CATANZARO Esiste il rischio concreto che possa essere vanificata un’anticipazione di liquidità di 153 milioni, richiesta dall’ufficio del commissario ad acta per l’attuazione del piano di rientro dai disavanzi del servizio sanitario della Regione Calabria e dal dipartimento Tutela della Salute alla Cassa depositi e prestiti, destinata a pagare i fornitori delle Aziende sanitarie ed ospedaliere e ad alleviare le sofferenze di un settore nevralgico per l’ente. C’è allarme ma anche determinazione al terzo piano della Cittadella regionale a Catanzaro, sede della struttura affidata da qualche mese al commissario Saverio Cotticelli, secondo il quale «non è possibile e non deve essere possibile aggredire somme faticosamente ottenute», e al sub commissario Tomas Schael, dinanzi alla possibilità che la somma, ottenuta grazie agli sforzi congiunti, possa bypassare la destinazione originaria per essere bloccata dalla Bnl Paribas, che gestisce il servizio di tesoreria di diverse Aziende del Servizio sanitario regionale, che ne ha comunicato il possibile pignoramento
Un danno oltre che una beffa per una Regione che è fanalino di coda nei pagamenti della pubblica amministrazione e, in particolare, nella sanità. Cosa è accaduto? Il colosso bancario franco italiano ha comunicato che «in mancanza di documentazione comprovante l’estinzione tipica o atipica dei procedimenti esecutivi “in essere”, è dunque tenuta a bloccare tali somme in favore dei pignoramenti» per cui «si procede a valere sulle citate risorse in mancanza di ulteriori giacenze attive libere da vincolo».
Praticamente, somme straordinariamente concesse alla Regione per pagare debiti della sanità verrebbero bloccate dal tesoriere Bnl a causa degli innumerevoli pignoramenti mossi nei confronti delle Aziende sanitarie. Se i fondi ottenuti utilizzando le opportunità offerte dalle anticipazioni di liquidità ai sensi della legge finanziaria 145/2018, non dovessero essere sbloccati, tenuto conto che esiste il vincolo delle somme, il Sistema sanitario calabrese pagherebbe un interesse dello 0,6% annuo a Cassa depositi e prestiti ed eviterebbe di pagare innanzitutto gli interessi di mora ai creditori che tuttora si attestano all’8%, gli interessi passivi alle banche che si aggirano intorno al 5% e, in caso di ulteriore contenzioso, bisogna contemplare anche le spese legali.
«La lotta tra privato e pubblico – afferma il commissario Cotticelli – vede impegnata la struttura commissariale dal primo giorno del suo arrivo in Calabria. Il pubblico va tutelato in tutti i suoi aspetti: da quello organizzativo a quello finanziario per cui non è possibile e non deve essere possibile aggredire somme faticosamente ottenute a basso tasso di interesse e destinate ad alleviare le sofferenze del sistema sanitario calabrese. Io sono già intervenuto su un altro versante, che è quello del pagamento degli interessi passivi, di mora e spese legali, riguardo ai contenzioni che sono arrivati ad incidere sul bilancio sanitario per circa 100 milioni nel 2017 e per circa 60 milioni nel 2018. Insomma, una vera e propria mazzata per la sanità regionale».
«E anche per i cittadini calabresi – aggiunge Cotticelli – considerando che il disavanzo del 2018 ha comportato, soprattutto per tali sopravvenienze, aumenti fiscali sulle addizionali alle imprese e ai cittadini oltre che il blocco del turnover».
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