CATANZARO È la terza defezione in poche settimane. E arriva a poco più di un mese dalla nomina. Claudio Caiola è diventato, «temporaneamente», responsabile dell’Unità operativa di “Coordinamento delle emergenze, dei sistemi informativi e Ced” della Protezione civile lo scorso 7 giugno. Lunedì 9 luglio ha mollato, come era accaduto prima di lui a Paolo Cappadona. Con motivazioni meno articolate di quelle del suo predecessore: un generico – quanto sibillino – «causa incompatibilità ambientale». Per questa ragione Caiola non può «continuare ad assolvere con la dovuta tranquillità e serenità» il suo incarico. E chiede «il rilascio del nulla osta alla mobilità interna dichiarando, sin da subito, la disponibilità ad essere assegnato ad altro dipartimento». La sua comunicazione è stringata. Chiede di fare in fretta sia per il problema dell’incompatibilità ambientale che «per i conseguenti eccessivi carichi di lavoro» a cui è sottoposto, «ulteriormente aggravati dal dover garantire la costante reperibilità, non retribuita, 24 ore al giorno per 7 giorni la settimana».
Non siamo (forse) davanti a una fuga dalla Protezione civile, ma manca poco. Perché l’addio di Caiola è il terzo in un intervallo di tempo relativamente breve. Il primo a lasciare è stato Paolo Cappadona, lo scorso 11 aprile, uno dei più stretti collaboratori (fino a quel momento) del capo della Prociv regionale Carlo Tansi. Il geologo lascia mettendo nero su bianco contestazioni molto dure alla gestione del sistema. Una per tutte, la «politica di riduzione del personale impiegato con turnazione in sala operativa». Un’idea che – se poteva avere un senso «in passato» – oggi non si concilia con «le procedure approvate con riferimento al sistema di allertamento di cui si è detto sopra (l’applicazione “easyalert”, che permette ai cittadini di segnalare le situazioni di emergenza, ndr)». Visto l’aggravio nei carichi di lavoro, «occorrerebbe una decisa inversione di tendenza che invece non si è registrata».
Il secondo addio è quello di Raffaella Giraldi, responsabile unico del procedimenti dei lavori affidati a Fastweb per la gestione di “easyalert”. La sua lettera di dimissioni, se possibile, era ancora più dura. Oltre a stigmatizzare la richiesta a Fastweb di lavorazioni aggiuntive rispetto alla convenzione, Giraldi spiegò che Tansi aveva fatto installare, secondo l’esposto di un dipendente, telecamere per «monitorare le singole postazioni di lavoro dei dipendenti, contravvenendo alla normativa di settore». Quella di Caiola è il terzo strappo nel giro di tre mesi. La Protezione civile è un settore caldissimo. E non c’entra l’arrivo dell’estate. (ppp)
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