CATANZARO Associazioni sul piede di guerra contro l’introduzione di una tassa sui cassonetti posizionati su suolo pubblico a Catanzaro. Il “Pungolo” e “I Quartieri”, presieduti rispettivamente da Francesco Pitaro e Alfredo Serrao, hanno notificato stamattina un atto al Comune di Catanzaro con cui hanno chiesto al sindaco, al presidente del Consiglio comunale e all’assessore all’Ambiente il ritiro della delibera comunale con cui è stato previsto a carico dei contribuenti un ulteriore tributo per la allocazione dei necessari bidoni su spazio pubblico. «Nell’atto – scrivono Pitaro e Serrao – è stato rilevato che i contribuenti già pagano la Tari, che è tributo comprensivo dell’intero servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, e che, pertanto, non può essere preteso dalla comunità un altro tributo (per la allocazione dei bidoni) con riferimento allo stesso servizio. Più precisamente, è stato detto, quel tributo, ove dovuto, dovrà essere posto a carico del Comune di Catanzaro o della Società che si occupa del servizio di raccolta rifiuti per come statuito dalla Cassazione sezione tributaria con le sentenze 22490/2017 e 2921/2015». Le due associazioni – aggiungono Pitaro per il “Pungolo” e Serrao per i “Quartieri” «hanno chiesto al Comune di non duplicare il tributo per il servizio di raccolta dei rifiuti (con la contestuale imposizione della Tari e della Tosap)» e hanno chiesto al sindaco di Catanzaro, al presidente del Consiglio comunale e all’assessore all’Ambiente di «porre in essere entro 7 giorni ogni iniziativa e attività politico-amministrativa diretta al ritiro e/o all’annullamento e/o alla revoca , anche in via di autotutela, della delibera 57/2018 e di ogni altro atto e provvedimento analogo e/o equivalente prevedendo, contestualmente, che il tributo per l’occupazione del suolo pubblico, ove dovuto, sia sopportato dallo stesso Comune di Catanzaro e/o dalla società che si occupa del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e che comunque sia esonerato l’utente/cittadino sui cui già grava la Tari». In caso di mancato riscontro del Comune a queste richieste, il “Pungolo” e i “Quartieri” annunciano «tutte le necessarie iniziative, anche di tipo giudiziario».
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