Fico a San Ferdinando: «Oggi è il giorno del dialogo» – VIDEO
Il presidente della Camera visita la cittadina reggina dopo il brutale omicidio di Soumayla Sacko. «Ora restituire il corpo alla sua famiglia». Ma evita le domande sulla chiusura dei porti disposta d…

Poi si dilegua all’interno della tendopoli, insieme a un folto schieramento di polizia, il prefetto di Reggio Calabria, Michele di Bari, il questore Raffaele Grassi, i comandanti provinciali dei Carabinieri, Giuseppe Battaglia, e della Guardia di Finanza, Flavio Urbani. E nessuno lo può seguire.
L’incontro con la delegazione dell’Usb guidata da Aboubakar Soumahoro e dai fratelli di Soumaylia, arrivati dalla Francia, è interdetto alla stampa. Nessuno si può avvicinare, al massimo – dice lo staff del presidente della Camera – si può riprendere da lontano.
LA QUOTIDIANA AGONIA DEL GHETTO Chi c’era dice che Fico ha ascoltato molto e ha parlato poco, per lo più limitandosi ad osservare la serie di baracche di lamiera che per tanti braccianti sono casa. È lì, gli spiegano, che chi lavora i campi è costretto a vivere. Nessuno fra i proprietari di grandi fondi agricoli, piantagioni e frutteti rispetta il contratto agricolo nazionale, nessuno da ai braccianti salario regolare, vitto e alloggio, come la legge prevede. I più sono costretti a lavorare in nero, a giornata o a cassa di agrumi o ortaggi raccolta. Tutti o quasi sono regolari, alcuni hanno i documenti in mano, altri attendono il rinnovo che – denuncia il rapporto annuale di Medu – può tardare fino a un anno. Fico ascolta, annuisce, poi si rivolge ai familiari di Soumayla promettendo massimo impegno per agevolare il rientro della salma in Mali, dove la attendono la moglie e la figlia di 5 anni del sindacalista maliano ucciso. La visita inizia e finisce in non più di un quarto d’ora. Poi arriva il momento di spostarsi alla nuova tendopoli, messa su dalla prefettura lo scorso agosto.
QUESTIONE DI DIRITTI DEI LAVORATORI Lì la situazione è decisamente migliore. Quando piove non si cammina nel fango grazie ad un sistema di drenaggio, ci sono le docce e l’acqua corrente, le tende non sono sovraffollate. Ma non c’è posto per tutti, neanche adesso che la stagione delle arance è finita e solo in pochi, circa 1500, sono rimasti a lavorare fra i campi e le serre della zona. «Qui la situazione è migliore rispetto al ghetto dove ci sono condizioni disumane».
Ma la questione – dice – è un’altra. «Qui parliamo di diritti dei lavoratori, perché siamo in una Piana che produce agrumi, che produce arance meravigliose, quindi le aziende agricole devono avere braccianti. Che siano con il permesso di soggiorno o italiani, i datori di lavoro devono occuparsi anche dell’alloggio e il vitto. Se non ce la si fa, si devono mettere in campo altre situazioni, magari usando i fondi europeo o contando sull’appoggio dei sindaci per l’accoglienza diffusa». E fiducioso aggiunge «C’è un ottimo ministro del Lavoro, saprà occuparsi della cosa» tirando per la giacca il capo politico del movimento Cinque stelle, Luigi Di Maio. Sull’Aquarius invece glissa ancora e continua a farlo fin quando non termina anche la terza tappa, al Comune di San Ferdinando.
AQUARIUS, LA MOSSA DELLA SPAGNA È UN SEGNALE POSITIVO Quando termina l’incontro con il sindaco, Andrea Tripodi, e alcune delle associazioni che lavorano fra tende vecchie e nuove, il nodo è stato sciolto. La Spagna si è detta disponibile ad accogliere i migranti che l’Italia ha di fatto respinto, negando alla nave della ong il permesso di attraccare con il suo carico di oltre 600 naufraghi. E Fico si allinea al leit motiv di governo che plaude alla prova di forza: «È da molto che l’Italia chiede solidarietà e aiuto da tutta Europa rispetto ad una situazione che sta gestendo in prima linea nel Mediterraneo. L’Italia è stato ed è un Paese accogliente per tradizione, ma è chiaro che la situazione deve essere di solidarietà generale e questo l’Italia lo chiede da molto tempo. E anche il fatto che la Spagna abbia accettato l’idea di una solidarietà nel Mediterraneo più condivisa secondo me è un dato importante. Si pone una questione che deve essere affrontata dall’intera Europa».
Nel frattempo, nel Mediterraneo sono stati soccorsi quasi mille migranti che viaggiavano su imbarcazioni di fortuna. Sono tutti sulla Diciotti, nave militare italiana. E in tanti si chiedono se anche nel caso di una nave militare italiana il governo avrà il coraggio di negare l’attracco in porto.
PARTE CIVILE? NON CI HO PENSATO Nel frattempo, il presidente della Camera si allontana da San Ferdinando, diretto alla cooperativa Valle del Marro, quarta e ultima tappa del suo rapido passaggio in Calabria. Sembra soddisfatto della giornata servita, afferma, «per incontrare tutti ed avere informazioni, per facilitare un dialogo. Non è il giorno delle contrapposizioni, sono la terza carica dello Stato. Oggi è il giorno del dialogo, della pace e del lavoro tra le istituzioni». Parla ancora di vicinanza e solidarietà ai familiari di Sacko, ai suoi amici, a chi è stato colpito dalla sua perdita. Ma se qualche ministero o attore istituzionale si costituirà parte civile in un futuro processo non lo sa dire. «A questa cosa non ho ancora pensato».
MAGORNO: SI SPENDA PER SALVARE I MIGRANTI «Accogliamo con favore l’arrivo del pr
esidente Fico a San Ferdinando, per far visita alla comunità immigrata che anche oggi piange il giovane Soumaila Sacko, giustiziato per aver preso lamiere in una fabbrica abbandonata». Sono parole del senatore pd Ernesto Magorno sulla visita del presidente a San Ferdinando. «Incrocerà – continua Magorno – il presidente Fico dolore e disperazione, conoscerà la condizione di degrado a cui sono sottoposti centinaia di profughi, verificherà le condizioni disumane di vita e di lavoro. Oggi, proprio oggi, il presidente Fico dalla Calabria potrà dimostrare nei fatti e non attraverso rituali dichiarazioni che la carica alta che ricopre è ispirata ai valori universali della nostra democrazia. Dimostri il presidente che è un uomo e si spenda per salvare i migranti bloccati dal ministro Salvini e dal ministro Toninelli a largo del Mediterraneo. Sarebbe il miglior modo per rendere giustizia alla morte di Sacko e restituire un minimo di dignità agli immigrati di San Ferdinando».
Alessia Candito a.candito@corrierecal.it
https://www.youtube.com/watch?v=uiWuQfidwIE&feature=youtu.be