Si legge in: 6 minuti
Cambia colore:
Licenziamenti al Porto di Gioia, la politica insorge
Falcomatà contro i tagli: «Colpo mortale per lo sviluppo». Bruno Bossio: «Governo batta un colpo». Potere al popolo: «Medcenter arrogante»
Pubblicato il: 14/02/2019 – 15:49
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo

GIOIA TAURO «La Calabria faccia sentire forte la sua voce al fianco dei lavoratori del porto di Gioia Tauro. Dobbiamo scongiurare l’ipotesi nefasta dei licenziamenti annunciati da Medcenter che sarebbe un colpo mortale per i piani di sviluppo dell’area portuale, sulla quale ora è operativa la Zone economica speciale». Lo dichiara il sindaco metropolitano di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, manifestando la sua vicinanza ai lavoratori che hanno proclamato lo stato di agitazione trasmettendo una lettera firmata dalle segreterie nazionali e calabresi di Cgil, Cisl e Uil, al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e ai ministri Toninelli e Lezzi.
«Il porto di Gioia Tauro – dichiara Falcomatà – è la più grande infrastruttura trasportistica del sud Italia, uno dei sistemi portuali più grandi del mondo. Il governo ha il dovere di considerarlo come una priorità nell’agenda politica nazionale – ha aggiunto il sindaco – non si può continuare a trascinare in avanti una fase di crisi infinita che evidentemente sta generando una perdita di volumi accompagnata da continue minacce di tagli e riduzioni del personale. Riteniamo grave che gli accordi firmati con il precedente Governo siano stati disattesi, soprattutto rispetto al piano di investimenti gia’ programmato e condiviso. Oggi non possono essere i lavoratori a pagare gli effetti di uno scontro irresponsabile tra i due colossi Mct e Msc che si contendono la governance del porto».
Falcomatà aggiunge: «Il Premier ascolti le richieste dei lavoratori e dimostri concretamente che questo governo non è nemico del Sud. Le avvisaglie di questi primi mesi della compagine giallo-verde alla guida del Paese non lasciano ben sperare, ma Conte è ancora in tempo ad imprimere il necessario e dovuto cambio di rotta, a partire da un tema centrale come quello del rilancio del porto di Gioia Tauro. L’istituzione della Zes, recentemente entrata in funzione dopo anni di chiacchiere e tentativi malriusciti, può essere un’occasione di rilancio dell’area portuale, anche in virtù di un piano di sviluppo delle attività industriali che ruotano attorno ad esso. Ma è necessario – conclude – che il governo si faccia promotore di un’iniziativa forte e decisa, con l’obiettivo di attrarre su Gioia Tauro investitori in grado di implementare l’attività industriale ed aumentare i livelli occupazionali».
BRUNO BOSSIO: «GOVERNO BATTA UN COLPO «Il governo batta un colpo sulla grave crisi del porto di Gioia Tauro, che in queste ore sta producendo drammatiche ricadute sul fronte occupazionale, con centinaia di lettere di licenziamento in partenza». Lo afferma, in una nota, la deputata del Pd Enza Bruno Bossio.
«Dopo aver lasciato – aggiunge – l’Autorità portuale monca di un responsabile e sotto commissariamento; dopo avere tagliato fuori dalle decisioni le istituzioni regionali; dopo avere ideato lo spacchettamento dei terminal calabresi in una riforma dei porti insulsa e illegale, tanto da costringere la Regione Calabria a far ricorso alla Corte costituzionale per affermare il proprio diritto a essere consultata in scelte così strategiche, oggi i vari ministri competenti (Toninelli, Di Maio e Lezzi), non senza inutili promesse e passerelle a Gioia Tauro, non sono in grado di pronunciare una parola sul futuro sempre più incerto del più importante terminal del Mediterraneo. Non hanno neanche ipotizzato una trattativa con i due azionisti privati che, al di là della crisi economica, vanno indirizzati verso soluzioni che tutelino il futuro del porto e dell’intera area industriale e, soprattutto, mettano al riparo i lavoratori e le loro famiglie».
«La Calabria – dice ancora Bruno Bossio – non può pagare il costo della completa insipienza e mancanza di autorevolezza del governo: non lo permetteremo e non solo ci uniamo ai sindacati nella richiesta di un tavolo urgente presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, quanto attiverò tutti gli strumenti possibili, a partire da un’interrogazione urgente, per chiamare il Governo alle proprie responsabilità».
POTERE AL POPOLO: «ARROGANZA MEDCENTER» «L’arroganza e la spudoratezza della Medcenter, società terminalista del Porto di Gioia Tauro, non conosce limiti. Nonostante ancora non si siano concluse le peripezie dei 377 operai licenziati due anni fa e poi parcheggiati nell’Agenzia per il lavoro portuale – per quei licenziamenti molti di loro hanno addirittura vinto il ricorso al Tribunale del Lavoro di Palmi – la società monopolista annuncia un nuovo sconcertante licenziamento di massa: si parla di ulteriori 500 posti di lavoro che rischiano di essere bruciati in un territorio, quello della Piana di Gioia Tauro, dove il lavoro è merce veramente rara». È quanto afferma Potere al popolo della Calabria in una nota.
«Più che la congiuntura economica – prosegue la nota – più che una fantomatica crisi del transhipment, dietro questa situazione c’è la continua guerra tra i due soci paritari, Contship e Msc, che continuano a dirottare investimenti e navi porta-container verso altri porti. Solitamente si dice che tra i due litiganti il terzo gode, ma qui il terzo, lo Stato, continua a guardare silente e quando fa qualcosa è sempre a favore delle società padrone del Porto. Al contrario noi siamo convinti che il rilancio del Porto passa dal mandare via questi sciacalli, nazionalizzando un’infrastruttura che potrebbe così veramente rappresentare il volano di sviluppo della Calabria e, grazie a un coinvolgimento fattivo dei lavoratori, riprendere anche il ruolo di porto leader del Mediterraneo. I pastori sardi oggi stanno dando una lezione di dignità, ci stanno ricordando che solo la lotta permette di difendere e garantire i diritti. E il popolo sardo ci ricorda anche che difendere un posto di lavoro significa difendere il benessere del territorio, delle comunità, e le diverse manifestazioni di solidarietà che si stanno susseguendo ne sono simbolo. Noi saremo al fianco di questi lavoratori e facciamo appello a tutto il territorio della Piana di Gioia Tauro a scendere in piazza e difendere il porto e i portuali. Purtroppo non si contano più le aziende sane che vengono chiuse per mere speculazioni finanziarie, delocalizzate per incrementare i profitti, e i posti di lavoro persi nell’indifferenza».
«Per il 24 febbraio – conclude la nota – abbiamo lanciato un’assemblea nazionale di Potere al Popolo a Battipaglia proprio su questo tema, in un’altra città che sta subendo l’ennesima ingente perdita di posti di lavoro. A quell’assemblea porteremo anche il quadro della nostra regione che, tra Gioia Tauro e Crotone, in poco tempo sta subendo una vera e propria catastrofe».
Argomenti
Categorie collegate
Ultime dal Corriere della Calabria
Edizioni provinciali