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Codacons: «La Regione salvi le spiagge dall'erosione»

L’associazione pone l’attenzione sul restringimento delle spiagge. E annunciano: «Senza garanzie ci rivolgeremo alla Procura»

Pubblicato il: 05/05/2018 – 16:33
Codacons: «La Regione salvi le spiagge dall'erosione»

CATANZARO «La Calabria ha ben 800 chilometri di coste, un patrimonio enorme che, purtroppo, di anno in anno registra un costante restringimento». È quando afferma, in una nota, il Codacons. «Soprattutto negli ultimi anni si sono “ristrette” quelle spiagge che rappresentano, tra l’altro, un enorme valore economico, in quanto attraggono turismo. E non è certo colpa del mare – spiega Francesco Di Lieto del Codacons – perché le responsabilità sono tutte dell’uomo che attraverso una edificazione selvaggia, più o meno tollerata, finisce per distruggere le indubbie potenzialità della nostra regione».
«Per limitare l’erosione – continua Di Lieto – occorrerebbe: limitare le opere antropiche in prossimità delle coste; impedire l’estrazione di inerti lungo i fiumi, che operano il ripascimento delle spiagge per ripristinare l’equilibrio tra erosione e deposito; valutare seriamente quale impatto hanno le opere realizzate in questi anni per attenuare il fenomeno erosivo ed eventualmente ricorrere alle più recenti tecniche di interventi di ripascimento.
Purtroppo nonostante le indicazioni dei soggetti preposti, si è preferito chiudere gli occhi e consentire di deturpare le coste anche realizzando opere pubbliche, praticamente sulla spiaggia.
Il Codacons chiede alla Regione di «“salvare le coste” attraverso l’apertura di una indagine tecnica per analizzare e recepire gli input forniti da Cnr, università e Autorità di bacino e, finalmente, contrastare seriamente il fenomeno dell’erosione delle spiagge in Calabria per impedire lo scempio del territorio e preservare nel tempo un patrimonio, ambientale e turistico, che sta scomparendo». «In mancanza di garanzie – concludono dal Codacons – non rimarrà che rivolgerci in Procura affinché si proceda per disastro ambientale nonché alla Corte dei conti per l’evidente sperpero di danaro in opere pubbliche realizzate finanche sulla spiaggia».

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