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«Lo sviluppo del porto di Gioia Tauro? Solo estirpando la malapianta»
di Alberto Meliadò
Pubblicato il: 25/05/2018 – 15:33
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Caro direttore,
Leggo il suo giornale online è apprezzo spesso gli editoriali da lei divulgati, nella fattispecie mi congratulo con lei per l’analisi fatta sul porto di Gioia Tauro con l’articolo dello scorso 22 maggio ed in particolar modo nel passaggio in cui lei evidenzia l’aspetto che il porto dopo oltre 20 anni dall’inizio delle sue attività ancora è nelle mani della ndrangheta, perché di fatto dopo tutti i reportage e le denunce lo Stato come istituzione massima si è sempre girato dall’altra parte.
Chi le scrive ha avuto modo, per la pregressa attività lavorativa, di conoscere le dinamiche che da sempre hanno afflitto questa straordinaria infrastruttura. Allo stato attuale, come dal 1995 vi è il duopolio costituito dentro il porto inizialmente da MCT Contship – Maersk e successivamente e attualmente da MCT Contship – MSC mentre per il retroporto continua da sempre a imperversare la ‘ndrangheta con il placet di importanti pezzi del nostro Stato. Le voglio raccontare una vicenda che purtroppo riprende queste collusioni grandi e piccole della nostra terra, siamo nel 2007 il presidente della Giunta regionale è Agazio Loiero mentre ministro dei Trasporti è Alessandro Bianchi. Premesso che dopo aver subito Claudio Burlando che per gli interessi campanilistici del porto di Genova aveva osteggiato l’infrastrutturazione ferroviaria del porto mettendo a capo delle Ferrovie un altro genovese, Bussolo, che non permise l’avvio del raccordo ferroviario dal porto a Rosarno. Con il ministro Bianchi e l’insediamento di Mauro Moretti a capo di Ferrovie, per gli stimoli continui del primo, lo stesso Moretti si attiva per implementare l’infrastrutturazione ferroviaria del porto; si progetta tra le altre cose il gateway ferroviario mentre Bianchi facendo pressioni su Contship, che non ne voleva sapere, riesce a far sedere allo stesso tavolo sia Ferrovie che Contship. A questo punto si organizza un incontro presso autorità portuale con la presenza della Regione, quindi ci si aspetta che la stessa l’Ente sia in prima fila, su una iniziativa dove Ferrovie mette duecento milioni di euro e la possibilità di sviluppare attività lavorative per un centinaio di persone e quasi duecento di indotto. Succede invece che da Roma scende Moretti, da Livorno viene l’ad di Contship Italia e per la Regione Calabria Loiero si «scusa» e manda il capo di gabinetto che mi sembra si chiamasse Maccarrone. Non se ne fece niente perché oltretutto l’autorità portuale che prima aveva indicato in Calabria l’area che avrebbe interessato il progetto Gateway, ritrattò tutto e quel giorno stesso comparì una recinzione su quel terreno abbandonato ma interessato al progetto di sviluppo. Quindi opportunità persa. La malapianta vince e le ferrovie investono quei soldi a Trieste.
Mi creda, il potenziale del porto è enorme io ci sono andato tantissime volte e conosco molto bene questa realtà, ma purtroppo si sta perdendo troppo tempo è non bisogna muoversi in ordine sparso come ha fatto Oliverio per il labile pennacchio, ma fare squadra e sistema. Certamente la Zes sarà importante perché legata a tutta una serie di progetti infrastrutturali ma bisogna tenere conto che tutto ciò sarà realizzabile solo quando lo Stato avrà voglia di estirpare la Malapianta.
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