NAPOLI Un accordo politico per tutelare al meglio gli interessi del Sud attraverso «una grande battaglia comune per il Mezzogiorno». E, il governatore siciliano Nello Musumesi commenta con un «perché no?», anche la prospettiva – molto sfumata – di un partito dei governatori del Sud («Se ne avverte l’esigenza – dice il presidente della Regione Sicilia – non lo vedrei di cattivo occhio»). Ad ascoltare la proposta del governatore campano Vincenzo De Luca ci sono tutti i presidenti delle regioni del Sud chiamati a raccolta a Napoli per verificare la possibilità di varare politiche economiche comuni all’interno di un accordo politico. Nelle sale ottocentesche di Villa Pignatelli rispondono all’appello di De Luca Nello Musumeci (Sicilia), Mario Oliverio (Calabria), Marcello Pittella (Basilicata), e Donato Toma (Molise). In collegamento c’è Michele Emiliano (Puglia). Dinanzi a un Sud che nell’ultimo decennio ha continuato a perdere colpi, per De Luca servono provvedimenti «choc» per dare speranza ai giovani, come un grande piano per il lavoro, ma serve anche che le Regioni meridionali mettano da parte i distinguo per andare uniti alla battaglia ai tavoli in cui si decidono i giochi. «È indispensabile fare una battaglia per il Sud – dice – per difendere i nostri interessi, trovando un accordo politico tra noi nei giorni in cui nasce il nuovo governo perché quando si tratta di trovare le risorse il Nord è compatto, senza distinzioni di destra e sinistra, il Sud invece no. Dobbiamo imparare – è l’appello che il governatore campano rivolge ai colleghi – a fare lobby in maniera positiva per tutelare le nostre comunità». Rivedere il criterio che regola il riparto delle risorse sulla base degli investimenti pregressi e della qualità dei servizi è la prima battaglia che De Luca lancia per impedire «che chi è già all’inferno continui a sprofondare per scelte sbagliate che appartengono al passato e a un modo pulcinellesco di rappresentare il Mezzogiorno che non esiste più». «E dobbiamo combattere – aggiunge – perché le risorse destinate alle infrastrutture del Sud siano mantenute o incrementate».
I governatori delle sei Regioni hanno sottoscritto un memorandum per il rilancio del lavoro pubblico nel Mezzogiorno. «Nei prossimi cinque anni – si legge nel documento – nel nostro Paese andranno in pensione circa 450mila persone. Occorre accelerare fortemente i tempi di reintegro. Per il Sud è una grande occasione per abbassare l’età media dei lavoratori e aumentare il numero dei laureati. Tutti obiettivi che le sei regioni firmatarie del memorandum condividono e che possono perseguire senza costi ulteriori di bilancio pubblico perché tutte le assunzioni verranno effettuate rispettando i vincoli di finanza pubblica vigenti. La Pa – si conclude il documento – deve tornare ad essere un pezzo fondamentale del motore dello sviluppo del Mezzogiorno».
«L’iniziativa di oggi è il punto di partenza di un percorso perché le Regioni del sud possano stringere un patto», ha detto Oliverio. Le regioni meridionali «per esprimere le loro potenzialità – ha aggiunto – hanno bisogno di
negoziare con le istituzioni nazionali con un peso forte, partendo dal lavoro e poi sulle infrastrutture, i servizi, il sistema produttivo. Intorno a questi temi – ha concluso il governatore – è necessario che il Sud cominci a parlare un linguaggio comune elaborando anche una proposta comune, perché assieme si pesa e si cresce, divisi come è stato finora si è deboli e non si incide».
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