di Maria Rita Galati
CATANZARO L’astuzia è l’escamotage per venire fuori dalle situazioni più complesse e compromettenti? Trovare una scusa è il solo modo per riuscire a salvarsi? Davanti alla scena vuota, dove si staglia in maniera quasi solenne un cesso attorno al quale ruotano interrogativi e sofferenze, prima di tutto quella di uno dei due uomini senza nome padroni della scena, tra domande che non trovano risposte e discussioni dai toni drammatici, fino al colpo di scena finale e la consapevolezza che stare insieme, uniti, è la sola via di fuga. “Andiamocene. Lasciamolo ’sto posto. Quanta spazzatura è rimasta. Semmai un giorno ritorneremo a piedi scalzi”. E’ lo spettacolo dal titolo “Formiche” in scena al Nuovo Supercinema per il secondo appuntamento con Ztl, Zona Transitoriamente Libera. Parliamo del progetto di un collettivo di giovani che punta alla socializzazione come motore della trasmissione della cultura e della conoscenza, lo stare assieme nella città, e alla riappropriazione da parte dei cittadini di “pezzi”, “zone”, del territorio, per rinnovare quel senso di comunità e socializzazione che è il motore della trasmissione della cultura e della conoscenza, lo stare assieme nella città. “Formiche”, scritto e diretto da Saverio Tavano, con lo stesso Tavano e Alessio Bonaffini, prodotto da Nastro di Mobius (le foto di scena sono di Angelo Maggio) racconta la lotta alla sopravvivenza ha assunto una nuova forma. Una lotta con se stessi, con i propri limiti, con la propria interiorità. Questa sconfinata solitudine ha innescato una guerra tra singoli. E’ una lotta contro l’altro, contro se stessi, contro il niente. Due uomini decidono di isolarsi per sempre dal mondo anche a causa di un vissuto pieno di dolore e angoscia. Chiusi dentro ad una stanza mentre fuori qualcosa di terribile ed apocalittico è accaduto, cercano di sopravvivere tra precarietà delle azioni e senso di alienazione. In un crescendo beckettiano affiora nel corso di un’ora di spettacolo nell’evolversi dei dialoghi e del disvelamento dei personaggi dalla complessa psicologia la drammatica realtà di una bomba sganciata forse per errore, forse no, le cui conseguenze comunque sono morte e disastro, prima di tutto nell’animo dei due protagonisti. Nonostante la precarietà, nonostante la solitudine rimangono uniti mentre le formiche invadono quello spazio coprendolo fino all’orlo, come un cesso per il quale acqua più non ce n’è. La civiltà disorientata da allucinazioni e sbalzi d’umore che ha tutto e niente, vittima di se stessa, senza una direzione. Ad aspettare, forse, qualcosa che non verrà mai (con chiara citazione beckettiane). E poi il volto scuro del perpetuo rito dell’esistenza, a tratti quasi una condanna senza possibilità d’evasione. Si tratta, in sostanza, di un claustrofobico spaccato di una situazione umana estrema raccontato in maniera decisamente accattivante. “Formiche” arriva dopo il successo dello scorso 7 marzo con lo spettacolo”FM” prodotto dalla Società Cooperativa Edizione Straordinaria, diretto ed interpretato da Claudia Olivadese e Vincenzo Lazzaro. Il nuovo appuntamento con Ztl, invece, è giovedì 9 maggio “Chi ama brucia” testo di Chiara Zingarello, a cura di Ortika – Gruppo Teatrale Nomade.
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