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Casabona, applauso al fratello del boss alla cresima del figlio

L’uomo ha ottenuto il permesso di uscire dal carcere per partecipare alla funzione. Quando è uscito dalla chiesa è arrivato il “tributo” di alcune persone. Difficile ipotizzare un reato. Indaga l’A…

Pubblicato il: 10/05/2019 – 12:30
Casabona, applauso al fratello del boss alla cresima del figlio

CASABONA Un applauso ha salutato il fratello di un boss della ‘ndrangheta nel corso della cerimonia per la cresima del figlio. L’episodio – di cui parla il Quotidiano del Sud – si è svolto a Casabona, nel crotonese. L’uomo, detenuto, aveva ottenuto il permesso a partecipare alla cerimonia svoltasi nella cattedrale di San Nicola Vescovo.
Per l’uomo la Dda di Catanzaro ha chiesto recentemente la condanna a sei anni e sei mesi di reclusione per associazione mafiosa nell’ambito del processo in abbreviato Stige. Il parroco, don Giovanni Napolitano, prima della funzione, ha impartito una serie di avvertenze al detenuto che le ha rispettate. Al momento della sua uscita dalla chiesa prima del termine della funzione, senza che l’uomo avesse detto e fatto niente, si è levato un applauso di saluto.
Il parroco ha stigmatizzato l’episodio, ma un altro applauso si è levato all’uscita della chiesa. Il parroco ha quindi deciso – riferisce ancora il Quotidiano del sud – di segnalare l’episodio al presidente della Commissione parlamentare antimafia Nicola Morra, al referente provinciale di Libera Antonio Tata e ad altre autorità, tra le quali il commissario che gestisce il Comune di Casabona, sciolto per infiltrazioni mafiose.
L’applauso al fratello del boss in occasione della cresima del figlio, non è sfuggito neanche ai carabinieri della Compagnia di Crotone, sul posto anche in considerazione del fatto che l’uomo è detenuto. Il gesto viene definito, in ambienti investigativi, «deprecabile», ma di difficile configurazione in un eventuale reato. Motivo per il quale, allo stato, non sarebbe stato aperto alcun fascicolo.
«Il caso in questione solleciterà la commissione a studiare che cosa sia effettivamente avvenuto e poi a valutare se promuovere un’attività istruttoria, per evitare che si ripetano situazioni simili», ha commentato il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra.

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