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Diamante, l’ecomostro e il conflitto d’interessi

Il «divorzio» tra Magorno e il sindaco Sollazzo in un messaggio whatsapp. Il possibile ribaltone. Il legame tra Savarese e il presidente del consiglio comunale che passa (sempre) dal Palestrone. Tutt…

Pubblicato il: 05/05/2018 – 18:56
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Diamante, l’ecomostro e il conflitto d’interessi
DIAMANTE «Questa sera Savarese ha sputato veleno contro di me. Tu sei stato zitto: ma quale dignità hai, ma perché non te ne vai? Tu non hai più il mio sostegno, sei un usurpatore politicamente di un ruolo che hai avuto anche grazie al mio appoggio. Abbi dignità e dimettiti». C’è anche questo messaggio whatsapp – inviato da Ernesto Magorno al sindaco Gaetano Sollazzo in uno dei momenti chiave della crisi politica a Diamante – nella disfida che catalizza l’attenzione della “Perla del Tirreno”. C’è questo sfogo, del quale il primo cittadino ha letto soltanto una parte (da «quale dignità hai» in poi) nel corso della sua conferenza stampa di sabato mattina. Il senatore, nella sua contro-conferenza, ha voluto leggerlo tutto per spiegare che il discorso era un po’ più ampio («Magorno non è impazzito», ha detto). Ma soprattutto, rispondendo a una domanda dei cronisti, per lasciar intendere che il succo della crisi sta nella premessa. IL «PREZZO POLITICO» Si torna sempre lì, e cioè al reale ruolo di Pino Savarese, architetto-costruttore-politico, nel dipanarsi di questa crisi. Lo lascia intendere, l’ex segretario regionale del Pd, anche quando rievoca gli ultimi passaggi politici della vicenda: «Il sindaco sapeva, fin da quel messaggio (che risale ai giorni successivi all’approvazione del bilancio, intorno al 20 aprile, ndr) che la mia posizione era di non sostegno all’amministrazione. Eppure ha scelto di mantenere in giunta i tre consiglieri che fanno riferimento al Partito democratico per poi defenestrarli per “colpa” del rapporto che hanno con me. È per questo che gli chiedo: era un prezzo politico da pagare a qualcuno? La risposta però non posso darla io». Chissà che non la dia direttamente il sindaco nel confronto televisivo (il proscenio dovrebbe essere TeleDiamante, alle 20) che Magorno ha chiesto a Sollazzo per lunedì prossimo (ma si attende la risposta del primo cittadino). RIBALTONE E INVESTIMENTI Ci sono gli investimenti (in primis quello sul porto) e la speculazione edilizia al centro di questa rottura (Magorno la chiama «divorzio») che fa dire al senatore dem: «Meglio un buon commissario che governa bene per un’estate che un sindaco che non ha più una maggioranza capace di fargli gestire il Comune». In teoria, infatti, la maggioranza non c’è più: i tre consiglieri legati a Magorno e i quattro (due per parte) di Per una Diamante migliore e Diamante Futura potrebbero dimettersi e mandare a casa la giunta. Ma il punto è proprio questo: Diamante Futura è il movimento di Pino Savarese e il ribaltone, nella città dei murales e del Festival del peperoncino, pare dietro l’angolo. 
Il guaio è che le nuove “nozze” – ammesso che il sostegno al sindaco da parte di Diamante futura diventi ufficiale – rischiano di portarsi dietro voci fastidiose. Che affondano le radici in vecchie (e nuove) speculazioni edilizie. Si finisce per tornare sempre lì, al Palestrone di Cirella, ecomostro “intoccabile” e oggetto, da una quindicina di anni, delle attenzioni di ambientalisti (che speravano di abbatterlo) e potenziali investitori (che vorrebbero lucrarci sopra). UN (POTENZIALE) CONFLITTO D’INTERESSI Nel 2004, quando la struttura divenne un caso, Savarese si muoveva sullo sfondo dell’affare. Poi divenne proprietario della costruzione, progettata da sua moglie. Ora il Palestrone ha ottenuto un cambio di destinazione d’uso: da struttura riabilitativa potrebbe diventare un’area residenziale. E alle deliberazioni di giunta e consiglio comunale nelle quali si è decisa questa mini rivoluzione urbanistica non ha partecipato l’allora vicesindaco di Diamante, Francesca Casella, moglie dell’ex sindaco e oggi senatore Pd Magorno. Nei piccoli centri, però, le voci non si fermano mai. E molti ricordano che Savarese non è l’unico politico a gravitare attorno all’affare. Nell’elenco degli investitori interessati ci sarebbe anche Bernardo Riente, attuale presidente del consiglio comunale di Diamante. Riente è di Cirella ed è l’unico politico della frazione a cui il sindaco Sollazzo – che di Cirella controlla i destini elettorali da anni – ha consentito di avere una carriera politica (per quanto “locale”). Riente, a quanto pare, conserverebbe interessi su alcuni locali del “Palestrone”, utilizzati dal lido balneare di sua proprietà. In questo quadro, dunque, anche il presidente del consiglio comunale sarebbe stato interessato all’approvazione della nuova destinazione d’uso della struttura. Se fosse così, le ombre del conflitto d’interesse sulle scelte della giunta regionale sarebbero ancora più dense. E la frase sibillina di Magorno sul «prezzo politico» da pagare un po’ più chiara. (ppp)
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