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«Ecco perché chiedo il dissesto del Comune di Cerchiara»
di Antonio Carlomagno*
Pubblicato il: 25/07/2019 – 9:32
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Dichiarazione del sindaco Antonio Carlomagno in merito allo stato di dissesto del Comune di Cerchiara
Questa amministrazione giunge in data odierna a proporre al Consiglio comunale lo Stato di dissesto finanziario dell’ente ai sensi dell’articolo 246 del dlg 267/2000, con non poca sofferenza e consapevolezza dei riverberi di un tale atto sulla vita della comunità, dopo aver tentato in questi lunghi 10 anni di ripianare quanto avevamo ereditato intervenendo principalmente sulla riscossione dei ruoli, fattore storico topico responsabile dell’ammanco di liquidità di cassa.
Atto oggi ineludibile dopo che a seguito della relazione del Responsabile Finanziario dell’Ente, veniamo resi edotti della non sussistenza dell’Equilibrio di bilancio ed anche sulla scorta di quanto riportato dalla relazione del Revisore Contabile. Comunque, ciò non prima, in questi lunghi mesi del 2019 ma soprattutto nel periodo post elettorale, di aver provveduto attraverso attente e dettagliate analisi, coadiuvati da pareri e valutazioni di figure competenti del settore, a vagliare tutte le possibili opzioni alternative attivabili, tra le quali il “Piano di riequilibrio”. Tuttavia tali soluzioni risultavano, purtroppo, non percorribile, alla luce della criticità principale dell’Ente, ossia la “insufficienza di liquidità” che ne avrebbe nel breve medio termine inficiato lo scopo ossia l’assolvimento dell’impegno, palesando piuttosto un “dissesto occulto” che non la panacea del problema, addivenendo difatto ad una posposizione della soluzione del problema che si sarebbe riproposto nel breve termine.
Non abbiamo fatto mistero durante l’ultima campagna elettorale, che non ci saremmo sottratti alla responsabilità politica di governare “uno stato di dissesto”, non prima come appena detto di aver percorso tutte le possibili alternative, e siamo qui oggi ad affermarlo in questo pubblico Consiglio, davanti la popolazione, consci della nuova fase che si apre per l’Ente che appronteremo con l’ onestà morale ed intellettuale e la coerenza che ci ha sempre contraddistinto, fino a riportare il Comune in acque più calme.
È a tutti nota la mia innegabile riottosità a decretare il Dissesto Finanziario già nel 2009, sussistendo allora le stesse criticità contabili odierne aggravate da atti di un certo peso amministrativo, denunciati regolarmente alla Corte dei Conti , dopo anche una accurata e dettagliata Relazione sullo Stato delle Finanze Comunali da me richiesto all’allora Segretario Leccadito (4 marzo 2011 prot. 876), ritendo, oggi a posteriori, errata quella mia scelta, che andava presa esclusivamente sulla scorta dei meri numeri che ci balenavano con tempistiche alterne sotto gli occhi. Ma non errata nello spirito che ci ha mosso, insieme ovvio a tutti i componenti delle mie Giunte in questi 10 anni di Amministrazione, di tutelare e salvaguardare i minimi servizi che potevamo permetterci, rivolti ovviamente alla cittadinanza, tali da preservare la vitalità della comunità stessa. Scelta esperita anche per non precludere possibilità di crescita strutturale ed economica della nostra comunità, che nei miei passati 10 anni amministrativi hanno permesso comunque di svolgere opere pubbliche per importi che hanno superato i 10 milioni di Euro, tutte mirate e correlate a promuovere uno sviluppo organico-strutturale dell’economia turistica ed occupazionale acchè ne dicano i detrattori. E tutto ciò non è stata cosa di non poco conto, in questo decennio di grave crisi economica e di reset del tenore di vita occidentale, per un piccolo comune come il nostro procedendo nello stesso tempo ad attivare molti procedimenti tesi ad incidere sulla critica situazione finanziaria, preservando e tutelando la debole economia locale sia della imprenditoria quanto delle famiglie, coprendoli con la fiscalità generale.
