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«Bambini prelevati dai servizi sociali e non mandati a scuola»

La denuncia del Garante per l’infanzia su due bimbi reggini portati in comunità: «Il Giudice minorile non ha disposto la sospensione dalla responsabilità genitoriale»

Pubblicato il: 07/03/2019 – 15:09
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«Bambini prelevati dai servizi sociali e non mandati a scuola»
REGGIO CALABRIA «Prelevati da scuola dai servizi sociali del Comune, portati in comunità e mai più riportati in aula. Succede a due bambini di Reggio Calabria, allontanati dalla famiglia con un provvedimento del Giudice minorile, che non ha disposto né la sospensione né la decadenza dalla responsabilità genitoriale». È quanto dichiara il Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria Antonio Marziale che si dice «indignato da dinamiche che sanno più di omissione che di applicazione dei diritti fondamentali dei minori. I servizi sociali sono tenuti a garantire il diritto all’istruzione, mentre i bambini da oltre due settimane non vanno a scuola». «I piccolini – evidenzia Marziale – hanno diritto a completare il percorso scolastico nella scuola dove sono iscritti; diversamente si arreca un pregiudizio, in quanto gli stessi verrebbero ad essere eradicati dall’ambiente frequentato per tutto l’anno. Per non calcolare i danni emotivi derivanti dall’allontanamento dai compagni, dai docenti e dall’ambiente che è loro familiare. Trattandosi di una decisione di maggiore rilievo per i minori, si sarebbe dovuto coinvolgere sempre e comunque i genitori, che al momento sono pienamente titolari della responsabilità genitoriale. I motivi sopra esposti mi portano a tenere in debita considerazione quando segnalatomi dal dirigente scolastico, giustamente preoccupato per la formazione dei bambini, e a provvedere immediatamente ad informare la stessa autorità giudiziaria minorile, non senza esimermi dal rilevare che tali modalità recano soltanto danno ai bambini e devono essere scongiurate in divenire». «Peraltro, in passato il dirigente scolastico, come prassi prevede – conclude Marziale – aveva provveduto a scrivere ai genitori dei bambini per segnalare le assenze di questi ultimi. Oggi, paradossalmente, si trova costretto a segnalare al Garante assenze determinate dai servizi che dovrebbero invece garantire la frequentazione della scuola».
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