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Scandale, ok alla discarica. Ma il Comune si rivolge al Tar

La Regione autorizza l’impianto di Santa Marina. La giunta chiede la sospensiva al Tribunale. Per il sindaco potrebbe trattarsi di abuso di potere

Pubblicato il: 10/05/2019 – 10:43
Scandale, ok alla discarica. Ma il Comune si rivolge al Tar

di Gaetano Megna
SCANDALE La Regione autorizza la discarica di Santa Marina e la giunta comunale di Scandale dà mandato ad un legale per presentare ricorso al Tribunale amministrativo regionale. Si intende chiedere la sospensiva dell’atto dirigenziale del dipartimento Ambiente della Regione, con il quale si è proceduto alla modifica del codice europeo del rifiuto (Cer) da conferire nell’impianto di Santa Marina.
Senza la sospensiva dell’atto dirigenziale la ditta proponente il progetto dell’impianto di 450mila metri cubi alle porte di Crotone, potrà avviare le attività. Secondo il sindaco di Scandale, Antonio Barberio, nel cui territorio ricade l’impianto, potrebbe esserci stato un abuso di potere e per questo al legale è stato dato anche il mandato di verificare se è stato commesso il reato di abuso d’ufficio.
Se l’avvocato dovesse confermare l’ipotesi di reato, il Comune di Scandale procederà con una querela penale nei confronti della commissione regionale che ha valutato il progetto ed ha proceduto al cambio del Cer. Sempre secondo Barberio, l’abuso d’ufficio potrebbe essere stato commesso perché è stato ripescato un progetto il cui iter era stato annullato dal presidente della Repubblica nel 2012. Il progetto della discarica di Santa Marina risale al 2009 e inizialmente prevedeva lo smaltimento di amianto. L’iter di questo primo progetto si era concluso con l’approvazione, ma il Comune di Scandale si era apposto e presentato una serie di ricorsi dal Tar, al Consiglio di Stato e al presidente della Repubblica.
L’annullamento deciso con il pronunciamento del presidente della Repubblica, secondo Barberio e la sua giunta, ha annullato definitivamente il progetto. La Regione Calabria non avrebbe dovuto riprenderlo e riproporlo cambiando il codice dei rifiuti: da amianto a rifiuti speciali non pericolosi (resti della lavorazione della differenziata). Barberio punta il dito anche contro il governatore della Calabria, Mario Oliverio, e il suo assessore all’Ambiente, Antonella Rizzo. Li considera i veri responsabili del via libera alla realizzazione della discarica. In particolare la Rizzo, «davanti a testimoni», si sarebbe impegnata, prima dell’emanazione del decreto di modifica del Cer, a fare valutare la procedura dall’Ufficio legale della Regione. Questo, secondo Barberio, non è avvenuto e il sindaco di Scandale ha deciso di dare battaglia e chiede anche a tutti gli altri sindaci della provincia di Crotone di sostenerlo. (redazione@corrierecal.it)

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