BRANCALEONE Non sono bastate le cure della dalla Sea Turtle Clinic (DMV Uniba) a salvare Afrodite, la tartaruga salvata il 17 marzo scorso a Reggio Calabria. Soccorsa dal personale del CRTM (Centro Recupero Tartarughe Marine) di Brancaleone, Afrodite era avvolta in tantissima lenza di nylon e intrappolata in un cerchione di bicicletta.
Dopo il trasferimento al centro specialistico e l’amputazione della pinna sinistra, si sono susseguite varie settimane di cure intense e approfondite all’altra pinna, nel tentativo di bloccare la necrosi che, ormai galoppante, aveva invaso tutti i tessuti aggravando sempre di più le condizioni generali di Afrodite. «Questa vicenda ci lascia con un profondo rammarico soprattutto perché la causa di morte di Afrodite è il peso schiacciante dell’incuria umana, è il non-amore verso il nostro Pianeta, è la mancanza di civiltà, di sensibilità, di cultura e di rispetto verso il mare e i suoi abitanti – dicono dal centro di recupero di Brancaleone – Con cadenza quasi settimanale recuperiamo molti esemplari con problematiche simili, e ancora molti di più ci vengono segnalati, purtroppo, spiaggiati già morti. Ci auguriamo che la vicenda di Afrodite abbia smosso le coscienze delle persone, perché ci troviamo in un’epoca cruciale in cui siamo proprio noi ad avere il potere di decidere le sorti della Terra, e con i nostri comportamenti stiamo compromettendo irrimediabilmente quello che potrebbe esistere nel futuro del nostro pianeta. Per preservare il futuro del mare, della terra e di ogni essere vivente esiste un solo modo: agire sul presente! Ci auguriamo che il sacrificio di Afrodite non venga dimenticato, ma anzi che sia da monito per un cambio di rotta ormai inevitabile».
x
x