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«La sanità ha bisogno di una rivoluzione»
di Jole Santelli*
Pubblicato il: 02/02/2019 – 14:54
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La situazione della sanità calabrese, a circa nove anni dal commissariamento, è assai grave. Chi pensava, giustamente, che con questa legislatura regionale si potesse tornare all’ordinaria amministrazione è rimasto deluso.
Ed è qui il primo vulnus, giacché si consegna a chi vincerà le elezioni di novembre un contenitore vuoto, le cui competenze sono ancora affidate alla struttura commissariale.
Torniamo per un attimo alla radiografia della qualità e quantità dei servizi. Il piano di alternativa all’ospedalizzazione, che dovrebbe rimanere pertinenza degli stati acuti, è fallito. Il territorio, da Cosenza a Reggio Calabria, versa in condizioni quasi comatose, ingigantito da un deficit storico risalente alle vecchie gestioni di centrosinistra e incapace di programmare le Case della salute. L’offerta si concentra ancora sui nosocomi con l’affollamento di quelli capoluogo e il conseguente decadimento delle prestazioni.
I Lea sono garantiti al minimo, mentre la media dei tempi di attesa per prestazioni definite semplici (visite specialistiche) in alcuni casi supera gli otto mesi. L’emigrazione sanitaria, in questo contesto e pur in presenza di un polo universitario mai rilanciato, cresce annualmente del 6%. Il blocco del turnover ha praticamente eliminato le strutture amministrative che sono indispensabili per avviare i procedimenti. La legge sul precariato è stata disattesa in larga parte e sono state favorite esternalizzazioni clientelari dei servizi, senza alcun rispetto per i diritti dei lavoratori.
Tutto questo è prepotentemente maturato nell’ultimo triennio, mentre il Commissario e il Governatore pensavano esclusivamente a litigare. Il settore più importante della Regione, in termini di priorità civica e di voce di spesa, è tornato al modello nefasto degli anni Ottanta.
Gli ospedali nuovi dove sono? Solo annunci propagandistici in un quadro nel quale mancano le risorse.
La diagnosi è impietosa ed è necessaria per tentare di trovare una terapia. Nel silenzio crescono debiti, contenziosi e favoritismi, tutti consumati sulla pelle e sulla salute dei cittadini calabresi. Che ormai rinunciano anche a curarsi, a riprova della sconfitta di chi ancora oggi governa la Calabria
*deputato, coordinatore regionale Forza Italia Calabria
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