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Crotone, la coca viaggiava nei camion della frutta – VIDEO

L’attività di spaccio “coperta” dalle bancarelle. L’organizzazione era capace di muovere la droga anche dal carcere. I contatti degli arrestati con le cosche di Isola Capo Rizzuto e del Reggino. E …

Pubblicato il: 15/05/2018 – 13:09
Crotone, la coca viaggiava nei camion della frutta – VIDEO

CATANZARO Si chiama “Fructorum” l’operazione antidroga condotta dal Nucleo operativo e radiomobile dei carabinieri di Crotone, coordinati dalla Dda di Catanzaro (qui la notizia dell’operazione). Un nome scelto non a caso visto che molti appartenenti all’organizzazione sono venditori ambulanti di frutta e verdura che si servivano della propria attività come paravento per la vendita degli stupefacenti. Il gruppo trattava cocaina, eroina, marijuana, e la rete di contatti per il rifornimento e la vendita dello stupefacente era molto vasta. La cocaina, in particolare, veniva acquistata nel Reggino, a Cinquefrondi, vicino a Gioia Tauro. Ma anche il Catanzarese era luogo di rifornimento, sulla costa di Lido. Venti le persone finite in carcere, e una con l’obbligo di firma, che dovranno rispondere a vario titolo alle accuse di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti, ricettazione di un giubbotto antiproiettile provento di furto a un istituto di vigilanza di Corigliano Calabro. I reati fine sono tantissimi, 12 pagine, ha detto il procuratore capo di Catanzaro, Nicola Gratteri il quale ha specificato come questa indagine parta da alcune intercettazioni telefoniche che hanno poi portato i militari a una lunga attività sul campo fatta di pedinamenti, intercettazioni e un monitoraggio non sempre facile visto che l’organizzazione aveva le sue regole e le sue strategie di sicurezza. Nel corso dei viaggi nel Reggino, per esempio, adoperavano delle auto o moto a far da staffetta per intercettare eventuali posti di blocco o “pericoli” e precedevano le auto o i camion della frutta usati per il trasporto della coca. Durante i viaggi, per non essere intercettati, potevano non proferire parola anche per due ore di fila, ha raccontato il maggiore Martino, comandante della Compagnia di Crotone.
E quando parlavano il linguaggio era quella da venditori di frutta e verdura – come ha spiegato il colonnello Colella, comandante provinciale dei carabinieri di Crotone –, se si parlava di patate poteva voler dire che il carico di droga era consistente, era più scarso se si riferivano alle fragole.
https://www.youtube.com/watch?v=VmwBkg4DbTI&feature=youtu.be
SPACCIO DAL CARCERE Come ha raccontato il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, anche dal carcere gli indagati erano in grado di organizzare lo spaccio. Sfruttavano le telefonate che ad ogni detenuto sono concesse verso un numero fisso per parlare con un congiunto. In questo caso i sodali si facevano trovare a casa dei detenuti all’ora concordata per la telefonata, e così ricevevano gli ordini. Al vertice del gruppo criminale gli inquirenti hanno designato Antonio De Biase, e Pantaleone Laratta, «con il ruolo di promotori e organizzatori e, nello specifico Antonio De Biase, con l’ausilio di Mario Cimino, impone il proprio canale di rifornimento di sostanza stupefacente al quale deve ricorrere Pantaleone Laratta che dall’aprile 2015, ottiene maggiore autonomia nella gestione del traffico e dello spaccio di sostanze stupefacenti di vario tipo in Crotone». Non sono mancati, spiegano gli investigatori, momenti di tensione e conflitto all’interno del gruppo, calmierati però dalla presenza delle cosche di Isola Capo Rizzuto e Cirò, che tutto governano e danno il placet per ogni attività. Gli arresti, così, assestano – come ha sottolineato il procuratore aggiunto Vincenzo Luberto – un duro colpo in un territorio fortemente caratterizzato dalla presenza capillare delle consorterie. D’altronde, per esempio, Antonio De Biase è stato coinvolto nel 2013 nell’operazione “Old Family” “per i reati di partecipazione all’associazione di tipo ‘ndranghetistico operante nella città di Crotone già localmente denominata rispettivamente cosca Vrenna–Corigliano-Bonaventura-Ciampà-Megna. Ma i contatti erano solidi anche con le cosche del Reggino. Francesco Ruggero, per esempio, a marzo 2014 aveva violato gli obblighi di sorveglianza speciale con soggiorno nel Comune di Crotone, allontanandosi e «portandosi in contrada Pietracciani di Cinquefrondi (RC) presso l’abitazione di Ladini Giuseppe, soggetto pluripregiudicato inserito nella cosca “Fomiglio-Tigani”, viaggiando a bordo del motociclo Yamaha “R6” accompagnando Pantaleone Laratta ePasquale Torromino che viaggiavano a bordo di autovettura».
https://www.youtube.com/watch?v=aNEX2EUJtjU
SPACCIO A LIPARI Il gruppo criminale era in contatto con un autotrasportatore siciliano, Stefano Giuffrida, che comprava dai crotonesi e spacciava a Lipari, nelle Isole Eolie. Giuffrida è accusato di avere «illecitamente detenuto, ai fini di spaccio, una imprecisata rilevante quantità di sostanza stupefacente del tipo marijuana e cocaina ricevuta da Antonio Gaetano, quale suo diretto contatto, Pantaleone Laratta eGiancarlo Perri, questi ultimi che portavano lo stupefacente nei pressi dell’abitazione del Gaetano ove con questo la cedevano al Giuffrida Stefano; detta sostanza stupefacente Giuffrida Stefano la occultava nel filtro della nafta del suo autocarro Fiat “Daily 35” e la trasportava alla isola Lipari dell’arcipelago delle Isole Eolie al fine di lì smerciarla tramite complicità di tale Livio».

Alessia Truzzolillo
a.truzzolillo@corrierecal.it

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