COSENZA Valentina è una biologa. La Regione Calabria ha investito su di lei e adesso lavora in un laboratorio privato ma accreditato nel servizio sanitario regionale. «La struttura in cui lavoro è in ginocchio. La Regione in questi anni ha finanziato i miei studi all’estero e in altre città italiane, ho deciso di tornare nella mia regione per mettere le mie conoscenze a disposizione della mia terra ma se continua così sarò costretta ad andarmene o lavorare in un call center». Cosenza per un giorno si riscopre terra “rossa” e di protesta. I sindacalisti scelgono il capoluogo bruzio per chiedere la fine del commissariamento e lasciare che sia la politica a prendersi le responsabilità sul diritto alla salute dei calabresi. I coordinamenti sindacali di Cosenza e Pollino Sibaritide fanno sfilare i loro iscritti per più di un chilometro, il clima fresco dopo i giorni di caldo è dalla loro parte. Quando il corteo arriva sotto la sede dell’Asp di via Alimena le serrande di qualche ufficio si abbassano. Dal palco arrivano le invettive a Massimo Scura prima, a chi ha gestito negli anni la sanità in modo clientelare poi. E non è un caso che la manifestazione arrivi il giorno dopo lo stop, delle cliniche accreditate, agli esami specialistici e alle analisi gratuite.
L’ORA BUIA DELLA SANITÀ Sono quasi otto gli anni in cui c’è un commissario a gestire la sanità calabrese. E sono proprio i risultati ottenuti in questi anni di commissariamento che non convincono più neanche i sindacalisti della Cgil. «Scura ha fallito – dice Angelo Sposato -. La sanità deve ritornare al centro del dibattito politico e soprattutto deve tenere in considerazione quelle che sono le necessità dei calabresi non dei piani di rientro». Il segretario calabrese della Cgil annuncia durante il corteo l’intenzione di continuare, nelle prossime settimane, con delle manifestazioni che coinvolgano tutta la regione. «Non vogliamo una sanità che si occupi di politica e giochi di potere – aggiunge il segretario – ma che sia a dimensione del malato». I risultati delle gestioni commissariali sono state poi al centro dell’intervento del segretario nazionale alla funzione pubblica. «La logica del mantenimento dei conti economici non ha prodotto effetti benefici. Poi ci vuole una inversione del finanziamento pro capite, anche perchè è proprio in questo che la Regione Calabria risulta essere una delle più penalizzate». Serena Sorrentino ha poi aggiunto: «Sono stati sanciti i nuovi Lea, ma non sono stati finanziati adeguatamente, è logico che il servizio sanitario nazionale deve essere rifinanziato non decurtato». A sfilare in città anche diversi consiglieri regionali. Giuseppe Giudiceandrea organizza anche uno striscione con i suoi “Democratici e Progressisti”. In piazza anche Guccione con i suoi Dems e Giuseppe Aieta.
NUOVO OSPEDALE Non poteva passare sotto traccia la costruzione del nuovo nosocomio nell’area urbana di Cosenza. Tutto tace sulla possibile riunione dei capigruppo, anche perché i consiglieri hanno appreso la notizia solo dagli organi di informazione. Insomma sembra esserci un vero corto circuito a palazzo dei Bruzi. Mentre oggi l’assise di Rende si riunirà per ribadadire ancora una volta al governatore Mario Oliverio la totale disponibilità nell’ospitare la nuova struttura. «L’intero dibattito è inutile – dice Calabrone -. L’ospedale si deve fare ma dobbiamo fare i conti con dei tempi di costruzione che non saranno certo celeri. Per questo dobbiamo fare in modo che nel frattempo l’Annunziata non venga svuotata di servizi e vengano attuati provvedimenti che consentano agli operatori di lavorare in assoluta tranquillità»
Michele Presta
m.presta@corrierecal.it
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