Si legge in: 2 minuti
Cambia colore:
«Rischiamo di chiudere perché il ministero dell'Interno non paga»
I titolari della ditta EdilFerr assieme agli operai davanti alla Prefettura di Reggio Calabria. «Finalmente ci hanno ascoltato e pare che adesso qualcosa si stia muovendo». Nelle casse della società…
Pubblicato il: 11/03/2019 – 17:29
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo

REGGIO CALABRIA «Non è una soluzione, ma potrebbe essere un primo passo». Sembra quasi fiducioso Antonio Raso, insieme al padre Rocco, patron della ditta EdilFerr, costretto ad arrivare fin sotto la prefettura insieme ai pochi dipendenti della ditta rimasti per chiedere il pagamento di fatture arretrate per 800mila euro. «Finalmente siamo stati ricevuti, ci hanno ascoltato e pare che adesso qualcosa si stia muovendo», dice Raso jr uscendo dalla Prefettura. Fuori ad attenderlo, di fronte ad uno dei camion della ditta, i pochi dipendenti rimasti e qualche ex. Tutti quanti sanno che il loro destino dipende dal pagamento di quegli arretrati. «Siamo una ditta storica, abbiamo un magazzino di materiali per l’edilizia e provvediamo anche alla custodia giudiziaria, ma la prefettura deve saldare fatture che risalgono al 2010. Abbiamo aspettato, poi abbiamo promosso un decreto ingiuntivo, ci avevano promesso degli acconti per circa 120/130mila, ma quando i fondi dal ministero sono arrivati non abbiamo visto un euro». Un problema per la ditta e il suo titolare, Rocco Raso, presidente dell’associazione antiracket Sos Impresa e co-fondatore dell’Acipac di Cittanova, prima associazione antiracket d’Italia, che negli anni è stato costretto a dimezzare il numero di dipendenti. «Siamo a rischio chiusura, per questo – dice – speriamo che questo incontro con il vicario possa essere risolutivo».
Argomenti
Categorie collegate
Ultime dal Corriere della Calabria
Edizioni provinciali