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Corruzione, studenti a confronto con testimoni della lotta al malaffare
Prosegue l’attività di sensibilizzazione del’Itc Grimaldi-Pacioli di Catanzaro, che mette i giovani in relazione con il magistrato Valerio e il giornalista Iovino
Pubblicato il: 16/04/2019 – 12:59
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CATANZARO La corruzione vista da due trincee, quella di un magistrato impegnato ogni giorni a contrastarla e quella di un giornalista impegnato a raccontarla e a raccontarne gli effetti devastanti e antidemocratici. Su queste linee si è sviluppato il dibattito organizzato dall’Ite “Grimaldi-Pacioli” di Catanzaro e impreziosito dalle testimonianze del sostituto procuratore della Repubblica Vito Valerio e dal giornalista Damiano Iovino, storico cronista dell’Ansa ai tempi di “Mani Pulite” e “Tangentopoli”. Si è trattato di un altro degli appuntamento del ciclo “Catanzaro Legal Economy” che l’Ite catanzarese, guidato dalla dirigente Maria Levato e con la direzione del docente Gaetano Mancuso, sta portando avanti da anni per sensibilizzare gli studenti ai temi della legalità e dell’impegno contro le mafie e la corruzione. Anche quest’ultimo incontro ha visto i ragazzi interagire con i due relatori, che hanno illustrato le dinamiche del fenomeno, le sue trasformazioni e anche il rapporto tra magistratura e mondo dell’informazione, rapporto ben esemplificato da Valerio, per il quale «la cronaca giudiziaria è fondamentale anche perché veicola la nostra attività non solo agli addetti ai lavori ma all’opinione pubblica, in nome della cui coscienza, va sempre ricordato, la giustizia viene amministrata».
Iovino, famoso giornalista anche di “Panorama” e con esordi professionali proprio a Catanzaro, ha raccontato gli anni di “Tangentopoli” e delle inchieste del pool di Milano, «anni vissuti in prima persona con la sensazione di partecipare a una rivoluzione, di essere dei guerrieri, convinti che il Paese sarebbe cambiato. Purtroppo – ha aggiunto – “Mani Pulite” nacque non perché improvvisamente il Paese si scoprì corretto, ma perché c’era un sistema ormai eccessivamente esoso ed inefficiente e quindi destinato a crollare e venne solo abbattuta una classe politica, perché la corruzione esiste ancora e probabilmente esisterà sempre, essendo legata al sistema degli affari e in particolare degli appalti pubblici». Non per questo ci si deve arrendere, anzi, per Iovino «è fondamentale che i giovani studino e approfondiscano il fenomeno perché la coscienza critica può aiutare a mettere in campo strumenti sempre più forti di contrasto». Anche secondo il magistrato Valerio «nessuno può essere indifferente a questo tema, perché la corruzione è un male che colpisce tutti: l’intervento della giustizia è importantissimo ma la repressione non basta, si deve puntare sulla prevenzione e sull’educazione alla legalità, e sulla cultura, perché la cultura rende liberi».
Il sostituto procuratore della Repubblica si è poi soffermato sulle evoluzioni del fenomeno della corruzione, che – ha spiegato – «da episodica si è fatta sistemica, nel senso che c’è un sistema che oggi punta a conquistare e gestire il potere, ed è diventata “invisibile”, nel senso – ha rilevato Valerio – che non siamo abituati a vederla e questo rende più complicato anche il nostro lavoro». Da qui la sollecitazione alle giovani generazioni e agli studenti dell’Ite “Grimaldi-Pacioli” a non abbassare mai la guardai perché – ha ricordato infine Valerio – «la corruzione altera la convivenza sociale e civile e distorce l’economia, privilegiando pochi a scapito degli interessi generali». (canta)
Iovino, famoso giornalista anche di “Panorama” e con esordi professionali proprio a Catanzaro, ha raccontato gli anni di “Tangentopoli” e delle inchieste del pool di Milano, «anni vissuti in prima persona con la sensazione di partecipare a una rivoluzione, di essere dei guerrieri, convinti che il Paese sarebbe cambiato. Purtroppo – ha aggiunto – “Mani Pulite” nacque non perché improvvisamente il Paese si scoprì corretto, ma perché c’era un sistema ormai eccessivamente esoso ed inefficiente e quindi destinato a crollare e venne solo abbattuta una classe politica, perché la corruzione esiste ancora e probabilmente esisterà sempre, essendo legata al sistema degli affari e in particolare degli appalti pubblici». Non per questo ci si deve arrendere, anzi, per Iovino «è fondamentale che i giovani studino e approfondiscano il fenomeno perché la coscienza critica può aiutare a mettere in campo strumenti sempre più forti di contrasto». Anche secondo il magistrato Valerio «nessuno può essere indifferente a questo tema, perché la corruzione è un male che colpisce tutti: l’intervento della giustizia è importantissimo ma la repressione non basta, si deve puntare sulla prevenzione e sull’educazione alla legalità, e sulla cultura, perché la cultura rende liberi».
Il sostituto procuratore della Repubblica si è poi soffermato sulle evoluzioni del fenomeno della corruzione, che – ha spiegato – «da episodica si è fatta sistemica, nel senso che c’è un sistema che oggi punta a conquistare e gestire il potere, ed è diventata “invisibile”, nel senso – ha rilevato Valerio – che non siamo abituati a vederla e questo rende più complicato anche il nostro lavoro». Da qui la sollecitazione alle giovani generazioni e agli studenti dell’Ite “Grimaldi-Pacioli” a non abbassare mai la guardai perché – ha ricordato infine Valerio – «la corruzione altera la convivenza sociale e civile e distorce l’economia, privilegiando pochi a scapito degli interessi generali». (canta) Argomenti
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