È evidente, che questo tentativo non è riuscito, stante i mutati contesti delle continue e stringenti regole alla finanza locale calate dallo Stato centrale che la crisi finanziaria perdurante dal 2008 ha ormai cronicizzato e l’invalsa abitudine di una percentuale elevata di cittadini a non assolvere ai propri doveri di corrispondere i ruoli per “servizi usufruiti” e mi riferisco al pagamento delle bollette per consumo di Acqua, Depuratori e smaltimento dei rifiuti principalmente, cosa che costituisce uno degli “elementi cardini” della criticità del sistema Cerchiara, insieme alla impossibilità di produrre ricchezza del territorio ed all’incontestabile stato debitorio preesistente al giugno 2009, anno del mio primo insediamento e che svilupperò in seguito nella mia analisi.
Ho tenuto in conto, in quella scelta di non adire nel 2009 alla richiesta di “dissesto finanziario”, esclusivamente il bene della comunità tutta e non solo di alcuni, vincolandola per la verità, alla mia visione umanista-idealistica della politica, piuttosto che al pragmatismo del mondo dei numeri grezzi. Un mondo avulso alle mie competenze professionali e che congiuntamente alla “inesperienza tecnica di neosindaco” non mi ha consentito di percepire a primo acchito una obiettiva valutazione della realtà debitoria lascito delle amministrazioni che mi ha preceduto e che purtroppo si appalesava nella sua gravità col passare del tempo.
Di certo quella scelta, presa all’inizio della crisi finanziaria mondiale, frutto anche da un incapacità tecnica di predire nel giugno 2009, anno del mio primo mandato, quali conseguenze nefaste avrebbe ingenerato la crisi recessiva appena avviatasi alla fine del 2008, sulle “Finanze Locali” delle piccole comunità, sui flussi dei trasferimenti statali , così radicale da stravolgere i parametri di contabilità degli enti, vanificando il nostro obiettivo di risanamento delle casse comunali a cui abbiamo contribuito come può evincersi dall’analisi dei bilanci di previsione dei vari anni di amministrazioni come amministratori azzerando il capitolo relativo alle “Missioni o spese di rappresentanza”.
Una crisi tutt’altro che passeggera e che si sarebbe strutturata radicalmente in questi lunghi 10 anni, determinando un impoverimento socio economico globale della società, una contrazione della liquidità e dell’occupazione con riverberi maggiori sulle realtà più povere. Esponendo in tal modo a difficoltà oggettive, come si sta verificando con maggiore frequenza oggi, le amministrazioni delle piccole comunità del meridione in particolar modo quelle con popolazioni inferiori ai 5000 abitanti, come si evince dai dati pubblicati da riviste del settore stimabile in circa il 60% del totale.
Difficoltà oggettive quali la mancanza di liquidità che si traducono in una incapacità a garantire i servizi essenziali e l’espletamento basilare delle attività degli enti locali comunale ed anche sovracomunali. Concorrono a perpetuare ed aggravare tale stato, gli stringenti parametri contenuti nelle direttive nazionali del Mef, che oggi stanno mostrando i propri limiti , oggi oggetto di tavoli tecnici di settore e di convegni tesi a rivederne l’impostazione e faccio riferimento alle dinamiche del “Bilancio Armonizzato” i cui parametri stringenti, sembrano si stiano rivelando induttori di “dissesto”.
Certamente non costituisce motivo di consolazione, menzionare i dissesti di grosse città calabresi e nazionali e non ultima la città di Roma, la capitale che sarà beneficiaria di un decreto ad hoc. Ma sono e saranno soprattutto le tante piccole realtà, persistendo questo contesto normativo finanziario da rispettare a risentirne in maggior modo e come da proiezione saranno costretti nel breve medio termine a percorrere questo stesso nostro percorso. Di certo tale premessa di carattere generale, acchè se ne dica, costituisce l’ossatura centrale di partenza per la valutazione delle condizioni che ci portano alla dichiarazione di “dissesto Finanziario” dell’ente a cui si uniscono quali elementi fondanti gli altri aspetti prettamente “locali” che andrò ad affrontare, e che rappresentano “la vera fragilità endemica della finanza comunale da diversi decenni”.
Le analisi sulla contabilità dell’ente, tanto del responsabile finanziario quanto del revisore unico allegate alla deliberazione consiliare di richiesta del dissesto finanziario, esprimono la “crudeltà dei numeri” e la impossibilità di perseguire nel percorso scelto per il risanamento dell’Ente se non attraverso la procedura che oggi andiamo ad approvare. Procedura che è diretta conseguenza degli infruttuosi tentativi operati nel corso dei miei ultimi dieci anni di amministrazione, attestato la scelta di inizio mandato nel 2009, di incidere con gli strumenti di legge a disposizione e con diverse azioni mirate, sul grande Vulnus dei mancati cespiti derivanti dall’assolvimento del pagamento dei servizi a consumo, problema endemico del Comune di Cerchiara e che scopre il Bilancio Comunale in maniera consistente.
