese del Governo regionale? Non dovrebbe essere suo compito indagare e, soprattutto, intervenire su certe cose? Che senso ha fare allusioni anziché presentare denunce circostanziate alla magistratura?”». «Infine – chiosano i due –, oltre a mentire Scura sbaglia nell’amministrare la sanità calabrese. Non lo diciamo noi, lo ha già stabilito il Tar annullando tutti, ma proprio tutti i decreti che fissano i tetti di spesa per gli anni, 2014, 2015 e 2016. E, verosimilmente, il prossimo 12 aprile Scura si vedrà annullato anche il decreto che stabilisce il tetto di spesa per il 2017. Questi errori commessi dal commissario, sanciti, lo ripetiamo, da sentenze del Tribunale amministrativo, determineranno solo tra anni il risarcimento dei danni ai privati, caricati di interessi e rivalutazioni, danni che pagheranno i calabresi, ovviamente, mentre Scura starà godendosi la pensione coi suoi amici».
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