CATANZARO Che effetto farebbe lavorare in un ufficio per mesi e poi scoprire di essere stati dimenticati in una ricognizione del personale? Non sarebbe affatto piacevole. Segui gli orari di ufficio, ti metti a disposizione del datore di lavoro e poi, all’improvviso: sparito, non considerato. «Eppure è il destino – racconta il sindacato Csa-Cisal – toccato a ben quattro dipendenti regionali assegnati agli uffici di prossimità area settentrionale di Cosenza. La storia dei quattro lavoratori “fantasma” della Regione Calabria inizia una decina di mesi fa».
DALLA PROVINCIA ALLA REGIONE DOPO UNA SENTENZA I lavoratori soltanto da poco tempo fanno parte della dotazione organica dell’Ente regionale. Infatti, una sentenza del Giudice del Lavoro del Tribunale di Cosenza, la numero 1262 pubblicata il 25 settembre del 2018, ha accolto il loro ricorso teso ad ottenere il passaggio dai ruoli della Provincia di Cosenza a quelli della Regione. Della sentenza che riconosceva a favore dei quattro lavoratori il diritto a essere trasferiti presso l’amministrazione regionale, la Cittadella ha preso atto con un decreto del 29 ottobre del 2018. A distanza di circa un mese, il 21 novembre dell’anno scorso, il dirigente generale del Dipartimento “Infrastrutture, Lavori Pubblici, Mobilità (ILPM)” assegna ufficialmente gli ex dipendenti della Provincia cosentina all’Uot “Funzioni Territoriali”, presso la sede di Cosenza. In questa stessa comunicazione viene contestualmente imputata la spesa dell’Ente per coprire i costi dei nuovi dipendenti (Codice missione: 9; Codice programma: 01). Tutti i passaggi burocratici per il passaggio da un Ente all’altro sembrano essere stati compiuti. «A questo punto parrebbe tutto definito, ma a quanto pare l’effettivo riconoscimento dell’immissione in ruolo in Regione Calabria – osserva il sindacato Csa-Cisal – è stata evanescente. E i fatti seguenti lo dimostrano».
SCOMPARSI DALL’ ELENCO DEL DIPARTIMENTO ILPM Da quanto risulta al sindacato, pur se il dirigente del settore competente, appunto l’Uot “Funzioni Territoriali” all’interno del Dipartimento “ILPM”, abbia a fine febbraio di quest’anno assegnato ai quattro lavoratori “trasferiti” le singole schede degli obiettivi per l’anno 2019, in concreto ad alcuni degli stessi pare proprio che non sia stata attribuita nessuna pratica. «Cosa si aspetta a farlo, si chiede il sindacato Csa-Cisal? I lavoratori sono a disposizione dell’ente, perché non gli si consente di lavorare a pieno regime? Inoltre, sebbene possano registrare la propria presenza attraverso il badge, i dipendenti lamenterebbero una sorta di esilio “logistico”. Infatti pare che siano costretti, e questo accadrebbe dall’inizio di quest’anno, a effettuare, loro stessi, la pulizia dei locali e delle stanze in cui sono stati collocati nella sede di Cosenza. Questi segnali di “abbandono” da parte dell’Amministrazione hanno trovato l’ultima conferma nel recente decreto (numero 5414 del 2 maggio scorso) con cui si è avviata l’attività preliminare di rotazione del personale nel Dipartimento ILPM. Un decreto propedeutico all’applicazione del Piano triennale delle prevenzione della Corruzione e Trasparenza. L’atto, tra le altre cose, contiene un elaborato con l’indicazione delle unità di personale del Dipartimento in questione, con la specificazione delle competenze dei vari dipendenti e i tempi di permanenza negli incarichi affidati a ciascuno. E proprio quando si arriva al settore dei quattro, l’Uot “Funzioni Territoriali” appunto: loro non ci sono proprio. Non esistono. Eppure nella lista figurano tutti gli altri dipendenti, finanche coloro che sono stati trasferiti in altri settori o addirittura quelli andati in pensione. E questo – sottolinea il sindacato Csa-Cisal – è veramente paradossale. L’elenco contiene il nome di chi non c’è più in Regione Calabria, come il dipendente pensionato, ma non quello di chi timbra il cartellino, percepisce lo stipendio, come i quattro lavoratori “trasferiti”».
«L’AMMINISTRAZIONE RICONOSCA LA DIGNITÀ AI QUATTRO LAVORATORI» La vicenda dei dipendenti desaparecidos, per il sindacato, «fa sorgere dubbi circa la considerazione del lavoro da parte dell’Amministrazione regionale. L’Ente non menzionandoli nell’elenco ai fini della rotazione del settore di appartenenza dimostra di calpestare la dignità dei quattro sia come lavoratori e sia come persone». Il sindacato Csa-Cisal chiede con estrema urgenza «la rettifica dell’ultimo decreto che immotivamente disconosce i quattro dipendenti Regionali. C’è già una sentenza del Giudice del Lavoro a loro favore. Non vorremmo che siano costretti a rivolgersi di nuovo a un giudice (aggiungendosi così ai tanti contenziosi che gravano sull’Ente) e questa volta per vedersi riconoscere un basilare diritto: poter svolgere la propria attività lavorativa serenamente e con il rispetto del datore di lavoro. In aggiunta, invitiamo il dirigente di settore del dipartimento IPLM a porre in essere ogni misura necessaria per correggere le disfunzioni segnalate visto che sono ormai parecchi mesi che i lavoratori hanno preso servizio e non possono essere certo trattati come dipendenti di serie B».
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