Tuttavia nell’assolvere scientemente alla mia responsabilità politica nel non essere riuscito, attraverso la decennale attività a sanare questi vulnus, non posso non partire da una disamina delle condizioni preesistenti al mio insediamento 2009 per comprendere al meglio le ragioni che oggi ci portano alla seconda richiesta di Dichiarazione di Dissesto finanziario dopo quella degli anni ’90 e ciò nonostante i tanti interventi operati nel settore tributario con condoni progetti mirati volti a colpire l’elusione e l evasione , il ricorso ad Agenzia di riscossioni, alla ottimizzazione della spesa corrente e dei già minimali consumi e l’utilizzazione dei Decreti Legge n.35 del 2013 e successivamente del dl n.66 e 78 rispettivamente del 2014 e 2015, quali disposizioni urgenti per il pagamento dei debiti scaduti della pubblica amministrazione per il riequilibrio finanziario degli enti territoriali, per assolvere al pagamento del pregresso debitorio.
In ogni atto delle nostre azioni, della nostra vita privata e pubblica il dopo è sempre preceduto da un prima, e questo è assiomatico!
L’analisi che segue non vuole essere e non è un atto di accusa verso alcuno, ma è elemento essenziale per la compressione dello “status di cose preesistente alle mie amministrazioni” ed alla base della nostra assunzione di responsabilità cosi come menzionato nella relazione del revisore unico che recita «contestualmente alla dichiarazione di dissesto, il consiglio ha l’obbligo di valutare le cause che hanno determinato il dissesto affinchè si possano eliminare le ragioni strutturali che hanno determinato lo stato irreversibile di criticità finanziaria ed assicurare condizioni stabili di equilibrio della gestione finanziaria, rimuovendole nel corso della procedura di risanamento».
Insisteremo sulla scorta di questo enunciato, al quale saremo obbligati, più di quanto in verità abbiamo invano cercato di fare nel corso degli anni, con le decisioni che ci aspettano a pervenire al risanamento ad apporre tutte le necessarie e ineludibili direi, azioni volte a rimuovere quelle “ragioni strutturali” che per Cerchiara hanno costituito sempre il vero handicap e l’attenzione che la mia Amministrazione pone al problema è convalidata dalla istituzione di un assessorato ai tributi, all’atto n.2770 del 30/05/2019, all’inizio di questo mio terzo mandato amministrativo nella persona dell’assessore Salvatore Lupinacci.
Già il 19 marzo 2011 il consiglio comunale ha affrontato con un dibattito circostanziato e responsabile, la delicata e critica situazione in cui versavano le casse comunali e di conseguenza il futuro della nostra comunità, a conclusione di un attento e dettagliato periodo di analisi, verifica e riscontro dei conti comunali, che hanno riguardato tutti gli aspetti della materia nel corso dei 20 mesi di Amministrazione e conclusosi, prima volta nella storia della municipalità di Cerchiara, con le dettagliate e competenti relazioni tecniche elaborate e relazionate dal segretario comunale e dal responsabile Ufficio finanziario, documenti consultabili da tutti i cittadini sul nostro sito Internet o presso gli uffici preposti.
