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“Stige”, davanti al Gup le posizioni di Marincola e Tasso

In corso la discussione finale degli imputati che hanno optato per l’abbreviato nel maxiprocedimento contro le cosche del Crotonese

Pubblicato il: 07/07/2019 – 14:23
“Stige”, davanti al Gup le posizioni di Marincola e Tasso

CATANZARO Sono in corso davanti al Gup distrettuale le discussioni finali per gli imputati che hanno optato per il giudizio con il rito abbreviato nell’ambito del procedimento “Stige”. Mercoledì scorso, nell’Aula bunker del Tribunale di Catanzaro, l’udienza si è protratta sino a sera ed è stata discussa dalla difesa la posizione di Cataldo Marincola, ritenuto dalla Dda del capoluogo, assieme a Silvio e Giuseppe Farao, promotore e dunque, capo, della cosca di ‘ndrangheta Farao-Marincola. Partecipe della stessa organizzazione è ritenuto anche Luigi Tasso, 48enne di Campana, con il ruolo della gestione degli appalti pubblici e privati relativi al taglio boschivo per tutto l’altopiano silano. L’avvocato Francesco Nicoletti, in merito alla posizione di Tasso, ha fermamente contestato le gravi imputazioni richiamando l’annullamento operato dalla Corte di Cassazione dell’ordinanza emessa dal Tribunale della Libertà di Catanzaro con riferimento al reato di associazione mafiosa, tesi poi condivisa dallo stesso Tdl in sede di rinvio operato della Suprema Corte.
LE ACCUSE Tasso è accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso, turbativa d’asta e tentata estorsione aggravate dalle modalità mafiose. Unitamente ad altri indagati a vario titolo, rientra nel filone relativo alla ipotizzata turbativa di un appalto pubblico legato alla vendita di materiale legnoso che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato manovrato in modo tale da risultare affidato ad una specifica ditta ritenuta vicina ad ambienti malavitosi. Si tratta, nello specifico, della gara per pubblici incanti del Comune di Mandatoriccio, avente ad oggetto l’affidamento dei lavori consistenti nella vendita di materiale legnoso ritraibile dal taglio della fustaia di Farnetto di località Montagnella per un prezzo a base d’asta di 75mila euro. Al 47enne di Campana, ritenuto dagli inquirenti un «partecipante fittizio alla gara», si contesta di aver partecipato «alla procedura pubblica in esame, recependo le disposizioni impartite e facendo in modo che i lavori, aggiudicati alla Società Cooperativa da lui gestita, venissero materialmente svolti ed eseguiti» da un’altra ditta. Gli si contesta inoltre, in concorso con altri, di aver chiesto denaro, con frasi del tipo «sai come funzionano qui le cose», ai dipendenti di un’ulteriore ditta che richiedevano di parlare con il responsabile dei lavori e che si opposero alla richiesta della somma.
L’OPERAZIONE La maxioperazione “Stige”, coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro e condotta dal Ros e dai carabinieri del Comando provinciale di Crotone, è un’inchiesta contro le cosche di ‘ndrangheta del Crotonese con ramificazioni in altre zone della Calabria, in altre regioni italiane e all’estero. Risale al gennaio 2018 il blitz per la notifica di 131 ordinanze di custodia cautelare in carcere e 39 agli arresti domiciliari. Vari i filoni economici finiti sotto la lente della Dda, tra cui quello della distribuzione di prodotti vinicoli e semilavorati per pizze, mercato ittico e servizi portuali, gestione dei servizi per l’accoglienza dei migranti, smaltimento dei rifiuti, agenzie di slot-machine, servizi di onoranze funebri, gestione dei lidi, appalti per il taglio dei boschi della Sila.

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