Già dai primissimi giorni del nostro insediamento, a fronte di una scarsa e disarticolata informativa del quadro economico storico comunale, espressione di un deficit comunicativo e/o organizzativo delle precedenti figure tecniche, siamo stati oggetto di ripetuti contatti da parte di Enti pubblici e privati, addirittura derivanti dalle Amministrazioni degli anni 80 conferma ne sono il caso “Vulnera”e Sorical, nonché da singole persone, e della notifica di numerosi atti ingiuntivi ineludibili, pena il pignoramento dei conti e dei beni del Comune(Commissariato delegato per i Rifiuti, Sorical, Smeco, tutti dettagliatamente riportati nelle relazioni), che esigevano a diritto, il pagamento di somme cospicue a fronte di prestazione di servizi, opere e di risoluzioni di controversie legali che ha visto il Comune soccombere ed inadempiente da numerosi anni. Un quadro che già nei primi mesi, come peraltro era intuibile, unitamente alla presenza negli storici e pregressi bilanci dell’Ente di una montagna di somme non riscosse (Ruoli Acqua, Tarsu, Ici) che costituiscono il vero cancro dei nostri conti ossia la zavorra dei residui Attivi (oltre 2 milioni di euro) più volte attenzionate dalla Corte dei Conti, pensate il solo debito negoziato(ma esperito da noi con il ricorso al Dlg 35 del 2013) di acqua consumata dai Cerchiaresi verso la Regione Calabria prima e la Sorical dopo, ammonta a circa 1 milione e 200mila euro, il riscontro del totale utilizzo dei 444,749 euro del Fondo vincolato, accantonato all’atto della chiusura del dissesto finanziario comunale degli anni 90 per la copertura di un contenzioso legale (conclusosi a favore del Ministero dell’Interno e con la soccombenza dell’arch. Gambardella) non più ricostituito fino alla data del mio inizio mandato ed il ricorso all’anticipazione di cassa della Tesoreria Comunale (Bcc 2Mari) che già preesisteva da alcuni anni con i conseguenti interessi, a cui anche Noi, abbiamo attinto, quale unico strumento per rispondere alle elementari esigenze della macchina comunale, non preludeva a nulla di buono. Una situazione che sicuramente indurrebbe i più a darsi alla fuga , che non permette in alcun modo di disporre di liquidità al fine di disegnare, programmare e realizzare un disegno amministrativo-politico ma soprattutto rispondere alle richieste di occupazione, di attenzioni sociali dei tanti soggetti deboli della nostra piccola comunità, delle famiglie in difficoltà ed alla risoluzione pratica di tante problematiche quotidiane.
Lo spirito di abnegazione verso questa nostra Comunità , l’alto senso del dovere, la legale rappresentanza degli interessi collettivi e la continuità amministrativa ci impongono a mettere in atto le poche soluzioni idonee (Emanazione di 3 ruoli di tributi nel corso di questo 2011 e 2012) a tenere saldo il timone di questa “carretta” nel periglioso mare di un futuribile e scongiurabile dissesto finanziario (che ricadrebbe solamente su tutti Noi cittadini) e nelle more dell’attuazione del Federalismo Finanziario targato , preluderebbe, perdurando questo stato di cose, alla fine di Cerchiara (impossibilità di pagare gli stipendi ai dipendenti, impossibilità di garantire quei già miseri interventi sul sociale, impossibilità di adempiere all’ordinaria amministrazione dei servizi essenziali quali viabilità, acqua, fognature, illuminazione pubblica, impegno per la scuola). L’impegno morale di questa Amministrazione a fronte del perseguimento della Giustizia sociale e dell’interesse collettivo sul privato fatto salvo casi di estrema indigenza è la tutela di quel 65-70% della popolazione che paga responsabilmente e regolarmente i tributi comunali, al pari dei consumi privati di Enel,Telecom,Gas, rispetto a quella quota storica di evasori ed elusori del restante 35-30% ,con accertamenti dal vivo e non solo cartacei, con squadre di addetti competenti, imparziali volti nel rispetto delle Normative vigenti di Leggi a suffragare i dati vigenti ed perseverare sul sentiero della Giustizia Sociale e Solidarietà affinché ognuno contribuisca in misura di ciò che ha e tutti in misura eguale alla tutela dei soggetti deboli.
Avremmo preferito sicuramente non mettere le mani in tasca ai cittadini, consapevoli della grave crisi economica che ci attanaglia e dell’impopolarità politica che ne deriva, avremmo voluto egoisticamente avere la stessa fruibilità di liquidità dei nostri predecessori che hanno goduto del lascito di un avanzo di amministrazione dell’Ing. Mazzei di oltre 473milioni (come si evince dalla delibera comunale n°29 del 30/6/2000) frutto del precedente dissesto e utilizzato impropriamente i 444.245,62 euro del fondo vincolato accreditato dallo Stato al Comune con riversale n° 467 del 28/10/2005 , piuttosto che ricevere in eredità tale situazione frutto di una scarsa attenzione ed oculatezza dei conti pubblici , ma cosi non è stato. Ora non ci resta che Responsabilmente e pragmaticamente lavorare alacremente per il risanamento , senza rincorrere la dietrologia della colpa e della caccia alle streghe, afinalistica e non utile alla causa.
Queste criticità generali di fondo peraltro erano state oggetto di un parere sfavorevole sull’approvazione del conto consuntivo nel 2005 dall’allora Revisore dei conti e si evincono anche dalle risultanze degli interventi delle minoranze consiliari alle approvazioni dei bilanci di previsione nel corso degli anni 2000. Tutto questo a suffragare la “strutturazione storica” della criticità delle finanze comunale, almeno dagli anni 2000 a seguito del post dissesto degli anni 90 . Resa tale dalla criticità che insisteva nell’intero “Settore Tributario” con contenziosi legali con cittadini e tra i vari istituti di accertamento credito, nonché la mancata riscossione dei ruoli ordinari (Acquedotto, Tarsu ed accertamento ICI) arretrati da diverse annualità (dal 2005 al 2008), tale da configurare un mancato cespito di migliaia e migliaia di euro tale da rendere la situazione contabile oggettivamente seria. Situazione che imponeva una scelta coraggiosa , decisa e traumatica, seppure impopolare, quale la emissione e riscossione anche se con notevole ritardo, di numerosi ruoli in un arco temporale molto ristretto, al fine di scongiurare rischi di prescrizione e danni erariali a carico dei soggetti interessati. Ciò è stato fatto negli anni del mio primo quinquennio e purtroppo i primi risultati positivi non si sono protratti nel successivo quinquennio verosimilmente per il protrarsi della crisi economica e come già detto per una serie di contesti proceduralmente non corretti compiuti dalle maestranze che hanno inficiato non poco la lotta all’evasione ed elusione fiscale che ci eravamo prefissi in ossequio al perseguimento della giustizia sociale e del principio “pagare tutti per pagare meno”. Le misure avviate in materia, quale progettualità di recupero evasione tributaria (Ici, Tarsu, Tosap Pubblicità, Acquedotto) con deliberazione della Gcn.33 del 14/04/2011 per le annualità non ancora andate in prescrizione, costituivano operazione mai verificatosi nella storia amministrativa di Cerchiara. Interventi che hanno permesso alle Casse Comunali di introitare con certezza circa 40mila Euro e di stimare in decine di migliaia di euro i restanti cespiti che come detto, per l’intervento di sollecitate azioni sindacali e denunce provenienti da vari settori del pubblico impiego è stata interrotta per vulnus procedurali e di forma. E’ evidente ormai imputare alla insufficiente riscossione dei contributi comunali la causa della pesante situazione di cassa (fenomeno questo non ascrivibile alla sola nostra realtà!) cosa che ha obbligato altri nel passato e noi ora al ricorso all’anticipazione di tesoreria. Al pari di queste progettualità, medesima sorte è toccata all’Area Riscossioni srl a cui l’Ente creditore ossia il Comune di Cerchiara aveva affidato per il 2012 gli accertamenti Ici e Rsu con la riscossione coattiva della stessa e che dopo un parziale riscontro positivo doveva arrestarsi nella sua prosecuzione per rilevati vizi di forma. Quanto detto a dimostrazione che mai è venuta meno in noi l’obbligo istituzionale e morale di proseguire la lotta all’evasione ed elusione fiscale , sebbene il percorso di questo impegno si scontra con una plurità di variabili inficianti l’obiettivo, non mitigando né risolvendo la situazione. Tra questi la sopraggiunta grave crisi finanziaria mondiale dal 2008 ed il suo consolidarsi nel corso degli anni, che ha determinato una contrazione dei flussi di denaro pubblico e l’introduzione di continue normative restrittive per la gestione dei bilanci comunali.
Ho voluto riportare in maniera saliente solo due documenti e non le relazioni ad esse allegate od altri atti che sono archiviati per presentare al Consiglio e quindi alla cittadinanza, quanto detto anche attraverso manifesti pubblici, di uno stato perennemente di sofferenza della contabilità comunale, non certa creatasi dal 2009 al 2019, laddove piuttosto con i nostri atti abbiamo dovuto far fronte al debito pregresso ovviamente minando la capacità di assolvimento degli impegni che si producevano durante la mia gestione . Lo stato di dissesto comporta dagli organismi preposti anche accertamenti purtroppo in primis degli Uffici Finanziari e Tributari ed anche della componente politica. Stato di responsabilità a cui certamente ci sottoporremo qualora accertato, per quanto mi compete, consapevole che tutte le analisi svolte in questa mia relazione, rappresentano il “costrutto fondante del caso Cerchiara”. Non c’è altra logica se non quella della responsabilità e della serietà istituzionale nello svolgimento successivo della nuova fase che ci attende.
*Sindaco di Cerchiara
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